LEZIONI DI ASTROLOGIA: CAPRICORNO – SATURNO NELL’ASTROLOGIA, NEL MITO, NELL’ARTE

di Rosalba Granata

Albrecht Dürer, Melancolia I, 1514, incisione (23,9 cm x 28,9 cm).
Secondo la tradizione astrologica Saturno era legato al sentimento della malinconia.
Nell’opera di Dürer una figura alata assorta nei suoi pensieri si trova circondata da oggetti propri del mondo alchemico. L’incisione identifica la malinconia nelle connotazioni negative ma una speranza può venire dalle chiavi della conoscenza che cadono dalla gonna della donna.

«Saturno è alla periferia estrema della realtà; come signore della profondità estrema, guarda il mondo dall’esterno […] cogliendone astrattamente la struttura. L’interesse per la struttura ne fa il principio dell’ordine».

(J. Hillman, Puer-Aeternus)

Saturno è il sesto pianeta del Sistema solare e il secondo più massiccio dopo Giove. Ha una massa 95 volte superiore a quella della Terra.

È composto per il 95% da idrogeno e per il 3% da elio e classificato “gigante gassoso”, come Giove, Urano e Nettuno.

Ha un esteso e vistoso sistema di anelli che consiste principalmente in particelle di ghiacci e polveri di silicati. Intorno al pianeta orbitano una sessantina di lune tra le quali la maggiore, Titano, ha una propria atmosfera.

 

Saturno nell’Astrologia

Appena nominiamo Saturno abbiamo tutti un momento di brivido. E spesso citiamo il titolo del film di Özpetek Saturno contro.

Ma perché Saturno fa tanta paura? È vero: nell’Astrologia tradizionale si parla di lui come del “Malefico”, ma oggi è stato assolto e rivalutato. Lisa Morpurgo non accetta nemmeno la definizione di pessimismo dei nati con una forte componente saturniana e parla piuttosto di «realistica visione delle cose».

Possiamo quindi affermare che Saturno spesso ci fa paura perché non rappresenta gli aspetti edonistici dell’esistenza, è invece incaricato di farci accettare le prove che rappresentano le tappe di crescita della nostra vita. È proprio Saturno che «ci libera dalle catene di passioni ed istinti, che libera l’intelligenza dalla visione puramente soggettiva della realtà, e ci permette di crescere» (Sicuteri, Astrologia e mito).

Hillman è per me illuminante quando afferma che quelle che aveva considerato maledizioni di Saturno, freddezza e distacco, ossessioni del pensiero, sindromi depressive, periodi di rigidità e intrattabilità, in realtà lo avevano protetto: «In altre parole le maledizioni che attribuivo a Saturno erano delle benedizioni. Quel giorno compresi che siamo noi che facciamo di Saturno un pianeta sinistro e maledetto interpretando le sue benedizioni in una visione ristretta e oppressiva, come pesanti fardelli piuttosto che carichi doni».

Nei Saggi di Hillman su Puer e Senex troviamo che nella sua valenza positiva il Senex, che viene collegato a Saturno, è saggezza, lungimiranza, responsabilità; in quella negativa è autoritarismo, conservatorismo, indurimento nella volontà di potenza.

Saturno si trova in domicilio in Capricorno insieme a Urano. Nel segno è inoltre in esaltazione Marte. Un concentrato di pianeti forti e virili quindi che dà al Capricorno un’efficacia di azione di rara potenza e gli permette il raggiungimento delle mete che si pone. È infatti ambizioso, aspira al successo, è tenace e ha una volontà ferrea.

Il suo carattere è evidentemente anche specchio della stagione invernale quando la terra appare spoglia e senza frutti, ma in realtà sotto al terreno vi sono i semi per la nuova fioritura. Appare spesso freddo e severo, solo se ha massima fiducia si libera della sua corazza difensiva, e si rivela pienamente.

Crono-Saturno nel Mito

Giorgione, Saturno in esilio, 1496-1498, Londra, National Gallery.

Ma chi è Crono? Chi è Saturno? Il crudele divoratore dei figli? Il sovrano di una felice e mitica Età dell’Oro?

Esiodo narra di un’Era d’Oro quando Crono era Signore del Cosmo e gli uomini mortali vivevano come dèi:

«Erano ai tempi di Crono, quand’egli regnava nel cielo;

come dèi vivevano, senza affanni nel cuore,

lungi e al riparo da pene e miseria, né triste

vecchiaia arrivava, ma sempre ugualmente forti di gambe e di braccia,

nei conviti gioivano, lontano da tutti i malanni;

morivano come vinti dal sonno, e ogni sorta di beni

c’era per loro; il suo frutto dava la fertile terra

senza lavoro, ricco ed abbondante, e loro, contenti,

in pace, si spartivano i frutti del loro lavoro in mezzo a beni infiniti,

ricchi d’armenti, cari agli dèi beati».

(Esiodo, Opere e giorni)

Crono era divenuto Sovrano del Cosmo dopo essersi ribellato al padre Urano e avergli tagliato e gettato in mare i genitali.

Fu per la profezia che prediceva che sarebbe stato a sua volta soppiantato da uno dei figli che Crono ne divenne il crudele divoratore.

Con Rea aveva avuto diversi figli tra cui Poseidone, Ade, Era, Demetra ed Estia e tutti li aveva ingoiati. Rea era però riuscita con l’inganno a salvare Zeus, l’ultimo nato. Questi, divenuto adulto, fece vomitare a Crono fratelli e sorelle che aveva divorato e dichiarò guerra al padre.

Le leggende danno versioni diverse sulla sorte che Zeus fece fare al padre dopo averlo sconfitto. Alcune sostengono che gli fu concesso di regnare nelle isole dei Beati, ai confini del mondo, altre che fu imprigionato in un magico sonno, secondo altre fu incatenato nella profondità della terra.

Tra i romani l’immagine di Saturno, che corrispondeva a Crono, era invece decisamente più positiva. Era divinità dell’agricoltura e dell’abbondanza.

Secondo la tradizione romana, quando il dio fu spodestato dal figlio Giove, fu da questi esiliato in Italia dove fu accolto amichevolmente dal dio Giano. Ebbe una funzione civilizzatrice, infatti insegnò l’agricoltura alle popolazioni del luogo.

Il tempio di Saturno nel foro romano conteneva il tesoro dello stato.

Ricordiamo anche che la festa tra le più importanti e la più gioiosa a Roma era quella dei Saturnali, dedicati a Saturno e alla mitica Età dell’Oro. Il periodo era quello corrispondente alle nostre festività natalizie, dopo il solstizio d’inverno.

Vi erano ricchi banchetti, brindisi e doni che rievocavano l’abbondanza della terra durante l’età mitica e a tutti erano consentiti giochi, divertimenti, piaceri non leciti nelle altre parti dell’anno. Per ricordare l’antica eguaglianza tra gli uomini era temporaneamente sovvertito l’ordine sociale, gli stessi schiavi venivano ritenuti temporaneamente uomini liberi e in questo periodo godevano di libertà.

Anche Ovidio nelle Metamorfosi canta l’Età dell’Oro:

«Per prima fiorì l’età dell’oro, che senza giustizieri

o leggi, spontaneamente onorava lealtà e rettitudine.

[…] la gente viveva tranquilla in braccio all’ozio.

Libera, non toccata dal rastrello, non solcata

dall’aratro, la terra produceva ogni cosa da sé

e gli uomini, appagati dei cibi nati spontaneamente,

raccoglievano corbezzoli, fragole di monte,

corniole, more nascoste tra le spine dei rovi

e ghiande cadute dall’albero arioso di Giove.

Era primavera eterna: con soffi tiepidi gli Zefiri

accarezzavano tranquilli i fiori nati senza seme,

e subito la terra non arata produceva frutti,

i campi inesausti biondeggiavano di spighe mature;

e fiumi di latte, fiumi di nettare scorrevano,

mentre dai lecci verdi stillava il miele dorato».

(Ovidio, Metamorfosi)

Possiamo osservare come dai Miti legati a Saturno emerga una grande lezione morale sul Potere: come possa portare a comportamenti crudeli e violenti e come possa invece essere esercitato per la collettività.

Crono-Saturno una volta ottenuto il potere è disposto a tutto per mantenerlo, non esita a ingoiare i propri figli. Ma poi, sconfitto da Giove, diventa il re giusto dell’età dell’oro.

Saturno nell’Arte

Anche nelle immagini degli artisti troviamo la dicotomia tra aspetti positivi e negativi di Saturno. In Vasari, per esempio, è il dio della semina e dell’abbondanza, in Goya è la follia che divora.

Giorgio Vasari, Le primizie della Terra offerte a Saturno, 1555-1557, Palazzo Vecchio,
Firenze.

Questo bellissimo affresco di Vasari, Le primizie della Terra offerte a Saturno, si trova a Firenze a Palazzo Vecchio nella Sala degli Elementi.

Vasari pone al centro dell’Allegoria della Terra Saturno, dio della seminagione.

Dall’epoca medievale al Rinascimento la figura di questo dio era andata via via identificandosi con quella della Sapienza tanto che il neoplatonismo e la tradizione alchemica vedranno in Saturno la rappresentazione più alta del pensiero.

In questo dipinto Saturno regge nella mano destra il serpente che si morde la coda, simbolo della ciclicità del tempo e accanto a lui è accucciato un capricorno, emblema della famiglia Medici. Vi è pure ritratta una fanciulla con in mano una cornucopia, simbolo dell’abbondanza.

Francisco Goya, Saturno divora i figli, 1823, olio su intonaco (146 cm x 83 cm), Madrid, Museo del Prado.

Decisamente opposta rispetto alla positività di Saturno nel dipinto di Vasari è quella della rappresentazione di Goya. Il pittore ci trasmette infatti con questa terribile immagine la propria personale disperazione nel periodo più cupo della sua vita e la sua visione dell’umanità, dilaniata dalla follia, dalla violenza, dalle superstizioni. Emerge il mondo oscuro con gli aspetti mostruosi e sotterranei dell’umanità che ha lasciato la strada indicata dalla ragione illuminista che aveva tentato di scacciarli. Perché, come aveva affermato in un altro suo famoso dipinto, «il sonno della Ragione genera Mostri».

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