LEZIONI DI ASTROLOGIA: SAGITTARIO – GIOVE NELL’ASTROLOGIA, NEL MITO, NELL’ARTE

di Rosalba Granata

Fidia, Statua Zeus (ricostruzione)

Giove è il pianeta più grande del sistema solare, la sua massa corrisponde a quasi due volte e mezza la somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme.

È classificato, al pari di Saturno, Urano, Nettuno come gigante gassoso.

Ha una composizione simile a quella del Sole: infatti è costituito principalmente da idrogeno ed elio.

L’atmosfera esterna è caratterizzata da numerose bande per cui appare caratterizzato da varie tonalità dai colori crema e marrone.

Giove nell’Astrologia

L’astrologa Lisa Morpurgo ipotizzava che ogni corpo celeste trasmettesse un messaggio legato alla propria particolare natura. Secondo la sua originale tesi Giove, il più grande pianeta del sistema solare, è simbolicamente «forza dilatante ed espansiva» e rappresenta per l’astrologia abbondanza e prosperità.

È legato alla soddisfazione dei propri piaceri, all’ottimismo, al cibo, alla ricchezza, alla fortuna.

È il Benigno assoluto.

Ha, insieme a Nettuno, il suo domicilio in Sagittario.

I nati sotto questo segno, in sintonia con le simbologie del pianeta, sono generalmente vitali, ottimisti, gioiosi e molto spesso baciati dalla Fortuna.

La presenza di Nettuno segnala poi un’altra caratteristica: l’attrazione per il viaggio, per l’avventura, per la conquista di territori lontani.

Giove-Zeus nel Mito

È il Padre. Padre della luce(1).

I miti si soffermano sulla nascita di Zeus-Giove. Raccontano come venne salvato dalla madre Rea che lo nascose in una grotta a Creta dopo aver ingannato lo sposo Saturno, che divorava i figli, facendogli ingoiare una pietra coperta di fasce. Diventato adulto si scatena una lotta per il potere che porta Zeus alla vittoria prima sul padre poi sui Titani. Da questo momento l’universo è governato da Zeus secondo il principio di legge, giustizia, ordine.

Non è quasi mai crudele e aggressivo. Anche i fulmini sono espressione di giusta collera e di applicazione della legge.

Un altro aspetto ampiamente narrato dalla mitologia è quello degli amori.

Meti la saggia è stata la sua prima sposa. Zeus, avvertito da un oracolo che da lei nascerà chi lo soppianterà, la ingoia appropriandosi così delle sue virtù e la figlia Atena nasce dalla sua testa. Eschilo fa affermare a questa dea: «Non c’è madre che m’abbia dato la vita… Io sono figlia soltanto del padre».

La sposa più nota è sicuramente Era (la Giunone latina), moglie legittima e protettrice dell’istituzione del matrimonio. Ma per Guthrie(2) originariamente varie indicazioni sembrano metterla in relazione con la luna, altre suggeriscono che fosse stata un’immagine della dea della terra.

Con questi miti vediamo chiaramente le tracce del passaggio dalla cultura matriarcale a quella patriarcale(3).

Molti sono gli amori di Zeus con dee, ninfe e donne mortali. Da questi rapporti nascono innumerevoli figli. Ricordiamo tra le divinità Ermes e Dioniso e alcuni degli eroi, per esempio Eracle e Perseo.

Giove nell’Arte

Nell’antichità Zeus-Giove è sempre raffigurato come uomo possente, spesso sul trono. La statua più famosa è quella di Fidia in oro e avorio.

In epoca moderna il dipinto che esprime tutta la potenza del padre degli dei mi pare quello di Ingres del 1811. Vi è rappresentata Teti che implora Giove per il figlio Achille. Giove, avvolto nel suo manto purpureo e seduto sul trono d’oro tra le nuvole, esprime tutta la sua maestosa autorità

Ma tra le rappresentazioni della pittura moderna possiamo dire che domina l’immagine del Giove seduttore soprattutto nelle diverse forme delle sue metamorfosi, è ora aquila, ora cigno e addirittura nuvola o pioggia d’oro.

Correggio, Aquila che rapisce Ganimede, 1532 circa, olio su tela (163,5 cm × 70,5 cm), Vienna.

Propongo due capolavori di Correggio, uno degli artisti più originali del Cinquecento, che fanno parte di una serie sugli amori di Giove realizzati su commissione del duca di Mantova Federico II Gonzaga e un dipinto del Novecento.

Ganimede era un bellissimo fanciullo troiano. Giove, innamoratosi di lui, prese le sembianze di un’aquila, lo rapì portandolo dal Monte Ida all’Olimpo dove divenne il coppiere degli dei.

Del mito si danno varie interpretazioni. Platone, per esempio, ritiene che sia stato inventato per giustificare le relazioni tra uomini adulti e ragazzi adolescenti. Nel Rinascimento simboleggiava spesso l’estasi dell’amore platonico, che solleva l’anima liberandola dai legami fisici.

Quale interpretazione ne dava Correggio?

Quello che percepiamo è, come anche nelle altre sue rappresentazioni dei miti, un nuovo e straordinario equilibrio tra la resa naturalistica e la trasfigurazione poetica.

Correggio, Giove e Io, 1532-1533 circa, olio su tela (163,5 cm x 74 cm), Vienna.

Giove invaghitosi di Io, sacerdotessa di Era, temendo la gelosia della moglie, la sedusse sotto forma di nube.

Da questo episodio Correggio realizza un capolavoro. È sicuramente uno dei dipinti più belli di carattere mitologico. Originale e ricco di fascino.

La tela, di grande formato, è verticale e la scena si svolge in primo piano emergendo dalla luce rarefatta di un bosco ombroso.

La parte superiore della tela è riempita dalla densa nube, mentre nella parte inferiore è raffigurata Io. Il suo volto, colto nel momento dell’abbandono, esprime passione e coinvolgimento amoroso.

È straordinario il fascino di questo abbraccio con Giove che ha assunto le forme di una grande e soffice nube dal colore che sfuma dal viola al grigio e in cui si scorgono vaghe sembianze antropomorfe.

Klimt, Danae, 1907-1908, olio su tela (77 cm x 83 cm), Vienna, collezione privata.

 

Giove per amare Danae, che era stata rinchiusa dal padre in una prigione sotterranea, assume le sembianze di una pioggia d’oro.

L’episodio è stato più volte rappresentato da grandi artisti e riproposto con originalità da Klimt nel primo novecento.

La Vienna di Klimt è la capitale dell’Impero Austro-ungarico, è centro di innovazioni, è la Vienna di Sigmund Freud, di von Hofmannsthal, di Karl Kraus e Arthur Schnitzler, di Arnold Schönberg e Gustav Mahler.

Nel campo pittorico Gustav Klimt, artista colto dallo stile raffinato ed elegante, è la figura dominante. La sua opera, volta alla ricerca del bello, è ricca di virtuosismo, allegorie, sensualità.

Klimt descrive l’incontro tra Danae e Zeus in maniera allusiva. La donna in primo piano riempie la tela. È attorniata dal velo trasparente orientaleggiante, dalla calda massa dei capelli, dalla pioggia d’oro, elementi che rendono l’immagine preziosa come un mosaico bizantino.

È completamente abbandonata nel sonno in posizione fetale, le monete d’oro le scorrono sul corpo fluidamente come un fiume luminoso.

L’artista vuole rappresentare con questa immagine decisamente sensuale temi quali la maternità, la fecondità, fino a farla divenire emblema del principio femminile

NOTE

  1. Senard, Lo zodiaco applicato alla psicologia.
  2. Guthrie, I Greci e i loro dei.
  3. Per il passaggio dal patriarcato al matriarcato in questo Blog si possono vedere gli articoli di Francesco Colombrita, di Marta Franceschini

Sono stati tenuti inoltre presenti i seguenti testi

Morpurgo, Lezioni di astrologia e Introduzione all’astrologia.

Bolen, Gli dei dentro l’uomo.

Sicuteri, Astrologia e mito.

Senard, Lo zodiaco applicato alla psicologia.

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