SECONDO FUORI PORTA 2015: ESCHER A BOLOGNA

La Mostra di Escher a Bologna (aperta fino al 19 luglio presso Palazzo Albergati) è stata un’ottima occasione per Metro-Polis di organizzare il secondo “Fuori Porta” del 2015. Ancora in fase di assestamento rispetto alla modalità già collaudata dei nostri Aperitivi a Tema, l’obiettivo di queste piccole gite è triplice. Come il nome stesso suggerisce, si tratta in primo luogo di “andare fuori”, di oltrepassare i confini delle attività che normalmente organizziamo: vogliamo cercare nuovi stimoli, incontrare persone diverse, scoprire nuove realtà, sempre con l’obiettivo primario di divertirci insieme. Questo ci porta al secondo punto, ovvero cercare di individuare attività che attirino la curiosità di più persone e fare in modo di non agire separatamente, ma di condividere esperienze. Nel caso della Mostra di Escher, in tanti avevano già messo in conto di visitarla, sfruttando la comodità di questa bellissima iniziativa. E allora… perché non farlo insieme invece di andare ognuno per conto proprio? Perché non condividere impressioni, domande, suggestioni? Una stessa esperienza, se condivisa, arricchisce ancora di più. Infine, c’è l’idea che i nostri soci e tutti coloro che partecipano in diversa misura alla nostra vita associativa possano farci conoscere realtà nuove della nostra città. La Mostra di Escher è stata sicuramente un’iniziativa di primo piano e molto sponsorizzata. In altri casi, c’è invece bisogno di chi ci introduca in realtà forse più modeste, di nicchia, ma altrettanto suggestive, come è stata l’esperienza del Primo “Fuori Porta”.

Escher - TropeaIl 24 maggio la fila per entrare è stata lunga. Lo stare insieme ha tuttavia reso più divertente e leggera l’attesa e il percorso della mostra ha poi ripagato completamente il piccolo sacrificio iniziale. Ci siamo così ritrovati immersi nel mondo in bianco e nero di Escher, nelle sue geometrie, nei suoi effetti ottici. Quelle opere sono uniche, irripetibili, identificano immediatamente il loro autore: si ha da subito l’impressione che nessuno prima di lui abbia potuto concepire qualcosa di simile e che nessuno dopo di lui potrà replicarlo. I primi lavori, pur recando già in sé alcuni tratti distintivi, sono ancora altamente figurativi e ci restituiscono le meraviglie dei borghi e dei variegati paesaggi italiani (dalla Toscana alla Calabria) visti con gli occhi di un olandese abituato a osservare un territorio piatto e uniforme. Progressivamente si assiste però a una radicale trasformazione nelle scelte e negli interessi di Escher: diventa quasi ossessionato dalla studio delle forme geometriche, della loro ripetizione, dal creare continuamente illusioni nell’osservatore.
Escher paesaggioOgni pezzo è un gioco davanti al quale chi osserva non può restare passivo, ma deve necessariamente interagire, cercando i confini delle figure, i punti di vista in gioco, il vero protagonista dell’immagine. L’illusione crea una continua ambiguità. E anche laddove sembra possibile afferrare il significato, resta comunque qualcosa di sfuggevole e irrisolto. Questo affascina e inquieta allo stesso tempo, perché sembra che non ci siano punti di riferimento fissati una volta per tutte. L’illusione destabilizza, ma allo stesso tempo ci spinge più lontano. Sono profondamente filosofiche le opere di Escher e riescono contemporaneamente a dimostrare come sia possibile una sintesi tra la razionalità della matematica e della geometria e lo spirito creativo.

Escher scale

Una mostra che davvero consigliamo a tutti di vedere. E con questo piccolo consiglio ci diamo appuntamento al nostro prossimo “Fuori Porta”!

Beatrice Collina

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