TUTTO È POLITICA – TORO: L’AFFIDABILITÀ DEL REALE

di Rosalba Granata

Testo del Principe.

«Non si maravigli alcuno se, nel parlare che io farò de’ principati al tutto nuovi, e di principe e di stato, io addurrò grandissimi esempi» (Machiavelli, De principatibus, capitolo VI).

«Resta ora a vedere quali debbano essere e’ modi e governi di uno principe con sudditi o con gli amici. E perché io so che molti di questo hanno scritto, dubito, scrivendone ancora io, non essere tenuto prosuntuoso partendomi massime, nel disputare questa materia, dagli ordini degli altri. Ma sendo l’intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso più conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa, che alla imaginazione di essa.

E molti si sono imaginati republiche e principati che non si sono mai visti né conosciuti essere in vero […]. Lasciando, adunque, indrieto le cose circa uno principe imaginate, e discorrendo quelle che sono vere, dico che tutti gli uomini, quando se ne parla, e massime e’ principi, per essere posti più alti, sono notati di alcune di queste qualità che arrecano loro o biasimo o laude.

E io so che ciascuno confesserà che sarebbe laudabilissima cosa in uno principe trovarsi di tutte le soprascritte qualità, quelle che sono tenute buone; ma perché le non si possono avere né interamente osservare, per le condizioni umane che non lo consentono, gli è necessario essere tanto prudente che sappia fuggire l’infamia di quelli vizii che li torrebbano lo stato, e da quelli che non gnene tolgano, guardarsi, se egli è possibile; ma, non possendo, vi si può con meno respetto lasciare andare». (Machiavelli, De his rebus quibus homines et praesertim principes laudantur aut vituperantur, capitolo XV)

So bene di avere già utilizzato in precedenza Machiavelli per parlare del segno del Toro, ma questa serie vuole mettere in connessione astrologia e politica. E allora non posso che ripartire da Il Principe. Chiunque si occupi di politica non può certo ignorare Machiavelli.

È importante sottolineare che nell’opera si parla dei Principati nuovi. Solo un nuovo stato infatti potrà fare da argine alle potenze straniere, e solo un principe nuovo potrà fondare questo stato.

Machiavelli è l’intellettuale che si rende conto con maggiore lucidità della concreta situazione dell’Italia che va avviandosi alla rovina e alla perdita dell’indipendenza.

Quella rinascimentale è epoca di forti contraddizioni. Da un lato l’Italia ha raggiunto la massima fioritura economica e culturale. Le città italiane sono al massimo splendore, con una altissima concentrazione di artisti e opere d’arte. Ma dall’altra parte è divisa in piccoli stati in competizione tra loro e questo la rende facile preda degli stati nazionali stranieri. È ormai terreno di battaglia tra le grandi potenze europee.

È in questo contesto che troviamo l’opera di Machiavelli, iniziatore della scienza politica moderna.

Il capitolo XV è centrale nell’opera. Machiavelli è consapevole della novità del suo pensiero: molti si sono immaginati repubbliche e principati ideali ma, afferma l’autore, io voglio scrivere cosa realmente utile. E per fare questo occorre una analisi attenta della realtà. La verità effettuale, dice efficacemente Machiavelli, deve essere alla base dell’agire politico. Quindi i comportamenti del principe dovranno essere valutati non secondo criteri morali o religiosi come in passato, ma esclusivamente in base alla loro efficacia per il mantenimento dello stato.

Esemplare è il caso di Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, moralmente criticabile per la sua crudeltà e doppiezza, ma additato da Machiavelli come esempio da seguire.

È sicuramente padre del “realismo politico”, ma è piuttosto la passione “patriottica” che lo anima nell’ultimo capitolo L’invocazione a liberare l’Italia dai barbari. Afferma con la forza di un’espressione colorita: «A ognuno puzza questo barbaro dominio». E riprende i grandissimi esempi del passato, Moisè, Ciro, Romulo, Teseo, per mostrare che solo da una situazione di crisi è stato possibile fondare uno stato nuovo. È l’unica possibilità per l’Italia per evitare la rovina.

«[…] era necessario che la Italia si riducessi nel termine che ella è di presente, e che la fussi più stiava che gli Ebrei, più serva ch’e’ Persi, più dispersa che gli Ateniesi; sanza capo, sanza ordine; battuta, spogliata, lacera, corsa; ed avessi sopportato d’ogni sorte ruina».

Sicuramente l’opera più letta e studiata di Machiavelli è Il Principe. A mio avviso occorre fare un breve riferimento anche ai Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, scritta negli stessi anni, seppure in un arco di tempo più lungo.

In questo testo Machiavelli afferma che la forma di stato che predilige è la Repubblica, e prende come modello quella di Roma antica.

È in contraddizione con quanto espresso ne Il Principe? Sicuramente no. I Discorsi sono però meno legati alla contingenza e quindi all’esigenza che lo scrittore sente impellente di analizzare e trovare una via d’uscita alla rovina dell’Italia. E l’unica possibile gli appare, come abbiamo già affermato, la creazione di un Principato nuovo da parte di un Principe nuovo.

Oltre a Machiavelli non possiamo non citare altri due pensatori del Toro che hanno avuto grande influenza nel nostro tempo Karl Marx e Sigmund Freud.

Sigmund Freud è Toro con l’ascendente Scorpione che lo fa calare verso le profondità dell’inconscio.

È  Toro anche il materialista Karl Marx. La congiunzione Sole-Luna nel segno in seconda casa, suggerisce un forte attaccamento al reale, alle cose, al Capitale. L’ascendente Acquario rispecchia una duttilità mentale orientata verso il nuovo. Il filosofo mette dunque insieme le istanze realistiche del Toro e quelle idealistiche dell’Acquario.

Dalì, Donne.

Politici Toro OGGI

Il Toro è forte, determinato, affidabile, ma sicuramente confermo che tra i segni di Terra è quello che mi pare meno interessato al potere. Abbondano invece i politici con forti valori in Capricorno.

Quando ho scritto la Rubrica astrologica, circa tre anni fa, affermavo che non trovavo esponenti interessanti nella politica del nostro tempo.

Poi però ho trovato alcune donne molto interessanti.

E tra queste soprattutto Alessandra Sardoni ed Elisabetta Gualmini.

Alessandra Sardoni, giornalista politica, ha il Sole e Mercurio in Toro, Venere in Gemelli e Marte in Ariete. L’oroscopo ci parla quindi della solidità del segno di Terra, della energia combattiva del Marte in Ariete, mentre Venere in Gemelli rispecchia la predisposizione per il giornalismo.

Pietrangelo Buttafuoco ha espresso su di lei un giudizio che mi ha particolarmente colpita, afferma infatti che si occupa di giornalismo politico «con la stessa spietata cura con cui Balzac metteva in scena la Commedia Umana». È davvero interessante la connessione con lo scrittore del Toro e con la sua opera fortemente realistica.

Elisabetta Gualmini, politica, politologa, professore ordinario di Scienza Politica, ha Sole e Venere in Toro. Mercurio e Marte in Gemelli.

È una politica che mi riempie di ammirazione. Chiara, determinata, preparatissima. Di sicura onestà intellettuale. La vorrei come leader!

È interessante notare come entrambe abbiano Sole in Toro, quindi forte determinazione e attaccamento a solidi valori, e Luna in Aquario, segno della libertà di pensiero e della donna meno convenzionale dello zodiaco.

Tra le donne del Toro troviamo anche Laura Boldrini, anche lei con luna in Aquario, e Rita Levi Montalcini, Toro con ascendente Sagittario, scienziata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina e nominata nel 2001 senatrice a vita «per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale».

Courbet, Lo spaccapietre del 1849 sollevò violente polemiche per il suo contenuto sociale.

E poiché “Tutto è politica” penso sia opportuno fare riferimento anche alla cultura e ad artisti più strettamente legati alla società del loro tempo.

Per la letteratura naturalmente ricordiamo Balzac che, con la sua Commedia Umana, rappresenta la Francia borghese della prima metà dell’Ottocento: la casa, la famiglia, la città, l’abbigliamento. Tutto descritto con minuzioso realismo. E in Balzac le caratteristiche del Toro le ritroviamo non solo nell’opera ma anche nel carattere e nella vita: vorace è il suo appetito di vivere e di gioire. Appetito di ogni bene materiale, cibo, donne, denaro, vino.

Delacroix, La libertà guida il popolo.

Delacroix celebra con questo quadro l’insurrezione di Parigi del 1831 che ha portato all’avvento della monarchia costituzionale.

Il suo dipinto è diventato icona della Rivoluzione e della libertà dei popoli.

Si possono ritrovare i valori del Toro nella plasticità, nel realismo e nella sensualità dei suoi dipinti. Ma il suo carattere non è quello del segno allo stato puro. Ha una personalità complessa, con forti contrapposizioni interiori tra la potenza selvaggia che per tutta la vita ha cercato di domare e ha una parte più spirituale che cerca di rafforzare.

Ma l’artista che penso sia più caratteristico del segno è sicuramente Courbet il cui realismo segna una rivoluzione nell’arte. Di lui avevo parlato in Astri e Arte. Voglio riproporlo almeno per sottolineare la sua caratteristica di artista impegnato. Nella Francia dello sviluppo industriale e delle conflittualità sociali, si schiera decisamente dalla parte delle classi popolari e partecipa attivamente nel 1848 alla esperienza rivoluzionaria della Comune di Parigi.

Ha cercato la coerenza tra pittura e fede politica sia nel contenuto delle sue opere, che hanno spesso per oggetto personaggi del popolo, sia nell’orientamento stilistico. Lui stesso affermava: «Senza la rivoluzione del ’48 non ci sarebbe stata la mia pittura».

Rossellini, Roma città aperta.

Molti sono i pittori del Toro e molti anche i registi. Tra questi chi si collega sicuramente molto bene al nostro discorso è Roberto Rossellini. Anche in lui troviamo la volontà di rappresentazione realistica della realtà. «Le cose sono lì, perché manipolarle?». È l’affermazione che rappresenta pienamente la sua poetica.

Nel 1943 con Roma città aperta inaugura la stagione del Neorealismo cinematografico.

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