RUBRICA ASTROLOGICA – CAPRICORNO (parte 2)

2.  Le “amazzoni corazzate”  del Capricorno  

Per Pesatori le donne del Capricorno sono «Donne amazzoni», anzi «Amazzoni-corazzate». Rigorose, ambiziose, con senso del dovere e del sacrificio, con bisogno assoluto di autonomia ed indipendenza. Ma cosa c’è sotto la corazza? Questo solo loro potranno rivelarlo, a chi e quando vorranno.

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Coraggio, determinazione, un alto obiettivo per cui combattere. È dalla Storia che in questo caso possiamo individuare l’emblema della donna del segno.
Giovanna D’Arco, è una fanciulla di diciotto anni quando si sente chiamata da Dio per risollevare le sorti del suo paese, la Francia, lacerato dalla rovinosa guerra dei Cento anni1.
Michelet, storico francese dell’Ottocento, la celebra perché da lei vede la nascita del sentimento nazionale e della Francia stessa.

«Ricordatevi sempre, Francesi che la patria, presso di noi, è nata dal cuore di una donna, dalla sua tenerezza e dalle sue lacrime, dal sangue che ella ha dato per noi». (J. Michelet)

E la sua storia continua ancora nella nostra epoca ad affascinare, molti sono infatti i film che hanno rivisitato questo personaggio. Il primo, subito all’inizio del 1900, del pioniere Georges Méliès, nel 1916 quello di Cecil DeMille, nel 1928 il capolavoro di Dreyer, nel 1954 quello di Roberto Rossellini, nel 1962 quello di Bresson e infine nel 1999 quello di Luc Besson. Ho citato solo i più noti e con questi ci si potrebbe fare un bellissimo corso di storia del cinema.

Molte sono le donne del Capricorno di successo e talvolta di potere, quasi sempre ci comunicano un’immagine di forza, di determinazione: Emma Marcegaglia, Joan Baez, Liliana Cavani, Madame de Pompadour.

Tra queste troviamo Simone de Beauvoir2.

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“È attraverso il lavoro che la donna ha superato in gran parte la distanza che la separa dal maschio» (Simone de Beauvoir, Il secondo sesso).
Così ne Il secondo sesso del 1949. Un libro assolutamente rivoluzionario che fa il punto sulle conoscenze biologiche, psicoanalitiche, storiche, antropologiche riguardanti la donna, ma apre soprattutto la strada ad una discussione radicale sulla condizione femminile che avrebbe caratterizzato i decenni successivi.

«Che cosa significa essere donna?» è la domanda da cui parte la Beauvoir, pur non sottovalutando le specificità biologiche, attacca la pretesa della società di assegnarle un percorso subalterno e afferma polemicamente che «Donna non si nasce, si diventa».

Nell’estate del 2014 Natalia Aspesi in un articolo intitolato Leggere Simone de Beauvoir oggi a vent’anni3, consiglia Il secondo sesso alle giovani del nostro tempo e afferma che, se trovassero la voglia e la forza di leggere questo importante saggio, potrebbero acquisire sicurezza e imparare molto; soprattutto potrebbero divenire meno fragili rispetto non solo agli uomini ma soprattutto  all’amore, scoprirebbero cosa ha voluto dire nei secoli passati, ma anche in anni non così lontani, essere donna, il non contare, il dipendere sempre da un uomo, padre, marito, fratello.

E venendo all’oroscopo di Simone de Beauvoir, tutto il suo tema di nascita la conferma come “amazzone indipendente”, infatti L’Ascendente è in Scorpione e la Luna  in Ariete.
Interessante è la Venere in Acquario che può caratterizzare una vita sentimentale trasgressiva, e infatti la relazione con Jean Paul Sartre è stata scandalosa per il suo tempo ma anche modello, per alcuni, di innovativa “coppia aperta”.

Venere in terza casa può anche indicarci l’aspetto centrale della scrittura nella sua vita.
E la scrittura è per lei sempre legata a considerazioni filosofiche ed esistenzialiste rivolte ad approfondire il tema del ruolo e della condizione della donna nella società moderna. 

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Ma tra le donne Capricorno quella che mi conquista maggiormente è Franca Viola, una ragazza comune non una leggendaria eroina o una famosa intellettuale, eppure è stata capace di uno di quei gesti di così nobile ribellione che segnano svolte importanti per la società. Nel 1966 ad Alcamo, nella Sicilia più tradizionalista e sottomessa al potere della mafia, una quindicenne figlia di un contadino venne rapita e stuprata dal nipote di un potentissimo capomafia. Quando venne liberata dai carabinieri rifiutò il matrimonio riparatore che secondo la legge (cancellata solo nel 1981) avrebbe evitato il carcere al suo stupratore. Tutto il paese era contro di lei, veniva chiamata “la svergognata” ma da sola andò a sporgere denuncia e affrontò a testa alta il processo che portò alla condanna ad 11 anni di carcere per il suo aggressore.

Fu quindi, voglio ribadirlo, la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore e questo la rese un simbolo della crescita civile dell’ Italia del dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane. In un’intervista afferma con semplicità qualche anno dopo:

«Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l’ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori» (Franca Viola).

Liberamente ispirato alla vicenda è il film del 1970 La moglie più bella di Damiano Damiani con protagonista al suo esordio Ornella Muti, quindicenne come era la stessa Franca Viola.

Note:

  1. La Guerra dei Cent’anni fu combattuta in territorio francese tra il 1337 e il 1453.
  2. Simone de Beauvoir nacque Parigi nel 1908, figlia di una famiglia alto-borghese. All’università incontrò, nel luglio 1929, il filosofo esistenzialista Jean Paul Sartre che, senza matrimonio né convivenza, sarebbe diventato il compagno della sua vita. Nel 1949 pubblicò Il secondo sesso e, a partire dal 1958, si dedicò alla sua autobiografia, uscita in quattro volumi (Memorie di una ragazza perbene, L’età forte, La forza delle cose, A conti fatti) che costituisce una interessante testimonianza dell’atmosfera sociale e intellettuale della Francia dagli anni trenta alla fine degli anni sessanta. Pubblicò anche diversi romanzi tra i quali I mandarini e Una donna spezzata. Teorizzò l’ateismo non come disimpegno morale, ma anzi come fondazione di una nuova e impegnativa etica atea.
  3. L’articolo della Aspesi è stato pubblicato su D di Repubblica.

Rosalba Granata

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