RUBRICA ASTROLOGICA – PESCI (parte 2)

Una  scrittrice dei Pesci: Christa Wolf 

1_medea_vociLa donna dei Pesci vive intensamente il mondo delle emozioni, è ricettiva ed empatica. Questo la porta spesso ad una condivisione della sofferenza fino allo spirito di sacrificio.
La Luna esaltata nel segno1 le dà una accentuata femminilità.
Vorrei dedicare questo ultimo numero della Rubrica Astrologica a Christa Wolf2, e segnalare due libri bellissimi che mi stanno particolarmente a cuore: Cassandra (1983) e Medea (1996).
Cassandra la veggente. Medea la maga.
Sono tra le figure più affascinanti del Mito e la Wolf le fa riemergere dal  passato e noi le sentiamo vicine, attraverso le loro voci comprendiamo meglio noi stesse e il nostro presente.

«Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l’hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l’ultima cosa che vide… Vicine, oggi come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino: verso la porta dal cui fondo non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola.
Con questo racconto vado nella morte…»

Questo è il suggestivo Incipit di Cassandra, la protagonista aspetta la morte davanti alla Porta dei Leoni di Micene e in quel momento si dipana davanti a lei tutto il suo passato, lo sgretolarsi della sua civiltà e «i piani temporali si intersecano fittamente»3 così come la voce della scrittrice si intreccia con quella del personaggio.

2_cassandraLa Wolf racconta4 come è nata l’idea del romanzo. Alla partenza per un viaggio in Grecia stava leggendo L’Orestea di Eschilo e dice di essere stata “folgorata” dal personaggio di Cassandra «La vidi subito… si impadronì di me» e soprattutto rimbomba in lei il grido della sacerdotessa troiana «Di nuovo mi travolge lo strazio del vedere… Perché volli a tutti i costi il dono della veggenza?» (Eschilo. Orestea).
È proprio questo il tema che mi conquista maggiormente nella Cassandra della Wolf, il tema del vedere, sviluppato in chiave femminista.

«Cassandra si articola attorno al nesso veggenza – cecità. Il verbo vedere è forse quello che ricorre di più nel lessico che dà forma alla vicenda. E in un certo senso, in questo racconto, ciò che davvero ci viene narrato è come una donna impara a vedere a dispetto della volontà degli dei e di quella degli uomini» (Anita Raja).

Cassandra ha la vista profetica? Ha ricevuto il dono e la maledizione della vista da Apollo quando le è apparso in sogno sotto forma di lupo? O piuttosto nel tempio dal serpente che rappresenta la Dea? In realtà la sacerdotessa troiana comincia a vedere quando incombe la crisi e vede quello che le sta attorno nel Palazzo, e vede i “segni” che preparano la guerra che porterà alla disfatta e prende consapevolezza di una intera città che rifiuta di vedere, che crede nella finzione, una intera città che diventa cieca di fronte a quanto sta accadendo. Davanti alla porta di Micene si rende conto che «nessun dio le ha dato la veggenza. Il dono di vedere è una capacità tutta umana, che il Potere asserve, corrompe e tacita…» (Anita Raja).

3_medea_sandsPronunciamo un nome e, poiché le pareti sono porose, entriamo nel tempo di lei
L’abbiamo indotta a mettersi in marcia, dal fondo del tempo ci viene incontro…
Siamo noi che ci degniamo di scendere fino agli antichi, sono loro che vengono a noi? Fa lo stesso. È sufficiente tendere le mani. Passano dalla nostra parte con facilità, ospiti estranei, uguali a noi…
Accanto a noi, speriamo, la figura dal nome magico nella quale i tempi si incontrano, processo doloroso. Nella quale il nostro tempo ci incontra. La donna selvaggia.
Adesso udiamo le voci. (C. Wolf, Medea) 

Con queste parole la Wolf apre il  romanzo del 1996.
Appena pensiamo a Medea, pensiamo alla infanticida. A questo l’ha inchiodata Euripide, e dopo di lui nel corso del tempo tante opere letterarie ne hanno ripreso il personaggio con varie motivazioni del suo agire, ma sempre infanticida.
Christa Wolf ribalta il mito, e lo fa tornando a fonti più antiche nelle quali i figli di Medea  vengono uccisi, a seconda delle versioni, dagli abitanti di Corinto o dai parenti di re Creonte, mai dalla madre.
E indagando su queste fonti la Wolf scopre una figura diversa, forte e generosa, depositaria di saperi antichi. Lo stesso etimo del nome è positivo. “Colei che porta consiglio” e la radice “med” è legata alla capacità di guarire.
È a questa Medea diversa, che la scrittrice dà voce. Nel romanzo è una donna forte, ma al tempo stesso mite, che si prende cura degli altri, tenera nei confronti di chi soffre, la vediamo alleviare le sofferenze di chi chiede il suo aiuto, dall’amica Aretusa alla stessa Glauce (la rivale). E in tempi difficili è ancora capace di ridere insieme agli amici. Ed è  la sua risata inconfondibile che risuona in noi, non certo la rabbiosa sete di vendetta che ci sommerge nella tragedia di Euripide.

Della passione per Giasone rimangono solo ricordi, tracce lontane. Anzi Medea è ancora così vitale da essersi abbandonata ad un nuovo amore. In questo caso la scrittrice  introduce un personaggio completamente “nuovo”, Oistros, lo scultore che viene da Creta, isola lontana in cui erano ancora presenti tracce dell’antico matriarcato. E Oistros rappresenta, così come in Cassandra Anchise ed Enea, un modello maschile diverso rispetto a quello del maschio violento e assetato di potere. Con il nuovo amore Medea dice di essere rinata, ma ne parla quasi con pudore.
La vicenda ci viene raccontata da punti di vista diversi, che rappresentano le sfaccettature di una realtà poliedrica. Ecco la ragione del sottotitolo Voci. Giasone, Agameda, Acamante, Leuco, Glauce e, naturalmente, Medea.

4_medea_deMorganMedea è la “diversa” per eccellenza. Donna straniera proveniente da una cultura diversa diventa “strega” minacciosa cui attribuire colpe non sue. Eppure ha sperato fino all’ultimo in una riconciliazione con i Corinzi. Ha creduto fino all’ultimo che la sua diversità sarebbe stata accettata. Non li ha compresi, non si sono compresi a vicenda.
È proprio questo il punto che emerge da entrambi i romanzi della Wolf. Lo scontro tra due mondi troppo diversi l’uno dall’altro, l’incapacità di accettarsi vicendevolmente, di comprendersi.
Due mondi, due civiltà. E le protagoniste sono tra questi due mondi, ne percepiscono, ne vivono le contraddizioni, le pagano sulla loro pelle, ne diventano “capro espiatorio”. Cassandra la veggente, Medea la maga, la straniera.

In una intervista del 1996 la scrittrice richiama la tendenza, ricorrente in tutte le epoche  nei momenti di crisi, della ricerca del capro espiatorio e come siano adatti a questo scopo soprattutto i “diversi” o gli anelli deboli della società.

wolf2Provo ora a rintracciare nell’Oroscopo della Wolf alcuni degli aspetti individuati nell’opera.
Nel suo tema di nascita è preponderante l’elemento Acqua. Il Sole è in Pesci, la Luna in Cancro. L’ Acqua è l’elemento dell’empatia, della ricettività, della sensibilità profonda.
La luna è dominante5 nel suo oroscopo. Ed è la luna che dà la capacità di vedere.
E questo mi sembra assolutamente in linea con il fascino che hanno esercitato sulla autrice le due sacerdotesse dell’antichità. Pensiamo alla tematica della “seconda vista”, delle premonizioni e visioni in Cassandra.
Inoltre non stupisce che abbia trasmesso a questi personaggi la dolcezza, la mitezza, il bisogno di amare, di prendersi cura degli altri così tipico della donna Pesci.
Ancora dei Pesci ritroviamo il tema della vittima, come abbiamo già visto in Pasolini, e del capro espiatorio delle contraddizioni della società. Tema che si trova in entrambi i romanzi e su cui insiste in modo più esplicito in Medea.
Oltre alla dominante lunare anche la Venere in Toro, segno della più antica Grande Madre Terra, richiama e sottolinea gli aspetti della arcaica cultura matriarcale e motiva come sia inaudito per la Wolf concepire una donna assassina dei propri figli e, per meglio sostenerlo, afferma che è assolutamente impossibile essere infanticida per «una donna proveniente da una cultura matriarcale».
Quando poi viene chiesto alla scrittrice se rimpianga il Matriarcato risponde negativamente, ma dice di sognare una società ideale in cui uomini e donne si realizzino pienamente in condizioni di parità. Ma da tutto questo, dice, «siamo ancora distanti anni luce»6.

NOTE:

  1. Un pianeta è esaltato nel segno in cui le sue caratteristiche si espandono al massimo, quindi nel caso della luna la sfera emotiva, la femminilità, la madre…
  2. Christa Wolf, è stata  una importante scrittrice della Germania dell’Est, era una convinta socialista e, seppure talvolta si dimostrasse critica nei confronti del governo, non ha mai posto in discussione il marxismo. Per questo venne duramente criticata e anche, negli anni della riunificazione tedesca, ha subito l’umiliazione di ingiuste accuse di collaborazionismo con la Stasi.
  3. Anita Raja in Postfazione a Cassandra
  4. Da Premesse a Cassandra di C. Wolf
  5. La luna è dominante in quanto domiciliata in Cancro ed esaltata nei Pesci.
  6. Intervista della Wolf al Buchjournal nel 1996.

Rosalba Granata

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