UN LIBRO PER TE – CAPRICORNO: LA PASSIONE DI ARTEMISIA DI SUSAN VREELAND

di Rosalba Granata

«Mio padre mi camminava accanto per darmi coraggio e con la mano sfiorava lieve i pizzi che ornavano le spalle del mio corpetto. La luce abbagliante, quasi allo zenit, infuocava già le pietre che pavimentavano la piazza. Sopra Tor di Nona, l’ombra immobile del nodo scorsoio dell’Inquisizione, il tribunale papale, si proiettava sinistro sul muro e il suo profilo pareva l’immagine di una lacrima.
Un disagio di breve durata, Artemisia” disse mio padre, guardando diritto davanti a sé. “Non più di una piccola strizzatina. Stava parlando della sibilla».
(Incipit La passione di Artemisia)

Nell’incipit del romanzo, Artemisia cammina con accanto il padre che la incoraggia ad affrontare la prova della tortura della sibilla decisa dal Tribunale dell’Inquisizione romana per stabilire la veridicità della sua testimonianza. È lei che deve sottoporsi a tortura, lei che ha subito lo stupro, lei che è la vittima di violenza. Alle dita della diciassettenne viene stretta una cordicella che, a ogni domanda dei giudici, le viene serrata in maniera sempre più dolorosa fino a lacerare la pelle.

È con questo episodio drammatico che si apre il romanzo. Da qui parte Susan Vreeland per raccontare la storia di Artemisia Gentileschi: famosa pittrice del ‘600.

Artemisia, donna forte e coraggiosa, subì violenze e umiliazioni ma seppe imporsi per il suo genio. In un’epoca in cui le Accademie d’Arte erano chiuse alle donne è la prima a essere accolta all’Accademia di Disegno di Firenze. Le sue opere divengono famose, sfonda nel mercato dell’arte, raggiunge il successo. E non si limita, come le altre donne, a dipingere soggetti floreali, ambienti e personaggi domestici o nature morte, ma affronta temi epici e biblici, scene piene di pathos e tensione, dipinti con forti contrasti tra luce e buio nello stile del Caravaggio.

Le sue eroine sono donne forti, impegnate in azioni drammatiche. Sisara, Dalida, Giuditta, quasi autoritratti. Determinata appare la sua Giuditta colta nel momento in cui, con mano ferma, affonda il coltello nella gola di Oloferne per salvare il suo popolo dalla schiavitù. Il tema era stato trattato più volte dagli artisti, ma Artemisia vi imprime una collera nuova violenta, una sete di vendetta.

Donna forte che sfida le convenzioni è anche Emily Carr, protagonista di un altro romanzo della Vreeland, L’amante del bosco.

Anche lei ha saputo sfidare i pregiudizi del suo tempo. Nel Canada del primo Novecento in cui gli indiani erano emarginati e incutevano paura alla buona società, Emily si pone come obiettivo di rappresentare la cultura dei nativi che va perdendosi.

Fa quello che una donna non ha mai fatto, si presenta nei più lontani villaggi, va da sola nel gelido nord dove risuonano i tamburi delle feste per le elevazioni dei pali, tra indigeni che incutono terrore, che non accettano gli estranei. E riesce a farsi accettare, riesce a fare comprendere come sia l’amore per la loro arte che la fa andare tra loro. È affascinata dai totem, pali altissimi con figure dai forti colori, corvo, lupo, volti umani intagliati nel legno che urlano con rabbia e disperazione lo strazio di un popolo.

Il loro fascino è forte e terribile ma poi, si chiede Emily, quando vai a dipingerli cosa rimane? Immagini scialbe. Come può l’arte tradizionale dare il senso della loro drammaticità? Diventa consapevole che deve imparare un nuovo modo di dipingere un nuovo modo di vedere.

Va in Francia per studiare gli impressionisti e i fauves che, con i loro colori forti e con le loro immagini distorte, stanno creando un’arte nuova. Ed è da loro che vuole imparare.

Ma se era «mademoiselle coraggiosa» nella foresta, la città la terrorizza. Non ha paura delle pericolose tribù ma trema a Parigi. Le incute ansia. Ognuno ha il proprio coraggio e le proprie debolezze. Quando torna nella sua terra ha finalmente acquisito gli strumenti per realizzare le sue opere.

Nella nota al libro l’autrice avverte che questo, come gli altri suoi romanzi, è opera di finzione ma scaturita da anni di ricerche, letture e ammirazione delle le opere della pittrice canadese e ha cercato di restituire «lo spirito della sua vita coraggiosa e straordinaria»

Artemisia Gentileschi ed Emily Carr sono figure femminili di grande forza interiore. Sono donne/eroine ribelli, decise a perseguire i loro obiettivi e a non lasciarsi sopraffare da una società che vorrebbe relegarle al tradizionale ruolo subalterno.

Vreeland ritiene che tutte le donne dei suoi romanzi siano figlie di Artemisia. Sono tutte animate dalla stessa forza dirompente della passione.

I romanzi di Vreeland affascinano per la commistione tra finzione letteraria e scrupolosa documentazione storico artistica, ci fanno assaporare personaggi del mondo dell’arte, ci fanno vivere in ambienti lontani dal nostro, ci danno sempre nelle più diverse vicende un punto di vista femminile.

Forse il mio preferito è La vita moderna che sa comunicarci la passione di Renoir per la pittura, per le donne, per la gioia della vita. Lo scenario è quello della Parigi dell’epoca degli impressionisti, città che spicca come protagonista del romanzo.

Al centro del romanzo è un quadro: La colazione dei canottieri. Seguiamo la genesi dell’opera, impariamo a conoscere i personaggi rappresentati, tutti amici del pittore, ammiriamo il diverso fascino delle donne, tutte da lui amate. Angele Legaul, sua modella, è la donna seduta al tavolo e sta discorrendo con il giovane alle sue spalle, mentre Aline, sua futura moglie, gioca con il cagnolino. Ellen, attrice teatrale e modella, è la donna che beve. Jeanne Samay, che porta le mani guantate verso il grande cappello, è attrice famosa della Commedie Francaise. E infine, appoggiata alla balaustra, ci sorride la luminosa e sensibile Alphonsine, figlia del proprietario del locale, tra le figure femminili in primo piano nel romanzo.

«“Toutes mes chères femmes” disse con voce rotta dall’emozione. Le sue donne, coraggiose ognuna alla sua maniera. 2Cosa credete che vedrà la gente negli anni futuri, guardando questo dipinto?” gli domandò Durand-Ruel. ”la gioia di vivere”»
(Vreeland La vita moderna)

Il dipinto ha un’attrazione magnetica, non ci stanchiamo mai di vagare da un personaggio all’altro, siamo spinti a cercare la direzione degli sguardi, le corrispondenze dei colori.

Susan Vreeland ha Sole, Venere e Mercurio in Capricorno.

Le sue eroine mi pare rispecchino pienamente le caratteristiche della donna di questo segno.

Donne forti, amazzoni corazzate(1), che perseguono con costanza e rigore i loro obiettivi.

Saturno, il Pianeta del Capricorno, infonde senso del dovere e del sacrificio, e capacità di affrontare le prove della vita.

Possiamo vederla come una grande montagna che non cede a fragilità e mette a disposizione degli altri la sua forza. Ma, dietro la donna solida che sa raggiungere il successo, si percepisce il bisogno di comprensione e calore. E allora, quando acquista fiducia e sicurezza, si toglie l’armatura e sa esprimere con profondità i suoi sentimenti.

Note
1. Marco Pesatori. Astrologia delle donne

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