LEGGERE LA NAKBA – PARTE 1

di Federica Stagni

Quello che segue è il testo scritto da Federica Stagni e letto durante il nostro Aperitivo a Tema Leggere la Nakba del 14 maggio 2023.

L’evento di stasera mira a commemorare una storia omessa e nascosta, perché si sa, la storia la scrivono sempre i vincitori. Dopo l’Olocausto è diventato quasi impossibile occultare crimini contro l’umanità su larga scala. Il nostro mondo moderno, dominato dalla comunicazione, specialmente dopo l’avvento dei media elettronici, non permette più che le catastrofi prodotte dall’uomo rimangano nascoste al grande pubblico o vengano negate. Invece uno di questi crimini è stato quasi completamente cancellato dalla memoria pubblica mondiale: l’espropriazione delle terre dei palestinesi da parte di Israele nel 1948. Questa vicenda, la più decisiva nella storia moderna della terra della Palestina, è stata da allora sistematicamente negata, e ancora oggi non è riconosciuta come un fatto storico e tantomeno ammessa come un crimine con il quale è necessario confrontarsi sia politicamente sia moralmente. Questo evento viene ricordato dai Palestinesi come al-nakba la Nakba la tragedia. La commemorazione della Nakba è illegale in Israele e lo è anche in Germania, lo stato più sionista d’Europa, così come il BDS, il movimento per il boicottaggio disinvestimento e sanzione.

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COME UN’ARABA FENICE

di Laura Comitogianni

L’Aperitivo a Tema del 25 aprile di quest’anno, dedicato come da tradizione alla Festa della Liberazione e alla riflessione sulla Resistenza, ha significato per noi di Metro-Polis anche rinascita, ripartenza, un nuovo inizio dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia.

A guidarci come un faro e illuminare il cammino, tra tutte le possibili declinazioni del significato attuale di Resistenza, c’è stata la nostra Costituzione

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LEGGERE LA NAKBA

di Federica Stagni

Rema Hammami, antropologa e rifugiata palestinese di seconda generazione, descrive in questo estratto come si sentì quando si trovò per la prima volta davanti a quella che era certa fosse l’ex casa di suo nonno a Giaffa (ora in Israele):

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LA COSTITUZIONE È UN ALBERO

di Patrizia Arcesilai, Milena Boldini, Sandra Forni e Rosalba Granata

La nostra Costituzione, come un albero, ha bisogno di cure e nutrimento

Questa è l’immagine che ci ha guidato nel preparare il 25 aprile di questo anno; la Costituzione che nasce dalla Resistenza, si pone a fondamento delle nostre istituzioni ed è il simbolo della lotta per la libertà.

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NON INIZIÒ CON…

di Angelo Errani

È solo letteratura? È – quello di Primo Levi – solo il ricordo di un passato impossibile da riproporsi?  Il 25 Aprile 1995, ad un simposio organizzato alla Columbia University per celebrare la liberazione dell’Europa, Umberto Eco offrì un contributo che aveva per titolo Il fascismo eterno. Ne propongo alcune righe:

Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo eterno può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo. 

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ANDREA CI HA LASCIATI. NON PERDIAMONE L’INSEGNAMENTO!

Un ricordo di Andrea Canevaro

di Angelo Errani

Ho avuto l’opportunità di lavorare per ventitré anni accanto ad Andrea. Nei ventidue precedenti avevo fatto il maestro di scuola primaria. Arrivai all’Università quasi casualmente, avendo presentato un progetto di ricerca di educazione all’immagine. Andrea era Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e, senza aver mai sentito il bisogno di chiarirne le ragioni, abbiamo iniziato e poi continuato a collaborare: progetto dopo progetto, insegnamenti, cura delle relazioni con le Istituzioni, con le Associazioni, con le Famiglie del territorio.

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EPPURE IL VENTO SOFFIA ANCORA

In questi tempi ci chiediamo con quale spirito aspettiamo il 25 aprile, una data fondamentale per la nostra storia, legata a libertà, memoria, democrazia, politica, cardine della nostra Costituzione .

La pandemia ci ha portato in un tempo sconosciuto, inaspettato, in cui si sono alternate: paura, spaesamento, incertezza… Ci siamo trovati a fare i conti con la nostra precarietà, con la vita, con la morte. 

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PARLARE DI GIUSTIZIA CON LA GUERRA AI CONFINI.

Oltre ai corpi, la guerra uccide anche il pensiero, umiliandolo e imprigionandolo nel dolore, nella paura e nell’odio, sentimenti che purtroppo arrivano spesso a occuparne tutto lo spazio. È quel che vuole l’aggressore: disumanizzare le vittime per sottrarre importanza a quelle vite e poi spegnerle senza rimorsi e in modo che di loro non rimanga nulla.

Anche nelle situazioni più drammatiche diventa dunque fondamentale non lasciarci disumanizzare, perché, come ci ha insegnato Primo Levi, l’aggressore può anche prendersi tutto, ma non potrà mai sottrarci il pensiero. Pensare è una forma di resistenza.

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IL CLUB DEL LIBRO, UNA RIPARTENZA

La Biblioteca di Babele, il Club del libro targato Metro-Polis, riparte finalmente dopo la sospensione legata all’emergenza Covid. Dopo un appuntamento zero in cui il gruppo già consolidato di partecipanti si è riunito per stabilire tema dell’anno e letture, siamo qui a condividere il percorso scelto: sia in termini di tappe che in termini di fil rouge che le legherà. 

Il tema su cui ragionare per capire quali titoli portare in gioco (ogni partecipante ne ha proposti diversi che sono poi stati scremati collettivamente) ruotava attorno all’immagine del confine:

«Prendendo spunto dal dato della pandemia, che ha ridisegnato le nostre vite, abbiamo pensato di utilizzare per il nuovo anno del nostro Club del libro il tema del confine come traccia. 

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UNA GIUSTIZIA DIVERSA E POSSIBILE

Di Francesco Colombrita

Se a un gruppo disomogeneo di dieci persone chiedessimo che idea hanno della giustizia, che cosa sia insomma, sarebbe facile imbattersi in dieci risposte diverse. E probabilmente anche in un acceso dibattito. Il che dovrebbe impressionare, considerato che il potere giudiziario – e cioè l’esercizio della giustizia -, corre parallelo a quello legislativo ed esecutivo in ogni stato di diritto. Per cui si potrebbe osare dicendo che non esiste una narrazione condivisa di uno dei tre poteri cardine dell’ordinamento di uno stato moderno. Una cosa non da poco. 

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