In occasione dell’Aperitivo a Tema che avrà luogo domenica 17 dicembre presso il Centro Socio Ricreativo Culturale Stella (già Trento Trieste), in via Savioli 3, dalle ore 19:00 in poi, in cui parleremo de “La migrazione vista dall’altra parte”, Silvia Salucci ha scritto un’introduzione ai temi che tratteremo. Approfondiremo contesti e realtà diverse rispetto a quella italiana, grazie alla voce di chi ne è stato protagonista in prima persona. Saranno con noi Martina Bovo, che ci racconterà della propria esperienza in Libano, Erika Capasso e Giulia Zanetti, della onlus HAYAT, che ci parleranno invece della situazione turca.
5 giugno 1947. George Marshall, segretario di Stato, annuncia la decisione degli Stati Uniti d’America di creare un ponte di aiuti umanitari e finanziari per supportare la ripresa dell’Europa occidentale dopo la seconda guerra mondiale.
L’Europa è il primo beneficiario diretto di una misura economico-finanziaria internazionale che vede da una parte un approccio interventista degli Stati Uniti ma dall’altra un Piano che riesce a sostenere i paesi europei dalle disastrose conseguenze belliche.
Segna una ripresa, ma anche una dipendenza.Il Piano Marshall viene annunciato dall’Università di Harvard forse per avvalorare il connubio (talvolta mal riuscito) tra cultura e politica.
Tanti anni sono passati da quel lontano giugno. Ci ritroviamo oggi a fare i conti con situazioni geo-politiche sempre più complesse. L’Italia ha risicato negli anni investimenti per le politiche di cooperazione internazionale e da beneficiaria si ritrova ad investire un magro 0,25% del Pil in fondi destinati alla cooperazione e allo sviluppo.
Ma per cooperare servono investimenti importanti? E come vengono destinati i fondi?
Una visione macro è nulla se non riferita al micro.
Allora torniamo sui territori, alle esperienze di Erika, Giulia e Martina che ci racconteranno di progetti realizzati con e per le persone.
Vivere esperienze “dall’altra parte”, capire aspetti nuovi sui flussi migratori, investire in progetti educativi a testimonianza che migrazione, cooperazione e viaggio cambiano innanzitutto chi li vive indipendentemente da “quale parte stai”.
Silvia Salucci