PHYLOSOPHY AND THE CITY: VIVI UNA VITA AUTENTICA!

A quanti capita di vivere molti anni nella solita noiosa routine e poi all’improvviso, nel giro di un anno, avvengono così tanti cambiamenti da lasciarci senza parole? Bè, a me è successo proprio l’anno passato. Ho avuto un figlio, mi sono dovuta organizzare per cercare casa, mi sono sposata e quando tutto sembrava poter tornare in una specie di tranquillità (dopo che si ha un figlio è impossibile vivere tranquilli), è subentrato quello che per me è stato il cambiamento più difficile da affrontare: un secondo trasloco! Cambiare casa significa tante cose, vuol dire prima di tutto trovare un posto dove poter creare la tua quotidianità, spostare la propria personalità, selezionare e organizzare gli scatoloni da fare, arredare, pulire… Ma la cosa più brutta è quando si devono disfare tutti gli scatoloni! Ve lo assicuro, dopo due traslochi lo posso dire con una certa tranquillità, non si finisce mai!

Articolo Gloria C’è sempre qualcosa che non trovi più o che lasci per sbaglio in uno scatolone dimenticato in garage. Le cose importanti ci si ripromette di metterle ben in evidenza ma qualcosa può sfuggire. È da un mesetto che sto cercando una fotocopia di uno stralcio del libro del filosofo tedesco Martin Heidegeer (1889-1976) che la professoressa di Filosofia ci aveva dato all’ultimo anno del liceo. IMG_7449In questo breve passaggio di Essere e Tempo, pubblicato nel 1927, il filosofo tedesco descrive l’uomo come Dasein, “esser-ci”, un essere qui e ora, un “essere-gettato-nel-mondo”. L’uomo si ritrova nel mondo senza averlo deciso ma dove può progettarsi in vista dell’unica possibilità certa che ha, ossia la morte. Questo “essere-per-la-morte” da un lato provoca quel sentimento d’angoscia propria della nostra esistenza ma dall’altro è ciò che ci permette di dare un senso alla nostra vita. Solo compiendo scelte autentiche potremmo dire di aver progettato e vissuto la nostra vita in modo pieno. Questo significa non accomodarci dietro ad affermazioni del tipo: “Si è sempre fatto così”, “si dice che…”, modelli che non implicano scelte personali, vite in cui si chiacchiera ma non si vive in maniera autentica. Solo ponendo la morte come cardine delle nostre possibilità potremmo dire di scegliere autenticamente come vivere e realizzare il nostro “esser-ci”.

Iniziare una rubrica con un articolo che parla di morte non sembra essere una scelta azzeccata ma ho voluto proprio scegliere questo per due motivi: da un lato non dobbiamo vedere la morte in maniera pessimista ma strutturare la nostra vita in vista di quell’unica cosa certa che sappiamo avverrà. Per mio sommo dispiacere non siamo eterni o per chi vuole, per essere eterni dobbiamo comunque passare per la morte.

Articolo Gloria2In secondo luogo questo brano della fotocopia, per quanto ad alcuni possa non dire molto, a me ha cambiato modo di vedere le cose. Ogni volta che mi trovo ad affrontare momenti difficili in cui non so cosa scegliere, come comportarmi, mi torna in mente che devo affrontare la vita facendo scelte autentiche e non impersonali, solo così al termine dei miei giorni non avrò rimpianti e avrò progettato e realizzato il mio essere in questo mondo. Ed è proprio per questo che questa fotocopia tutta sottolineata è per me importante, è un ricordo, un conforto e una spinta a vivere questa vita in un modo adeguato. La devo trovare. Forse è proprio rimasta in quello scatolone pieno di libri vecchi che ho messo sotto il letto. Vado a controllare.

Gloria Bonora

0 thoughts on “PHYLOSOPHY AND THE CITY: VIVI UNA VITA AUTENTICA!

  1. Ciao Gloria, innanzitutto complimenti per l’articolo. Sono pienamente d’accordo con te!
    Per quanto riguarda il trasloco io mi trovo a cambiare casa e città per la terza volta in 5 anni, quindi immagina lo stress. Gli scatoloni, come dici tu, sono la cosa peggiore perché mi vedo circondata da tante cose che devo portare da un’altra parte. Però, almeno, fra pochi giorni vivrò in un posto che mi piace perciò non vedo l’ora 🙂
    Buon inizio di settimana 🙂
    Ciao

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