APPETIZER BOOKS: DIARIO DI UNA CONCUBINA IMPERIALE – NIJŌ

diario-di-una-concubina-imperialeEra un giorno apparentemente come tutti gli altri, in quel 1940, quando il professor Yamagishi, nei meandri della biblioteca imperiale di Kyoto, trovò un antico manoscritto. Esaminandolo con curiosità colse un’annotazione firmata dall’imperatore Reigen: «confessione spontanea». Scorrendo qua e là i caratteri antichi colse pian piano frammenti di una memoria lontana: «allo schiarir della notte si levò una nebbia primaverile»; «Il quinto mese è già il tempo in cui la rugiada si posa sulle maniche»; «Ai dolori del passato si sono aggiunti quelli recenti». Emerge, a distanza di secoli, la vita di Nijo, nobile cortigiana al servizio di un ex imperatore, che al suo spazio più intimo ha affidato i pensieri più segreti e inopportuni, le storie più private e nascoste. Un Giappone medievale e sconosciuto viene dipinto dal pennello di una donna forse inadatta all’epoca in cui vive, forse troppo incline ad amori proibiti, con una vocazione poetica profonda ed una sensibilità straordinarie. Dopo circa 700 anni, questo tesoro disperso nei lunghi corridoi di un’imponente biblioteca, sconvolgente per il valore letterario ancor prima che per quello storico, ci costringe a frequentare la corte imperiale, con i suoi ritmi, il suo calendario e i suoi abiti maestosi e complicati; si sforza aggraziato di stupire il lettore con la penombra delle alcove più intime e dei focolari domestici, nelle grandi case di legno in cui come sempre le ombre accompagnano passioni di rugiada e lunghe parole trascinano fino all’alba; ci trafigge con la dolcezza di un empatia senza tempo che mette a nudo il cuore di Nijo e il nostro; colora le pagine di monaci taoisti e buddhisti, esorcismi, maledizioni, voti e sortilegi di un’epoca in cui si aspirava a reincarnarsi con i saggi nel Nirvana. Non mancano intrighi e gelosie in questo mondo che vive pervaso di un cupo sentimento in attesa di una catastrofe millenaristica. Il ritrovamento fortuito di Nijo e del suo passato, non può che far suppore il peso delle emozioni che sono rimaste bloccate nelle pieghe della storia, sommerse dalla polvere e dalla cenere, ma apre la speranza verso quelle stelle che splendendo lontane ogni tanto riemergono.

Francesco Colombrita

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