APPETIZER BOOKS: IL POSTO – ANNIE ERNAUX

di Francesco Colombrita

Edito L’orma editore, 2014, 120 pp

«Tu dici che non bisogna essere autobiografici? –
Anzi, devi esserlo al punto tale che la vita sparisca»
W. Siti

Comincia tutto dalla fine. Una dichiarazione di morte e un funerale. La necessità di collocare in un dato punto del tempo e dello spazio le altre cose della nostra vita, quelle che avevamo lasciato indietro, distaccandoci di nascosto. Una fuga impossibile, perché chi corre trascina con sé le proprie radici, tra i passi percorsi. Dal momento in cui ci si guarda indietro, però, ripartire vuol dire portare le ombre davanti a noi e, non avendole più alle spalle, scrutarle. Così comincia la storia, un viaggio verso ciò che non si può ammettere e che Annie Ernaux, senza potersi fermare, getta sulla pagina dando sostanza a chimere e ricordi. Ne emerge un flusso che è la formazione emotiva e la crescita di una ragazza nella Normandia del secondo dopoguerra, tra la terra e l’industria, il lavoro dei genitori che cercano di sfuggire alla fabbrica rendendosi indipendenti, della terra che non dà più frutti e della frattura inevitabile con un mondo borghese che ha raggiunto le campagne. La necessità che origina questo testo è palpabile, non vi è una sola parola di troppo, mentre quelle assenti vibrano per importanza. Una scrittura che dà sostanza alle lacune. È così che una storia privata diviene, improvvisamente, universale.

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