APPETIZER BOOKS: LE OTTO MONTAGNE – PAOLO COGNETTI

di Francesco Colombrita

Edito Einaudi, 2017, 199pp

«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa».

Nei piccoli borghi sperduti, le cose non cambiano mai. 

Sono statuarie memorie di ghiaccio, perenni come le nevi dei secoli passati. In esse si annida la permanenza, una sfida aperta al mondo che cambia e al divenire, distante dalla solidità di quelle vie che si percorrono finchè la loro stessa indole impone di fermarsi. Il piccolo Pietro lo intuisce ben presto, erede di una nostalgia raminga, figlio di due genitori che la montagna la portano dentro, costretti a vivere altrove. Sono le case sparute di Grana a riallacciare la connessione con le vette che la grigia Milano mostra solo in lontananza. Ed è la conoscenza di Bruno, il piccolo pastore, che cambia la vita di Pietro. In Tibet si racconta che il mondo sia fatto di otto montagne e otto mari, disposti in cerchio al monte più alto di tutti, il Sumeru. Ci si chiede chi divenga più saggio, se colui che percorre la terra o colui che raggiunge la vetta più alta. È una domanda insoluta. Pietro e Bruno sembrano giocare questa ambiguità, inconsapevoli. Testimoni di ciò che cambia ma soprattutto di ciò che rimane immutato, delle aspirazioni e delle complessità, del calore di un rapporto umano e della sua inadeguatezza.

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