BIBLIOTECA DI BABELE: VIAGGIO NELLA VITA COME SCRITTURA

di Francesco Colombrita

Una frequente domanda che interroga critici letterari e lettori curiosi è da sempre quella del rapporto tra un autore e la sua opera. Quanto Flaubert ha messo della propria esperienza nello scrivere Madame Bovary, corrisponde a vero che bastò una notizia di cronaca a scatenare la sua penna? Ancor di più: è Fitzgerald colui che si cela dietro la maschera di Nick Carraway, narratore del Grande Gatsby? Il tema diviene dirompente e si annulla quando la finzione si mette da parte e si dichiara fin da subito che le vicende davanti a noi sono una storia autentica, autobiografica, il racconto di una vita.

Ciò che diviene perturbante è il momento in cui le due istanze si mescolano, quando la soggettività dichiaratamente biografica si contamina con elementi che non si ritengono tali. Nella letteratura contemporanea questo tema ha dato vita a un vero e proprio filone di romanzi che vengono definiti di non finzione (dall’inglese nonfiction), nonché a sperimentazioni linguistiche e stilistiche del tutto originali come quella di Annie Ernaux. Domenica 13 ottobre La Biblioteca di Babele, il club del libro di Metro-Polis, si riunisce per un incontro che muove dalle pagine della Lingua salvata di Elias Canetti, Premio Nobél per la letteratura nel 1981 e tra i più importanti sperimentatori del genere autobiografico.

Come sempre al Centro Socio Ricreativo Culturale Stella, in via Lodovico Savioli 3, alle 17:30. 

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