DA CRISALIDE A FARFALLA

Mozione per l’elezione del Consiglio Direttivo dell’associazione
Metro-Polis – per una cittadinanza attiva

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In questi articoli troverete, settimana per settimana, lungo l’intero mese di ottobre, le tre parti in cui è divisa la mozione ‹‹Da crisalide a Farfalla›› su cui si baseranno le candidature per il prossimo Consiglio Direttivo.
La scrittura di questo documento è stato un esercizio collettivo e uno sforzo condiviso da parte dell’intera associazione, per questo motivo troverete firmati questi articoli proprio con il nostro nome, con la scritta: Metro-Polis. Nelle parole che leggerete di seguito e nelle prossime uscite sono condensate le esperienze e gli insegnamenti dei tre anni appena trascorsi, il lungo percorso dei ‹‹15 minuti con Metro-Polis›› e gli esiti del primo degli incontri denominati ‹‹Costruire Metro-Polis›› (dedicato, nello specifico, proprio alla scrittura di questo documento). Scegliamo di approvare e rendere pubblica tale mozione prima di conoscere i nomi delle candidate e dei candidati al prossimo Consiglio Direttivo proprio per sottolineare l’impegno collegiale che la nostra comunità ha profuso nell’elaborare questi contenuti. Contenuti semplici, essenziali ma che delineano una mappa ben precisa della nostra identità presente e futura.
In questo primo articolo pubblichiamo solamente una citazione, posta in esergo alla nostra mozione, per dare il senso di ciò che sarà.

‹‹Anziché dirti di Berenice, città ingiusta, che incorona con triglifi abachi metope gli ingranaggi dei suoi macchinari tritacarne (gli addetti al servizio di lucidatura quando alzano il mento sopra le balaustre e contemplano gli altri, le scalee, i pronai si sentono ancora più prigionieri e bassi di statura), dovrei parlarti della Berenice nascosta, la città dei giusti, armeggianti con materiali di fortuna nell’ombra di retrobotteghe e sottoscale, allacciando una rete di fili e tubi e carrucole e stantuffi e contrappesi che s’infiltra come una pianta rampicante tra le grandi ruote dentate (quando queste s’incepperanno, un ticchettio sommesso avvertirà che un nuovo esatto meccanismo governa la città); anziché rappresentarti le vasche profumate delle terme sdraiati sul cui bordo gli ingiusti di Berenice intessono con rotonda eloquenza i loro intrighi e osservano con occhio proprietario le rotonde carni delle odalische che si bagnano, dovrei dirti come i giusti, sempre guardinghi per sottrarsi alle spiate dei sicofanti e alle retate dei giannizzeri, si riconoscano dal modo di parlare, specialmente dalla pronuncia delle virgole e delle parentesi; dai costumi che serbano austeri e innocenti eludendo gli stati d’animo complicati e ombrosi; dalla cucina sobria ma saporita, che rievoca un’antica età dell’oro: minestrone di riso e sedano, fave bollite, fiori di zucchino fritti.
Da questi dati è possibile dedurre un’immagine della Berenice futura, che ti avvicinerà alla conoscenza del vero più d’ogni notizia sulla città quale oggi si mostra. Sempre che tu tenga conto di ciò che sto per dirti: nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna; la certezza e l’orgoglio d’essere nel giusto – e d’esserlo più di tanti altri che si dicono giusti più del giusto – fermentano in rancori rivalità ripicchi, e il naturale desiderio di rivalsa sugli ingiusti si tinge della smania d’essere al loro posto a far lo stesso di loro. Un’altra città ingiusta, pur sempre diversa dalla prima, sta dunque scavando il suo spazio dentro il doppio involucro delle Berenici ingiusta e giusta.
Detto questo, se non voglio che il tuo sguardo colga un’immagine deformata, devo attrarre la tua attenzione su una qualità intrinseca di questa città ingiusta che germoglia in segreto nella segreta città giusta: ed è il possibile risveglio – come un concitato aprirsi di finestre – d’un latente amore per il giusto, non ancora sottoposto a regole, capace di ricomporre una città più giusta ancora di quanto non fosse prima di diventare recipiente dell’ingiustizia. Ma se si scruta ancora nell’interno di questo nuovo germe del giusto vi si scopre una macchiolina che si dilata come la crescente inclinazione a imporre ciò che è giusto attraverso ciò che è ingiusto, e forse è il germe d’un’immensa metropoli…
Dal mio discorso avrai tratto la conclusione che la vera Berenice è una successione nel tempo di città diverse, alternativamente giuste e ingiuste. Ma la cosa di cui volevo avvertirti è un’altra: che tutte le Berenici future sono già presenti in questo istante, avvolte l’una dentro l’altra, strette pigiate indistricabili››

Da Le città invisibili di Italo Calvino.

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