EDITORIALE – APERITIVO A TEMA DI FEBBRAIO: “ISIS: PER SAPERNE DI PIÙ”

L’ 08/02/2016, presso il Centro Socio Ricreativo Culturale Stella, abbiamo dato vita all’Aperitivo a Tema  ‹‹Isis: per saperne di più››. Un appuntamento importante reso possibile dalla generosità della nostra ospite, Giulia Sudano, ricercatrice esperta di cultura e politica economica del mondo arabo, già tutor del corso ‹‹Storia ed istituzioni dei paesi del Mediterraneo›› presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e collaboratrice di diverse testate giornalistiche on line.
Un appuntamento importante anche per l’inizio vero e proprio del nostro Percorso Partecipato ‹‹Verso Metro-Polis››, con l’inaugurazione dei ‹‹15 minuti con Metro-Polis››, questo mese adottati dalla nostra Rosalba Granata.

Quando, nell’impostare la programmazione annuale di Metro-Polis, ci siamo ritrovati a pensare alla possibilità di organizzare un Aperitivo a Tema sull’Isis e sulla contemporanea situazione mediorientale, non abbiamo avuto dubbi circa l’opportunità o meno di applicare la nostra formula associativa a una tematica così delicata. Ci siamo già occupati di temi sensibili (se ha senso definirli tali) e sempre lo abbiamo fatto abbinando l’estremo rigore culturale all’assoluta semplicità delle forme: con i nostri Aperitivi a Tema ci siamo occupati di identità di genere, di cure palliative, della situazione palestinese, di carcere, di transessualità, etc… Alle volte siamo stati criticati per questo tipo di scelta, perché chiacchiere e spuntini, sostengono i nostri detrattori, mal si prestano al rigore politico di certe analisi e all’integra dignità di alcune tematiche. La nostra esperienza, fatta di tre anni di incontri, confronti e approfondimenti, ci ha invece insegnato il contrario: la leggerezza, inquadrata come valore etico-culturale cardine, e l’informalità con cui trattiamo i nostri contenuti sono le strade maestre per un approfondimento reale, per l’autentico contatto con argomenti importanti.
12717503_878324565619961_4398797366860160639_nNessuna remora, quindi, nel calendarizzare un Aperitivo a Tema incentrato sull’Isis.
Ricostruire gli intrecci tra interessi economici, scelte spesso azzardate compiute dai paesi occidentali in materia di politica estera, peculiarità culturali di quei contesti è un’operazione tutt’altro che banale, difficilmente esauribile in un paio d’ore. Ci sono tuttavia alcune considerazioni generali che questo ricco e articolato incontro ha permesso di far emergere.

La prima riflessione riguarda certamente l’origine e lo sviluppo di fenomeni come quello dell’Isis e la percezione che in paesi come il nostro ne abbiamo. Di Isis si è infatti cominciato a parlare sui media sia nazionali che europei in un periodo relativamente recente. Da allora, siamo stati continuamente sommersi da notizie e informazioni di ogni tipo sul cosiddetto “Stato Islamico”, dall’oggi al domani divenuto il nostro nemico numero uno, terribile e inarrestabile. Gli attentati, da ultimo quello di Bruxelles, hanno amplificato le nostre sensazioni di paura e smarrimento. Ma il fenomeno Isis non è nato improvvisamente e senza un motivo; al contrario, ha avuto un lungo periodo di incubazione in quelle aree delicate del Medio Oriente che sono divenute oggetto, loro malgrado, delle politiche militari statunitensi di George W. Bush all’indomani dell’11 settembre 2001. In particolare la guerra in Iraq, e il conseguente rovesciamento dei rapporti di forza tra sunniti e sciiti, hanno creato le condizioni ideali per il diffondersi di focolai violenti che sono cresciuti e si sono organizzati negli anni fino a costituire il pericolo attuale. Pericolo non solo per le popolazioni europee, ma prima di tutto per quelle locali che non a caso in alcune aree si riferiscono all’Isis con il termine dispregiativo Daesh. Possiamo quindi capire fino a che punto politiche estere sbagliate possano creare danni anche nel lungo periodo, tanto più in un contesto globalizzato come quello attuale: è oramai impossibile credere che l’intervento militare in una qualsiasi area geografica del pianeta non abbia ripercussioni sulle nostre vite quotidiane. Da qui emerge anche l’oramai inderogabile necessità di lavorare a una politica estera comune nell’Unione Europea che troppo spesso, in particolare in seguito a situazioni di criticità, ha visto i singoli paesi muoversi in ordine sparso secondo i propri interessi nazionali, seguendo spesso l’onda di deleteri populismi.

12745629_878325688953182_2436487982177904581_nUna seconda riflessione riguarda inevitabilmente il ruolo, e quindi la responsabilità, dei media occidentali rispetto alla conoscenza che il grande pubblico può avere di questi fenomeni. Non si tratta solo della serietà e della completezza delle informazioni, ma anche dello “sguardo” con cui ci invitano a guardare, e di conseguenza a interpretare, i fatti che si verificano in aree come quelle del Nord Africa e del Medio Oriente. La lettura di questi eventi avviene tendenzialmente attraverso una lente storico-culturale occidentale, quella stessa lente che ci porta a definire, sbagliando, le rivoluzioni degli anni passati con l’espressione “primavere arabe”, caricando così quei movimenti di significati lontani dal loro carattere originale. O, ancora, si pensi alla retorica, tanto spesso ricorrente soprattutto nel caso della situazione siriana, che induce i paesi occidentali a optare per il sostegno di un regime dittatoriale pur di combattere il terrorismo; in modo simile, ma contrario, quante volte si è scelto di sacrificare personaggi certamente indifendibili moralmente e politicamente, ma senza prevedere accurati processi di cambiamento: le morti violente di celebri dittatori sono state raccontate banalmente, come eventi positivi, senza neppure avere un’idea di cosa avrebbero significato in contesti così diversi dai nostri.

Questi temi hanno stimolato una vivace discussione, sempre guidata dall’obiettivo di comprendere più a fondo dinamiche certamente difficili. Con questo incontro, Metro-Polis ha così tentato di offrire la possibilità di interrogarsi su questioni delicate e complesse, attraverso un confronto serio, attento e misurato. Cercare di capire cosa succede intorno a noi, non accontentandoci di ricevere informazioni in modo passivo e parziale, si rivela infatti un passo sempre più urgente e necessario.

Beatrice  Collina
Mattia Macchiavelli

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