PILASTRO: LE FOTO DI IERI PER ARRICCHIRE IL DOMANI

Domenica 27 novembre 2016 abbiamo dato vita all’Aperitivo a Tema dal titolo ‹‹Cittadinanza attiva››. L’obiettivo è stato quello di «realizzare una relazione solida e stabile, di scambio reciproco, con realtà a noi contigue per impegno e visione». […] La locuzione ‹‹cittadinanza attiva›› abbiamo voluto intenderla come progettualità dal basso, come un insieme di persone che si legano per realizzare qualcosa, come un sistema significativo di relazioni che ha una ricaduta virtuosa sul territorio».
In quell’occasione sono state nostre ospiti Tiziana Zullo e Lorenza Zullo «per porre un focus sulle esperienze che stanno da diverso tempo animando il Pilastro, tra cui l’Associazione di promozione sociale per lo sviluppo delle attività e dei servizi di comunità Mastro Pilastro e il blog Pilastro2016»1. La redazione del blog Pilastro2016 ci ha inviato un articolo che pubblichiamo qui di seguito. Siamo felici di aver iniziato questa collaborazione, ampliando così quella rete tra associazioni del territorio bolognese che è uno dei nostri obiettivi.

Laura Comitogianni

 

“De-centrate, de-gradate, de-nigrate, de-pravate. Pericolose e malavitose. Le periferie sono sempre state considerate zone di serie B, meno ambite di altre, anzi dalle quali, potendo, è meglio stare lontani. La gente vi abita per forza e necessità, solo per dormire. Tipica è l’espressione dispregiativa di quartiere dormitorio.

La vita vera, da vivere veramente, il lavoro, lo svago, sono altrove… in centro.

Sono concezioni vetuste e superate.

Molti progetti ed esperienze hanno dimostrato il contrario. Ciò nonostante lo stigma resta e permea il nostro pensiero individuale e collettivo. Il valore commerciale di un appartamento decresce progressivamente in base alla distanza dal centro, per esempio.

È veramente paradossale verificare quanto, in una società a rapida mutazione sociale, sia lento il mutare dei pensieri.

Se ci sono determinati presupposti, per esempio di mobilità e servizi e se si pone attenzione alla tipologia edilizia, le periferie possono essere ed in molti casi sono, luoghi confortevoli e ricchi di iniziative e vitalità. La possibilità di usufruire di spazi verdi è in genere maggiore e minori sono i problemi di parcheggio. Vi sono persone che scelgono di vivere in periferia e non solo per motivazioni economiche…

Ma non sempre i presupposti di qualificazione sono rispettati. Gli abitanti ed il loro modo di comportarsi sono la vera storia di un territorio. Si possono associare o meno, possono cercare di risolvere i problemi che man mano si presentano o reagire in maniera più passiva e rassegnata. Fondamentale è la capacità di ascolto e collaborazione che si riesce ad instaurare fra istituzioni, scuola, amministrazione locale, associazioni del territorio.

La storia di un territorio è la storia della sua evoluzione, non solo degli edifici che lo costituiscono.

Queste considerazioni aprono il progetto presentato alle Istituzioni Locali bolognesi da una nostra cittadina redattrice, al termine del progetto del Comune di Bologna Pilastro 2016, nato per festeggiare il 50° anniversario dalla costruzione del Pilastro. Come molti sanno, il progetto si proponeva, fra gli altri obbiettivi, l’insediamento di una redazione di cittadini volontari per la gestione del blog territoriale e un Archivio digitale di Comunità frutto del laboratorio gestito da Laminarie e aperto ai contributi di tutti.

“Le tante associazioni presenti al Pilastro e i molti dei cittadini che qui hanno vissuto la loro vita o parte di essa, hanno generosamente ed orgogliosamente conferito ai volontari operativi in questo cantiere i loro materiali, foto e filmati, relativi agli argomenti più diversi. Momenti di vita privata, prime comunioni e primi giorni di scuola, scene di giochi nei cortili,momenti di festa e cantieri edili in costante attività, manifestazioni e creazione dei centri sociali. Sfilate di carri carnevaleschi e tango argentino ballato in strada. Il Comitato Inquilini e la Fattoria Urbana, la Record che oggi coinvolge migliaia di universitari. La strage della banda della Uno Bianca. Il Centro sociale. Il DOM la Cupola fino al Centro Documentazione Handicap e la Biblioteca che prende il nome del primo presidente del Comitato Inquilini Luigi Spina. Foto e filmati, nella maggior parte dei casi dilettantistici e forse senza nessun specifico valore artistico, ma che nel loro insieme costituiscono un grande patrimonio condiviso. È la storia di un rione, di una comunità, che vive, cresce, festeggia, contesta, fa sport, coltiva orti, frequenta la scuola, fonda centri di aggregazione.”

È una (anzi 2) proposta/e senza un nome: si potrebbe dire visibilità alle storie normalio anche  visualizzazione della cittadinanza attiva di un ghetto che è riuscito a non essere ghetto” o, per far capire a tutti con malcelata modestia, una mostra/museo delle periferie, luoghi e percorsi per illustrare storia/e, per preservare memoria, per sviluppare iniziativa di rete con altre periferie uguali e diverse in cui le costanti sono le stesse.

“Penso che questi frammenti di storia condivisa siano anche la storia di tanti altri posti simili. Una Italia rurale a prevalenza contadina che si ritrova a vivere in periferie urbane condominiali; un passaggio che ha segnato la vita di molti nati intorno agli anni ‘40 e ‘50. Due foto emblematiche di 50 anni di storia: l’uccisione tradizionale del maiale nelle vie del Pilastro vecchio, mentre sullo sfondo le gru costruiscono condomini di cemento armato, e Il festival della zuppa del 2015, festa di colori, sapori, etnie, generazioni accomunati dai pochi soldi con cui mettere la cena in tavola.

Proposta 1 

Porre le “foto d’epoca” di 50 anni fa del Pilastro nei luoghi corrispondenti di adesso: il Parco Pasolini, la Chiesa Parrocchiale, il Circolo la Fattoria. Ma anche la scuola, il centro commerciale, le fermate di autobus.

Proposta 2 

Creare una mostra permanente all’interno del quartiere in cui queste foto e questi materiali siano visibili a tutti, cittadini e turisti per dire e mostrare che le periferie – dove attualmente vive la maggior parte della popolazione – hanno storie che meritano di essere viste e condivise, su cui ragionare ed imparare.

Sarebbe un valore aggiunto per la città! E per il quartiere.”

Redazione blog Pilastro2016

NOTE:

  1. Editoriale Cittadinanza attiva di Mattia Macchiavelli

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