Jessica Beatrice Elora MacGill, nota soprattutto col nome d’arte di J.B. Fletcher, è un’insegnate d’inglese statunitense, divenuta celebre per aver fatto fortuna come scrittrice di romanzi gialli e per possedere l’insolita capacità di risolvere casi d’omicidio impensabili nelle situazioni più improbabili. Vedova dell’amato capitano Frank Fletcher, Jessica ha vissuto gran parte della sua vita a Cabot Cove, ridente cittadina del Maine sulla costa del New England, per poi trasferirsi a Manhattan al fine di accettare l’incarico di insegnante di criminologia presso l’università di New York.

Origini irlandesi, membro del Congresso degli Stati Uniti d’America, azionista di una squadra di football, imparentata con un numero inumano di fratelli, sorelle, cugine, nipoti; Jessica Fletcher è famosa nel mondo per l’innata dote di trovarsi, sempre e comunque, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sono noti i suoi rapporti, personali e professionali, con funzionari d’alto rango di diverse agenzie di spionaggio e controspionaggio che operano a livello mondiale; per citarne alcune: CIA, Scotland Yard, KGB.
Non rinuncia, indipendentemente da quanti cieli possano caderle addosso, a tre cose: una buona tazza di tè, il giardinaggio e una sana dose di chiacchiere di fronte a gustosi manicaretti.

Buona e sadica, materna e dominatrice, premurosa e inflessibile, Jessica Fletcher è la risposta all’annosa domanda di Leibniz: ‹‹Si Deus est, unde malum? Si Deus non est, unde bonum?››. Conflagrazione ultima delle vecchie metafisiche, inizio che trae il senso dalla propria aletheia, nuovo paradigma d’una morale secolare. Le antiche istanze filosofiche perdono valore di fronte all’esito ultimo della teodicea contemporanea: Jessica Fletcher è il perno dell’esistente, oltre la corruzione ontologica, al di là del bene e del male.

In sintesi: chiave di volta

Linda Green