AMARCORD: QUELLA GROTTA SPAVENTOSA: L’OMICIDIO DI LEONARDA POLVANI

Per chi non la conosce, Bologna è le Due Torri, il Nettuno, i tortellini ed altri particolari indicibili, come la famosa cartolina delle 3 T (torri, tortellini e tette). Ma solo chi vive, chi è nato a Bologna può conoscere questa Misteriosa Signora. E forse neanche loro. Non è un caso che in questa città, conosciuta come ricca, gaudente, comunista e consumista, si sia formato un gruppo conosciuto come ‘i giallisti bolognesi’. Perché Bologna, unica al mondo con i suoi quasi 40 chilometri di portici, sa nascondersi bene. E per scoprirla è necessario viverla, vederla, passeggiarla. E neanche questo basta.

C’è la Bologna lussuosa, del Pavaglione fino ai quartieri ‘alti’; c’è la Bologna universitaria, antica, popolata e degradata; c’è la Bologna sotterranea, che con la sua archeologia racconta di una città d’acqua simile a Venezia; la Bologna che è nata addirittura nella preistoria, come testimoniano i reperti risalenti al Paleolitico Inferiore; c’è la Bologna fascista di via Marconi, con i suoi palazzi austeri e orrendi e la Bologna fascista che tuttora vive intorno a Porta Lame, con le sue case popolari che favorivano la socializzazione tra le persone. E poi c’è la Bologna periferica, divisa tra quartieri nuovi e anonimi e posti incredibilmente arcaici e selvaggi. E si potrebbe continuare. Ma ci fermiamo qui, per dire che oltre ai famosi ‘colli bolognesi’ cantati da i Lunapop (primo gruppo di Cesare Cremonini), Bologna è circondata da un hinterland che l’attraversa come una linea retta, da Casalecchio di Reno a San Lazzaro di Savena. Continue reading