LE PELLICOLE DI ANTONIO: “STAR WARS” – UNA BREVE DISAMINA DELLA TRILOGIA ORIGINALE CINEMATOGRAFICA

…e mentre Star Wars – Episodio VII Il Risveglio della Forza è diventato il 3° incasso della storia del cinema…

…Si può cominciare così questo racconto: mettendo subito in chiaro che, agli albori di questo pezzo di storia (non solo cinematografica), esisteva un solo e lungo soggetto, dal titolo Le Guerre Stellari, che le maggiori major avevano rifiutato e che, invece, il giovane fondatore e produttore della Ladd Company aveva portato alla 20thCentury Fox, convinto dal suo autore, l’allora sconosciuto e giovanissimo regista californiano George Lucas.
Il suo film d’esordio nel mondo cinematografico (American Graffiti) non era ancora stato distribuito nelle sale americane, sebbene Lucas stesse già da tempo a testa china su un “monumento” di (ancora) fumo che sarebbe stato volutamente legato (artisticamente) all’uscita definitiva degli Stati Uniti dall’avventura guerrafondaia e criminale del Vietnam, dalle bugie del Watergate e dagli anni nefasti del Nixianesimo alla Casa Bianca.
Ciononostante, quello che ormai veniva a essere il primo Star Wars del 1977 (dal 1999 EPISODIO IV -Una Nuova Speranza) sembrava essere proprio agli antipodi rispetto ai film realisti e politici di quegli anni di Hollywood (disimpegnato sia da un lato che dall’altro della barricata): nessuna sfumatura tra bene e male, eroi senza macchia e senza paura, neanche una goccia di sangue, una sorta di spiritualismo quasi suggerito.
Flash Gordon (nelle dichiarazioni di Lucas) è stata la massima fonte di ispirazione, oltre al “pittorismo” alieno di Griffith e Riefensthal, coadiuvato da una rilevante ammirazione per la filosofia orientale e per l’eleganza dei codici d’onore dei samurai. Continue reading

LE PELLICOLE DI ANTONIO: LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SPLENDENTE

La storia della Principessa Splendente è un film di animazione giapponese del 2014 diretto dal maestro Isao Takahata e 21° lungometraggio dello Studio Ghibli.
 
A differenza del precedente e penultimo animé del maestro Hayao Miyazaki (Si alza il vento), il recente capolavoro di Isao Takahata non ha ottenuto (anche per colpa di una distribuzione cinematografica che definire vergognosa è poca cosa…) lo stesso riscontro di pubblico. 
Fedelmente tratto da Taketori monogatari (Il racconto di un tagliabambù), uno dei racconti giapponesi più antichi e popolari appartenuti al X° secolo, il film ruota attorno alla figura magica di Kaguya, creatura minuscola dalle sembianze umane trovata nell’incavo di un tronco di bambù dal signor Okina, un anziano boscaiolo tagliabambù.

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Editoriale: “Album”

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Il 18/02/2015, nella splendida cineteca del Centro Sociale Ricreativo e Culturale Giorgio Costa, si è svolto il primo vero e proprio Aperitivo a Tema di quest’anno: Mariangela Casalucci1, ospite volata a noi direttamente da Madrid, ci ha presentato ‹‹Album››, documentario di cui è produttrice, incentrato sulla figura di Giacomo Morante (l’allora quindicenne Giovanni per Il vangelo secondo Matteo2 di Pierpaolo Pasolini3).

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Nelle settimane antecedenti alla visione del documentario, Metro-Polis ha voluto intraprendere un piccolo percorso di autoformazione circa i macrotemi soggiacenti ad ‹‹Album››. Rosalba Granata4 ha tracciato in ‹‹Pesci, la complessità. Pier Paolo Pasolini intellettuale del segno››5 un suggestivo ritratto dello stesso Pasolini: un affresco poliedrico teso a restituire l’assoluto polimorfismo delle posizioni culturali e politiche dell’intellettuale bolognese, di un uomo continuamente eretico, di un apolide dell’intelligencija. Sempre su questo blog, Antonio Rossi6 ha scritto ‹‹Il vangelo secondo Matteo››7: articolo incentrato sull’omonimo film di Pasolini, uno scritto che travalica i confini della mera recensione per proiettarci nell’affascinante dimensione dell’interpretazione; un luogo privilegiato in cui si cerca di carpire l’identità, potente e segreta, di tale pellicola. Continue reading

Il Vangelo secondo Matteo

Il 18 febbraio p.v. sarà ospite di Metro-Polis la regista Mariangela Casalucci, che ci presenterà il suo Album: documentario su Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, che ha come oggetto le vite degli attori che hanno recitato nella pellicola Pasoliniana. Con l’occasione, il nostro appassionato di cinema Antonio Rossi ci ha regalato una sua brillante recensione del capolavoro di Pier Paolo Pasolini. Antonio analizza il film concentrandosi su ciò che caratterizza fortemente il punto di vista di Pasolini nel narrare la vicenda di Gesù di Nazareth; in particolare le scelte del regista come quella di arruolare attori non professionisti, di utilizzare abiti di scena semplici, ci catapultano nella volontà di Pasolini di svelare Cristo nella sua accezione più strettamente umana, proprio come emerge dal racconto di Matteo, scelto quindi non casualmente ma con un intento ben preciso e delineato. Antonio, poi, non si ferma agli aspetti stilistici del film, ma ci regala un ritratto di Pier Paolo Pasolini come uomo, partecipe e interprete instancabile delle vicende del suo tempo.

Laura Comitogianni

Il Vangelo Secondo Matteo è un film del 1964 diretto da Pier Paolo Pasolini.

04_ Il Vangelo secondo Matteo_Pasolini-thumbLa pellicola di Pasolini, seguendo per filo e per segno il Vangelo di Matteo, traccia la vita di Gesù di Nazareth, dalla Santa Annunciazione a Maria alla predicazione della Parola di Dio, fino alla morte di Gesù sulla croce e alla Resurrezione.

L’uomo e regista Pasolini fa mostra, in questa pellicola, della sua natura di eterodosso. Egli fu, infatti, eterodosso poeta, intellettuale, scrittore, attore, regista e finì per farsi cacciare da entrambe le “Chiese” che hanno caratterizzato la sua epoca: quella cristiana e quella comunista. L’intellettuale bolognese, che per tutta la vita si definì nipote del marxismo, riesce ad incastonare la figura di Gesù nel solco di queste due grandi dottrine. Il Cristo infatti, se da una parte è presentato come figlio dell’onnipotente dispensatore di parabole e miracoli, è al tempo stesso molto più umano di quanto le scritture, o meglio la loro interpretazione ufficiale, lascino trasparire: non è certo casuale la scelta di Pasolini di riprodurre la vita del Figlio di Dio sulle orme del Vangelo di Matteo, nel quale Cristo è visto nel suo volto più umano (cosa rilevabile sin dai primissimi versetti che puntano sulla carnalità della discendenza del Figlio dell’Uomo: «Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, […] Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo»). Ma proprio per la sua natura di “non cattolico” distaccato dal marxismo ortodosso Pasolini è riuscito a regalare un capolavoro di sensibilità ed equilibrio, che ha addirittura strappato i consensi sia – seppur a mezza bocca – alla voce ufficiale del PCI (ovvero l’Unità), che – molto più entusiastici – alle sezioni meno conservatrici del clero cattolico. È infatti questo Cristo pasoliniano quasi l’incarnazione della conciliazione tra l’ideologia rivoluzionaria comunista e l’interpretazione più aderente al pauperismo, e dunque anch’essa rivoluzionaria, del messaggio del Figlio del Padre: una figura di Gesù in cui spiccano gli attacchi ai ricchi ed al potere costituito nel nome di una rivincita dei sottomessi, e si punta sulla violenza scioccante del “porgi l’altra guancia”: una delle idee più sconvolgenti della storia dell’umanità.

Il Vangelo secondo Matteo ci dà un’interpretazione del messaggio evangelico che è probabilmente uno degli elementi che sta alle fondamenta dell’incredibile riuscita di questo film, in quanto grazie al suo lato più marxista Pasolini riesce a darci una figura di Cristo più verace, un’idea della potenza del suo messaggio molto più efficace (ed in effetti, finora insuperata) di quanto avrebbe potuto fare un qualunque regista cattolico. Lo spiritualismo, sempre presente in questo film, infatti, sembra quasi comparire di riflesso, senza mai disturbare: l’arcangelo Gabriele viene presentato nella sua essenza angelica vestito di umili cenci, senza ali, luci o gingilli vari. La stessa resurrezione, il trionfo dello spiritualismo, viene discretamente indicata senza sensazionalismi di sorta, ma semplicemente con Gesù che ritorna a parlare ai suoi apostoli. Tutto ciò è possibile anche perché non è nel vero interesse di Pasolini (o almeno non è il suo interesse principale) in questo film il giustificare o mettere in dubbio la corrispondenza narrazione-realtà nel messaggio evangelico, bensì il confronto con il perché del mondo, studiato attraverso l’analisi della morte: complementare alla vita per una piena comprensione delle ragioni dell’esistenza. Si spiega dunque così la forma utilizzata dal regista per descrivere il Vangelo di Matteo: visionaria e onirica, o se si preferisce semplicemente iperpurista, è la scelta della rappresentazione pasoliniana, che decide di non toccare minimamente la “sceneggiatura originale” – temendo d’intaccarne la poesia che il regista stesso vi sentiva, osservando il più umano degli uomini (com’egli riteneva Cristo, portatore di un’umanità ideale e dunque in tal senso divina) – ma semplicemente di trasporla crudamente esattamente così com’è, senza alcuna immagine o alcuna parola di raccordo di sorta, e dunque proponendo la vita di Gesù a salti, proprio come le visioni durante un sogno. Continue reading

UN LUOGO DI TUTTI, UN LUOGO PER TUTTI

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La pazza avventura di Metro-Polis è cominciata ormai due anni orsono… ma questa è un’altra storia! Il ventidue di gennaio abbiamo festeggiato il secondo compleanno della nostra associazione, organizzando uno dei nostri Aperitivi a Tema presso il Centro Sociale, Ricreativo e Culturale Giorgio Costa; una serata all’insegna del nostro slogan: “Il divertimento è una cosa seria”. È proprio questo motto, mutuato senza troppi pudori da Italo Calvino, il motore propulsivo e invisibile che muove anche l’identità profonda del nostro Blog: la voglia di creare un luogo in cui le passioni possano dialogare, una finestra sui fecondi mondi che popolano Metro-Polis, uno spazio virtuale in cui la vita collettiva sia un toccarsi di cuori e cervelli.
Da un anno, ormai, il blog di Metro-Polis vive di articoli, suggestioni, recensioni e commenti: lo abbiamo voluto costruire come una sorta di piazza dialogica in cui tutti i soci abbiano la possibilità di scrivere e confrontarsi sui più svariati ambiti del sapere e del sentire. Partendo dai propri interessi, dalle proprie viscere emotive, dai propri pruriti intellettuali, ciascuno di noi ha e può avere in Metro-Polis un referente: un contenitore votato all’ascolto e impegnato a dar voce ai singoli che ne compongono la comunità. In questa prospettiva, il nostro blog assume su di sé l’importante onore di costituirsi come luogo non fisico del confronto, di essere il braccio virtuale di Metro-Polis, in un continuo scambio dinamico con la realtà tattile dell’associazione.

Nello statuto di questa nostra associazione troviamo scritto: ‹‹Metro-Polis è un progetto aperto, in divenire, e il sottotitolo “cittadinanza attiva” rivela anche la prospettiva civica dell’associazione: non si intende esprimersi nella scelta di un partito politico, ma si vuole l’apertura al confronto caratterizzato dalla tolleranza per le differenti posizioni, alla discussione consapevole del fatto che la diversità è sinonimo di ricchezza. Esiste al di là delle appartenenze individuali un sentire comune cui intendiamo dare voce: la necessità di una politica rinnovata che si basi sui valori di onestà e trasparenza. La cultura, da intendersi come bene comune e primario, può essere anche un piacevole strumento di trasformazione››. Rispettando l’impulso civico che soggiace all’intera attività dell’associazione, il blog di Metro-Polis vuole essere anche una lente d’ingrandimento per quelle realtà associative che agiscono sul nostro territorio, un piccolo focus su quei movimenti di socialità originale che muovono dal basso e di cui poco si sente parlare. Metro-Polis ha nella volontà di farsi rete uno dei propri pilastri identitari e statutari: il nostro blog non può che riconoscersi in tale identità profonda, contribuendo con interviste e presentazioni di realtà differenti dalla nostra ma a noi contigue. Continue reading