In un giorno da Bologna si può andare e tornare per una breve escursione, oltre che in Emilia Romagna, in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino e Alto Adige, Veneto, Friuli, Toscana, Marche, Umbria. In due giornate si raggiungono la Costa Azzurra, la Svizzera, l’Austria, la Slovenia, il Lazio, l’Abruzzo.
Partendo dal cibo e dal vino, utilizzando come veicolo la fruizione didattica e pratica della civiltà della tavola e delle tradizioni del territorio anche a livello storico, economico e sociologico, si possono evocare mete artistiche e cuturali nonchè luoghi geografici e paesaggistici anche lontani.
La Fase 2 comporterà problematiche differenti rispetto al periodo precedente. Reclusi più o meno volontariamente, poi in spasmodica attesa della liberazione, e ora fiduciosi nel recupero graduale della socialità, ci troviamo però, oltre che ancora con alcune regole e limitazioni, con timori e incertezze e una inestricabile burocrazia che rendono difficile questo recupero. Sono quindi prematuri gliassembramenti in luoghi chiusi e turismo, sport, spettacolo e convivialità continueranno, più o meno, a esserne penalizzati. Al momento possono aiutarci gli spazi aperti, stante la stagionalità favorevole per circa cinque mesi; quindi ristoranti e trattorie con queste caratteristiche, agriturismi e aziende agricole e vinicole. Possiamo partire proprio dal vino e dal cibo, utilizzando come veicolo la fruizione didattica e pratica della civiltà della tavola e delle tradizioni del territorio, anche storico-sociologiche. Potendo così evocare, in modo virtuale, luoghi storici e mete artistiche anche lontani. Continue reading →
I prodotti del territorio e la loro trasformazione e lavorazione fino all’arrivo sulla tavola; la storia delle tradizioni e delle feste legate all’alimentazione di una regione o di un paese; come oggi tutto ciò si è conservato, con un riscontro tangibile, vedendo e gustando dal vivo gli antichi e moderni luoghi dove i prodotti agricoli e animali venivano e vengono preparati e consumati dall’uomo.Continue reading →
A Bologna, si sa, tutto ruota attorno al cibo. Ce lo ricorda costantemente una delle definizioni più celebri della città, “Bologna la grassa”, e ci viene confermato ogni giorno dai gruppi di turisti estasiati davanti alle vetrine di alimentari ricche di mortadellone penzolanti. Si moltiplicano golosi itinerari enogastronomici in città e nel territorio extra-urbano, così come si moltiplicano i locali dediti alla ristorazione di qualsiasi tipo. Un’amica spagnola, a Bologna per uno scambio universitario, un giorno allegramente esasperata sbotta: “Basta parlare di cibo! Qui parlate sempre di cibo! Anche mentre mangiate, parlate di cibo!”. Nulla da poter replicare: è davvero così. E anche noi di Metro-Polis non facciamo eccezione con i nostri Aperitivia Tema e le Cene di Caterina.Continue reading →
“Il cibo non è mai stato così di moda” affermava Serra nel 2013(2). E la situazione si è accentuata in questi ultimi anni. Molti i programmi televisivi, prove del cuoco, consigli di chef, gare di cucina. Per non parlare, e Bologna è sicuramente in prima fila, dell’apertura di sempre nuovi locali, fiere del cioccolato, sfogline… E il 15 Novembre apre FICO.
L’articolo di Michele Serra era dedicato all’uscita del libro: Cibo e Libertà. Slow food. Storie di gastronomia per la liberazione. Un titolo orgogliosamente politico questo di Carlo Petrini. E infatti il suo impegno è sempre stato vivo, caratterizzato dalla volontà di liberare il cibo dalla sua “alienazione”, di restituirgli umanità, significato, socialità e anche dall’impegno in battaglie a favore della biodiversità e dei diritti dei contadini contro l’agricoltura dominata dalla speculazione finanziaria. Molte sono le organizzazioni da lui fondate: Arci gola, Slow food, Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, Terra madre.Continue reading →
Nella letteratura greca antica, principalmente nell’epica omerica, i cibi hanno una funzione particolare, detta tipizzante. Essi, come gli epiteti che contraddistinguono i diversi individui – eroi, dèi e dee, re e regine e esseri mostruosi -, contribuiscono a designare in modo specifico le personalità.
Tuttavia, rispetto agli epiteti che circoscrivono in modo individuale un personaggio, come ‘pie’veloce’detto di Achille, ‘domatore di cavalli’di Ettore e ‘bella chioma’di Elena, facendo riferimento a caratteristiche specifiche del suo carattere, della sua storia o dell’aspetto, la dieta è tipizzante a un livello più generale, in parte potremmo dire sociale, in parte per ruoli. Questo significa che personaggi appartenenti a una medesima classe sociale, o ricoprenti gli stessi ruoli all’interno dell’epica letteraria, consumano o sono accostati agli stessi cibi e questi non si mescolano fra loro. Ciò significa che gli dèi gustano solo nettare e ambrosia mentre gli eroi si nutrono solo di carni arrostite e i personaggi mostruosi e violenti solo carni crude. E’ questa la prima distinzione delle diete che vediamo compiersi all’interno dei poemi omerici e che continuerà a connotare i caratteri dei personaggi nella letteratura greca successiva e non solo.
Consideriamo a titolo esemplare l’omofagia, ossia il mangiare carne cruda, considerata una qualità non umana. Il caso più eclatante nell’Odissea è rappresentato da Polifemo, il quale divora numerosi compagni di Odisseo senza cucinarli in alcun modo, e sicuramente questo atteggiamento enfatizza la brutalità e la violenza del ciclope, mostro con un solo occhio figlio di Poseidone. Altresì il divorare carne cruda caratterizzava i riti in onore di Dioniso, dio fra le altre cose della sfrenatezza. Durante questi rituali gli iniziati ai misteri dionisiaci, completamente fuori di sé e in preda a un grande furore, facevano pezzi con ferocia animali della taglia di una capra o di una pecora (atto detto in greco sparagmòs) e ne mangiavano i brandelli di carne cruda, tutto questo a imitazione dell’uccisione e dello smembramento di Dioniso a opera dei crudeli e violenti Titani, che poi ne mangiarono le membra. Il carattere spiccatamente selvaggio e ferino accostato all’omofagia persiste nella letteratura greca e latina, giungendo fino a noi nelle piùdiverse saghe di esseri mostruosi e sanguinari, come licantropi e streghe (per quanto riguarda i latini, si pensi reciprocamente al Satyricon di Petronio e alle Metamorfosi di Apuleio), che proprio nel mondo greco acquisiscono le loro fondamentali e immutate caratteristiche (tuttavia è bene precisare che la connotazione selvatica e non umana del consumo di carne cruda è trasversale a moltissime culture).