AMARCORD: BOLOGNA, LA SUA STORIA E LA BOLOGNESITÀ IN PILLOLE

 

AL DUTÀUR BALANZÀN

Tempo di Carnevale e, allora, parliamo della tipica maschera bolognese, il dottor Balanzone (al dutàur Balanzàn). Maschera che appartiene alla Commedia dell’Arte come tante altre maschere italiane e, come queste, un pò dimenticata a favore – almeno nei travestimenti infantili ed adulti – di personaggi più popolari, fumettistici e televisivi.

Indossa pantaloni al ginocchio e camicia nera ornata di un colletto bianco. Sotto le scarpe eleganti veste calze bianche e, in testa, porta un feltro a larghe tese, nero. Sotto braccio porta sempre con sé un librone, simbolo del suo sapere. Continue reading

AMARCORD: QUELLA GROTTA SPAVENTOSA: L’OMICIDIO DI LEONARDA POLVANI

Per chi non la conosce, Bologna è le Due Torri, il Nettuno, i tortellini ed altri particolari indicibili, come la famosa cartolina delle 3 T (torri, tortellini e tette). Ma solo chi vive, chi è nato a Bologna può conoscere questa Misteriosa Signora. E forse neanche loro. Non è un caso che in questa città, conosciuta come ricca, gaudente, comunista e consumista, si sia formato un gruppo conosciuto come ‘i giallisti bolognesi’. Perché Bologna, unica al mondo con i suoi quasi 40 chilometri di portici, sa nascondersi bene. E per scoprirla è necessario viverla, vederla, passeggiarla. E neanche questo basta.

C’è la Bologna lussuosa, del Pavaglione fino ai quartieri ‘alti’; c’è la Bologna universitaria, antica, popolata e degradata; c’è la Bologna sotterranea, che con la sua archeologia racconta di una città d’acqua simile a Venezia; la Bologna che è nata addirittura nella preistoria, come testimoniano i reperti risalenti al Paleolitico Inferiore; c’è la Bologna fascista di via Marconi, con i suoi palazzi austeri e orrendi e la Bologna fascista che tuttora vive intorno a Porta Lame, con le sue case popolari che favorivano la socializzazione tra le persone. E poi c’è la Bologna periferica, divisa tra quartieri nuovi e anonimi e posti incredibilmente arcaici e selvaggi. E si potrebbe continuare. Ma ci fermiamo qui, per dire che oltre ai famosi ‘colli bolognesi’ cantati da i Lunapop (primo gruppo di Cesare Cremonini), Bologna è circondata da un hinterland che l’attraversa come una linea retta, da Casalecchio di Reno a San Lazzaro di Savena. Continue reading

AMARCORD 2: IL DELITTO ALINOVI

Abbiamo già parlato del primo dei cosiddetti delitti del Dams, cioè di quegli omicidi che furono così falsamente definiti dalla stampa dell’epoca. In realtà la scorretta definizione nacque dopo l’assassinio di Francesca Alinovi e, dato che parliamo di un omicidio avvenuto più di trent’anni fa, quando forse molti lettori non erano ancora nati e, se lo erano, erano troppo piccoli per ricordarlo ora, vale la pena riassumere per sommi capi la vicenda.

Francesca Alinovi era una donna di 35 anni, assistente universitaria del DAMS, nella fattispecie l’assistente di Renato Barilli, uno dei docenti che quel dipartimento l’aveva proposto e creato, insieme ad Umberto Eco. Pur essendo giovane, l’Alinovi era già molto nota, anche a livello internazionale, come critico d’arte e come talent-scout. Bella, molto bella, si vestiva e pettinava però come una ragazzina adolescente un pò ‘scoppiata’, con una capigliatura improbabile ma molto alternativa che, in un certo senso, ‘rovinava’ la sua bellezza. Continue reading

PAROLE COME DIAMANTI – IAN MCEWAN. BAMBINI NEL TEMPO.

Scritto nel 1988 da uno degli scrittori contemporanei più interessanti, Bambini nel tempo è uno di quei romanzi che entrano di diritto nelle antologie scolastiche, rappresentando un esempio di letteratura ‘classica’, cioè di quella destinata a rimanere nel tempo.

mcewan460Il romanzo, dello scrittore inglese Ian McEwan, è ambientato a Londra e dintorni sullo sfondo di un’Inghilterra governata da Margaret Thatcher.
I protagonisti sono un uomo e una donna, marito e moglie: lui scrittore di libri per l’infanzia, lei musicista. La storia inizia in una giornata che, all’inizio, è una giornata qualsiasi e Stephen, il protagonista maschile, si trova in un supermercato a fare la spesa insieme alla sua bambina di tre anni, Kate.  Continue reading

AMARCORD: ANGELO FABBRI, UN COLD CASE BOLOGNESE

Quello di Angelo Fabbri fu il primo dei cosiddetti ‘delitti del Dams’ che, in realtà, non avevano nessun rapporto tra loro se non il filo, esilissimo, del ricondurre le tre persone assassinate, come docenti o studenti, a quel Dipartimento.

Ma chi era Angelo Fabbri? Un ragazzone (1 metro e novanta per quasi cento chili) di 26 anni nato a Cervia; era iscritto appunto al Dams, dove doveva laurearsi in Comunicazione con Umberto Eco. Non era uno studente come tanti: era, nella realtà, l’allievo più promettente del famoso semiologo che, infatti, partecipò ai suoi funerali. Proprio in virtù del suo impegno e della sua brillante intelligenza, Angelo voleva tentare la carriera di ricercatore all’Università, motivo per cui si era trasferito a Bologna con l’intenzione di restarci e, di conseguenza, aveva comprato un piccolo appartamento in via Mirasole), in cui viveva solo. Continue reading

PAROLE COME DIAMANTI: DE PRUFUNDIS DI OSCAR WILDE

Nel mondo letterario, la triste parabola umana di Oscar Wilde è forse la più emblematica per mostrare come la mediocrità possa annullare il genio.

Wilde è universalmente conosciuto come il brillante commediografo, il dandy animatore dei salotti, il sagace creatore di aforismi e l’affascinante uomo di società. Pochi, tuttavia, conoscono il suo lato più profondo ed autentico, quello che emerse nel carcere di Reading, in cui scontò due anni di lavori forzati per ‘sodomia’, termine orrendo che, in Inghilterra, equivaleva a reato sino al 1967.

Ma, in questo caso, non vogliamo contrapporre la grandezza artistica di Wilde alla miseria umana di colui che ne causò, materialmente, la catastrofe: Alfred Douglas, il giovane amante a causa del quale il brillante scrittore fu condannato ai lavori forzati, non fu altro che il reagente chimico che scatenò una serie di conseguenze funeste.  Continue reading

AMARCORD – 2 AGOSTO, LA STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA

Quando l’estate è proprio estate, Bologna, lo sappiamo, è torrida e afosa. Quell’estate non faceva eccezione. Avevo ‘quasi ventun’anni’, perché allora ci si teneva a sottolineare che si era ormai ‘grandi’ e non sapevamo che, qualche anno dopo, avremmo preferito essere più giovani. Studiavo all’Università e collaboravo, da poco, a Punto Radio, che all’epoca era la radio ufficiale del Partito Comunista Italiano. Ma la ‘tessera’ non l’ho mai presa, un po’ perché mi sentivo ‘più di sinistra’ di loro, dove per ‘sinistra’ -per me- significava essere senza tanti ‘paletti’ e avere una mente aperta a 360 gradi, un pò perché ero una di quelle tipe che, come diceva Groucho Marx (che aveva tanti fratelli, ma nessuno si chiamava Karl), “non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me”. Sono ancora così, dev’essere un cromosoma refrattario alla standardizzazione.

Ero a letto anche se ormai erano passate le 10, ma preferivo studiare di notte e, quindi, mi svegliavo tardi. Sono ancora così, dev’essere un disturbo congenito del ritmo circadiano. Continue reading

PAROLE COME DIAMANTI: LA STORIA DI ELSA MORANTE

Questa rubrica vorrebbe occuparsi dei libri che rimangono, cioè di quelli che hanno molto da dire, qualcosa di essenziale da trasmettere aldilà degli anni, delle generazioni, dei pensieri, dei cambiamenti sociali e politici. In sostanza, dei cosiddetti ‘classici’ che, definiti così, sono antipatici a prescindere perché ricordano la scuola, la prof. arcigna, i detestati Promessi sposi e tutte quelle cose che avremmo preferito evitare.

Invece quelli che vengono classificati come classici, in genere, sono quei testi che, una volta letti, non puoi scordare perché evocano una condizione umana che persiste nonostante la distanza temporale.

Durante quest’anno (2015) si sono ricordati  due episodi fondamentali della storia italiana (e non solo): il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale e i 70 anni della fine della Seconda e, per la maggior parte di noi, questi conflitti sono una nozione storica, una commemorazione, una fotografia sbiadita su una pagina web; per i più ‘fortunati’ –mi viene da dire- il ricordo di genitori, nonni, bisnonni.  Continue reading

AMARCORD: 11 MARZO 1977, FRANCESCO LORUSSO

AMARCORD: 11 MARZO 1977, FRANCESCO LORUSSO1

L’11 marzo 1977 si assisteva all’assassinio di Francesco Lorusso, venticinquenne studente di Medicina e militante di Lotta Continua.
Il 1977, per Bologna, fu un anno particolare, segnato da scontri violenti sia dal punto di vista ideologico che da quello istituzionale.
Per chi è troppo giovane per sapere, riassumiamo il contesto: erano anni di grande fermento ideologico, sia da parte della sinistra che della destra; in particolare, gli elementi ‘estremisti’, diciamo così, contestavano la politica dei ‘padri’, ovvero quella dei partiti istituzionali. Così, da ambo le fazioni, si crearono molti movimenti extraparlamentari (cioè non rappresentati in Parlamento) molto critici nei confronti della politica istituzionale. Alcuni di questi gruppi o alcuni individui che facevano parte di questi gruppi confluirono in organizzazioni terroristiche. Continue reading