PERCHÉ GUARDARE IL FESTIVAL DI SANREMO

di Mattia Macchiavelli

SANREMO è da sempre lo specchio del nostro paese.

È un po’ come la storia del berlusconismo: non è stato Berlusconi a plasmare l’Italia a sua immagine e somiglianza, bensì il contrario, egli ha rappresentato il distillato purissimo di uno spaccato di umanità, di tutta una serie di nostri portati antropologici.

Così il Festival, che ha sempre restituito il presente in cui abitiamo, una radiografia dei motivi di fondo della nostra vita nazionale attraverso cui testare il polso della situazione culturale. Lo faceva quando a vincere era Nilla Pizzi, lo fa oggi, quando a condurre c’è Amadeus.

Questo è un Sanremo che nasce e si sviluppa nell’entroterra del populismo delle destre, con vertici Rai espressione dell’allora governo giallo-verde, e come tale deve essere inquadrato. Chiaramente non si tratta di un peccato originale da scontare, nemmeno di un copione già scritto, però è innegabile che l’humus sociale in cui è germogliato abbia una certa valenza ancestrale nel costituirne il genotipo. E questo è un dato che dobbiamo tenere in considerazione, pur senza essere deterministi d’antan. Continue reading