Un’esperienza terrificante quella della peste del Trecento. La mortalità era altissima e completamente sconosciute le cure e le stesse cause dell’epidemia. Infausta congiunzione astrale? Castigo divino? O magari malefici degli odiati ebrei o delle pericolose streghe?
Peste di Firenze nel 1348, incisione dell’edizione del Decameron curata da Luigi Sabelli
È in questo contesto è collocato il Decameron.
Infatti Boccaccio parte proprio da qui. Dalla descrizione attenta, realistica, cruda fino a risultare impressionante degli effetti del morbo sui contagiati.
L’opera di Boccaccio è tutta terrena. Non c’è lo slancio trascendente di Dante né la conflittualità tra cielo e terra di Petrarca.
Dante è ancora uomo del Medioevo, Petrarca e Boccaccio appartengono a un secolo di transizione, il Trecento, con già germi dell’epoca nuova e infatti l’uomo di Boccaccio, precursore dell’imminente Umanesimo, cerca di realizzare se stesso nella vita terrena, l’intelligenza lo aiuta a sfruttare ogni occasione.
Prendiamo la seconda giornata del Decameron(1) nella quale si narrano storie avventurose, «si ragiona di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine».
È il mercante molto spesso il protagonista di questa giornata, la novella di Landolfo Rufolo è definita una vera “Epopea mercantile”.
Landolfo cerca di aumentare le sue ricchezze, per questo riempie una nave di mercanzie e con intraprendenza si mette in mare per scambiarle in terre lontane. Ma la fortuna gli è avversa, una tempesta affonda la sua nave e perde tutto. Nel naufragio per non annegare si aggrappa a una cassa che, quando viene salvato, si scopre contenereun tesoro. Torna quindi a casa più ricco di prima.Continue reading →
Febbraio. Per me, e ormai anche per voi che mi leggete sul blog di Metro-Polis, è il mese dei viaggi. Quest’anno però niente mete esotiche, niente voli da venti ore, niente rischio monsoni, niente lingue strane da parlare. Io e Giulia non eravamo sicuri di poter partire fine all’ultimo minuto, e quindi qualche mese fa ci eravamo attrezzati per organizzare un viaggio vicino, che ci permettesse di prendere voli super low-cost, annullabili all’ultimo secondo in caso di cambi di programma. Ecco quindi l’itinerario: 3 giorni a Napoli, 3 giorni a Madrid, 3 giorni a Siviglia, 4 giorni a Granada. Poi io, proprio come previsto, ho avuto un contrattempo e sono dovuto andare 3 giorni a Varsavia per lavoro. E quindi la vacanza l’ho poi conclusa con 2 giorni a Lisbona. Insomma, un piccolo giro d’Europa.
Ma andiamo con ordine.
NAPOLI
Città dai mille voli. Tristemente famosa per un sacco di cose brutte. Ma amata fino alla morte dai tutti i suoi cittadini. E da sempre decantata anche dai turisti. Io ci andai ormai 13 anni fa. Ricordo poco di quel viaggio, se non che non era una città così turistica come lo è oggi: rifiuti, malavita, etc. erano ancora all’ordine del giorno anche in centro storico. Ed è questa la prima cosa che ci dice Mauro, il simpaticissimo proprietario del B&B Caterina73, dove passeremo un soggiorno meraviglioso: negli ultimi 10 anni, con il nuovo sindaco, Napoli è cambiata. In meglio! Sia da un punto di vista della sicurezza, che da quello della pulizia, arrivando fino all’organizzazione e alla predisposizione ad accogliere i sempre più numerosi turisti.
E ce ne accorgiamo subito! Noi facciamo partire la nostra visita sfruttando il sole che brilla e buttandoci sul lungomare: Castel dell’Ovo con la sua vista sul Golfo di Napoli fino al Vesuvio e il Lungomare Caracciolo. Un mare di gente in strada. La pedonalizzazione della strada e la domenica fanno la loro parte, e l’atmosfera è meravigliosa. Sarà che qualche ora prima eravamo nei 5 nebbiosi gradi di Bologna e ora siamo sotto 18 gradi di sole? Chissà.Continue reading →
Ti guardo da lontano, attraverso una piccola lente…
Catturano la mia vista i molteplici colori caldi e festosi che tanto ti contraddistinguono.
Se chiudo gli occhi per un momento mi trovo immersa per i rioni di Napoli, dove l’inebriante profumo di sfogliatelle, unito a quello del caffè, accarezzano il mio palato.
Sullo sfondo, le note sfumate di Tanto pe’ canta’ riecheggiano da una fisarmonica che un artista di Piazza Navona strimpella, sorridendo ai passanti.
Brillano le Due Torri, imponenti e maestose, e improvvisamente si è catapultati in una città medievale dove il traffico ballerino dell’ora di punta si muove danzante, e il suono dei clacson colora l’aria.
Porto il mio paese nel cuore..
Eppure non mi trovo lì a vivere, non più…
Catapultata a Dubai, negli Emirati Arabi. Dal 2013.
Ripercorro con la mente questo anno che è volato senza che me ne accorgessi, tutte le difficoltà e gli ostacoli che mi sono trovata davanti. Continue reading →