ANCORA MOLTO DA FARE. L’HIV TRA OGGI E IERI

di Francesco Colombrita

«No Henry, no. L’Aids è una cosa che hanno solo gli omosessuali. Io ho il cancro al fegato». A parlare è Roy Marcus Con, il potentissimo avvocato di New York interpretato da Al Pacino nel film Angels in America (tratto dall’omonima pièce teatrale). Siamo sul finire degli anni Ottanta, sotto Ronald Reagan, e in poche parole questo anziano uomo di potere spiega al proprio medico per quale motivo non potrà scrivere sulla cartella clinica la vera natura del male che lo affligge. Nelle battute di un monologo magistrale, la sceneggiatura riesce a scolpire con precisione agghiacciante quell’insieme di ipocrisia e preconcetti che ha caratterizzato la percezione dell’Hiv. Continue reading

APPETIZER BOOKS: LESS – ANDREW SEAN GREER

Edito Nave di Teseo, 2018, 292 pp

di Francesco Colombrita

«Vista dalla mia prospettiva, la storia di Arthur Less non è così male». L’incipit del vincitore del Pulitzer del 2018 non lascia spazio agli equivoci. «Vi racconterò una storia – sembra dire – forse banale e noiosa, la storia della vita di una persona. A mio parere – e discolpa?! – non è così male!». La motivazione di tanto tatto si svela subito: il protagonista è quello che si potrebbe definire un fallito. Uno scrittore fallito. Ha prodotto un romanzo di medio successo, negli anni in cui frequentava un grande e riconosciuto poeta e si poteva permettere di fantasticare sulla figura di Calipso e il suo ruolo nel trattenere l’astuto Ulisse. Poi il nulla. L’oblio e un editore insoddisfatto. Varie relazioni e da ultima la più insensata.

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APPETIZER BOOKS: LA STATUA DI SALE – GORE VIDAL

Edito Fazi, 2018, pp 229

di Francesco Colombrita

Un figlio normale, di una famiglia smaccatamente borghese della repubblicana Virginia degli anni ’30, dovrebbe essere un bravo studente, fare sport, ereditare la carriera famigliare o darsi alla politica; guardare di sottecchi la gente diversa e non desiderare altro che iscriversi a un country club; avere le amicizie giuste ed essere popolare e ben voluto. Non è il caso di Jim Willard. Ottimo atleta e apparentemente un ragazzo come tanti, il protagonista di questo romanzo epocale di Vidal, è schivo e un po’ ribelle e prova qualcosa per il suo amico Bob. Forse era sempre stato così, o forse tutto è nato dopo quel giorno al fiume, nella capanna dello schiavo. Sarà la traccia indelebile di un’attrazione prima sfiorata e poi afferrata con forza, a spingere questo giovane verso un viaggio rocambolesco, ma mai sopra le righe, attraverso un’America che si sta affacciando alla guerra mondiale, piena di marinai lascivi e star del cinema che nascondono molto sotto l’apparenza.

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LA BRUTTA NATURA – PARADOSSO

La Brutta Natura, ovvero: perché l’enunciato «nell’uomo, tutto è culturale, storico e sociale» puzza di contraddizione

  1. Preamboli

C’è un paradosso nel rapporto tra «culturalismo» e «scienze della vita»

Ciao amici (e nemici). Se avete letto il mio articolo precedente, sapete che la sto menando con una riflessione sul rapporto tra natura, cultura, storia e società. In particolare, si tratta di precisare alcune questioni nell’ambito del dibattito sui rapporti uomo-donna, omosessualità ed eterosessualità, etc.

Dicevamo che la doxa1 del «culturalismo radicale» tende a rifiutare l’esistenza di condizionamenti specificamente biologici nell’uomo; proponendo un uomo «tutto cultura, tutto storia, tutto società», essa ammette l’ingerenza esclusiva di condizionamenti culturali, storici e sociali nella costituzione dell’individuo. Dal canto loro, le «scienze della vita» stabiliscono, primo, la relativa applicabilità di metodi d’indagine utilizzati per il vivente all’essere umano; secondo, la presenza d’un sostrato biologico sotteso all’esistenza umana. Questi due principi modulano l’assioma della continuità «uomo – vivente in generale». Continue reading

LA BRUTTA NATURA – PREAMBOLI

Ampio e complesso è il dibattito che si sta sviluppando nel nostro Paese circa tematiche dirimenti per la vita pubblica e personale di ciascuno di noi: il confronto, anche se sarebbe più corretto scrivere di scontro, attivato dalla discussione in Parlamento del così detto ddl Cirinnà ci spinge a interrogarci su cosa sia la famiglia, su cosa si intenda per matrimonio, su cosa è naturale e cosa è positivo, su molto altro ancora e su come tutte queste istanze vengono giocate nella vita quotidiana di ognuno di noi. Vogliamo entrare in questo dibattito, ma vogliamo farlo a modo nostro, non in maniera belligerante; al contrario, quello che a noi interessa è fornire quanti più strumenti possibili per riuscire a decodificare i nodi cruciali di quanto sta accadendo. Ci interessa seguire una modalità quasi socratica, interdisciplinare come sempre, attraverso cui sottoporre alla vostra lettura diversi spunti e suggestioni culturali da cui ognuno potrà trarne ciò che vorrà.

Questo nostro percorso è stato inaugurato da Marta Franceschini, con un articolo incentrato sulle primordiali società matrifocali1. A coglierne, idealmente, l’eredità è stato poi Francesco Colombrita, il quale  ha mostrato come la Dea primigenia sia sopravvissuta e si sia declinata nelle successive società patriarcali2.
In questo terzo articolo, invece, Luca Ballandi cambia decisamente registro e pone l’accento sull’annoso problema del rapporto tra natura e cultura, tra le scienze sociali e quelle della vita. Continue reading

LA ZONA “T” DELLA TELEVISIONE

IMG_3960In principio erano travestiti, o addirittura omosessuali semplicemente molto effeminati. Poi ci furono Brandon Teena di Boys don’t cry, ruolo per il quale Hilary Swank vinse l’oscar e, a distanza di qualche anno, la Bree Osbourne di Transamerica. Ora, da Laverne Cox, prima transessuale ad essere premiata agli Emmy Awards, per il suo ruolo di Orange is the new black, alla coppia di trans del Grande Fratello,  la T domina la televisione, persino quella italiana.
Il passaggio culturale che sta avvenendo nell’ambito delle questioni LGBT è piuttosto evidente: dalla politica ai mass media (ma soprattutto dai mass media alla politica) il tema è diventato martellante, soprattutto nei paesi, come l’Italia, che ancora non riescono ad adeguare la propria legislazione a quelli del restante mondo occidentale.

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