ROSSO ALGARVE

Il rosso viene comunemente considerato il colore della passione, che sia quella iraconda suscitata dal dio Marte o quella ardente ed emotiva stimolata dalla divinità protettrice dell’amore, il dio Eros. Questo colore ci parla sempre di qualcosa d’irrazionale e distante dai ragionamenti logico-deduttivi con i quali tendiamo ad orientare le nostre vite. Con l’avvento delle grandi ideologie il rosso è stato poi attribuito al comunismo. Un rosso che non potrebbe essere più diverso dal rosso che s’incontra in Algarve. Questo perché, come la maggior parte dei colori, il rosso che dipinge i contorni mediterranei della penisola Lusitana è un rosso ricco di sfumature e ombre. Non è un colore univoco, è qualcosa che si avvicina di più alla luce, ai riflessi di un vetro di murano con gradazioni sgargianti talmente brillanti che non è possibile soffermarvi sopra lo sguardo troppo a lungo. Allo stesso tempo però, altre volte assume tonalità vaghe come se si stesse vivendo un ricordo non del tutto ben definito. Infatti il Portogallo è un paese che vive nel passato, nonostante l’invito del Dottor Cardoso al titubante Pereira(1) di smettere di frequentare il passato ma di cominciare a frequentare il futuro, si tratta di un paese che, come canta Daniele Silvestri, “resiste alla furba ammaliazione del progresso”. Forse, ha semplicemente capito che questa modernità non è sempre sinonimo di benessere o di immediata felicità e che, al contrario, senza gli strumenti e le giuste precauzioni, rischia di fare più male che bene.  

Dopo la crisi economica del 2008 il Portogallo era un paese in ginocchio e tuttora i livelli salariali portoghesi sono fra i più bassi d’Europa: la ripresa e la tanto decantata “crescita” sembrano ancora un miraggio. Ciononostante, non penso di aver mai incontrato una disponibilità e un’accoglienza tale come nella cultura portoghese. Continue reading