Storie americane (II) – Antieroi alla luce del sole

Gli anni ’50 si aprono con un indiscusso capolavoro cinematografico: A Place in the Sun (1951) diretto da George Stevens, lo stesso che due anni più tardi girerà Shane, titolo italiano Il cavaliere della valle solitaria (anche se è decisamente più solitario il cavaliere della valle), e nel 1956 un’altra pietra miliare, ovvero Il Gigante, in cui per la prima volta nella storia del cinema si “invecchieranno” i protagonisti, fatto questo che ci permette di avere un’idea di come sarebbe stato un anziano James Dean, che invece morirà precocemente proprio alla fine delle riprese del film.

Quello che accomuna le tre pellicole è il ruolo non convenzionale dei protagonisti maschili: nonostante le differenze, si tratta di uomini soli, che non riescono a inserirsi nel contesto in cui, per motivi diversi, a un certo punto irrompono. Sono stranieri, esclusi, incompresi: moriranno soli o saranno costretti ad andarsene, proprio nel momento in cui sono più vicini a ottenere quello per cui hanno lottato. Gli antieroi sono le figure centrali dei film di Stevens: strano destino per dei protagonisti, ancora più strano se si tiene conto del contesto americano di quegli anni e dell’esaltazione del self-made man che ancora oggi ossessiona la società statunitense e, inevitabilmente, i suoi prodotti culturali. Continue reading