EDITORIALE: LINGUE ROSSE

Di Mattia Macchiavelli

«Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona»

Dante. Naturalmente. Perché La divina commedia è l’alfabeto linguistico e sentimentale di ciò che siamo, ma anche perché ricordo distintamente quando, per la prima volta, mi resi conto della potenza di quelle parole, termini che sanno parlare direttamente all’intimo di ciascuno di noi. Era una mattinata sonnacchiosa, forse le ultime ore di un venerdì scolastico, e la mia insegnante di letteratura ci stava spiegando il quinto canto. Arrivati alle parole di Francesca, ostinatamente stretta a Paolo per l’eternità, le spiegazioni si sono per un attimo arrestate e, d’un fiato, abbiamo letto e riletto le terzine. Eccolo il potere, struggente e irresistibile, delle parole. Versi interi che penetrano la carne, suonano, risuonano e ti sconquassano tutto.
Versi che raccontano d’amore: non un amore qualunque ma un sentimento totalizzante, impietoso, che sfida ogni empietà sfidando Dio stesso. Continue reading