Soffia forte il vento sull’Acropoli. Destabilizza il passo, solleva vortici di sabbia, sferza l’erba tra le rovine, libera il cielo dalle nuvole, copre qualsiasi rumore umano. Superati gli imponenti Propilei e il tempio di Atena Nike che si innalza sobrio ed elegante sulla destra, si entra finalmente nello spazio sacro. Un sacro di cui si avverte ancora la potenza, nonostante secoli di distruzione e sciacallaggio archeologico. Lo sguardo non può abbracciare in una volta sola tutta questa bellezza. Dapprima è attirato, sulla sinistra, dalle Cariatidi, le fiere e nobili figure di donna, le cui vesti sembrano assecondare le sfacciate correnti della mattina. Dietro di loro, l’Eretteo e, nascosto in un angolo in penombra, il secolare ulivo di Atena. Dalla parte opposta, il più celebre degli edifici greci, il Partenone, che nella perfetta armonia delle sue forme classiche contrasta con il suo candore latteo un cielo già blu intenso.
Tutto intorno, più sotto, Atene. Affacciandosi alla terrazza che costeggia il lato sud del Partenone, lo sguardo incontra ai piedi della fortezza il Teatro di Dioniso e il più ampio Teatro di Erode, dove d’estate si tengono concerti e rappresentazioni. Più in là, si intravedono massicce colonne corinzie, ultime superstiti dell’imponente Tempio di Zeus, il moderno Museo dell’Acropoli, dove sono conservati fregi e statue originali della “città alta”, e la verde collina di Filopappo da cui godere di una meravigliosa vista dell’Acropoli. In fondo, il porto del Pireo e il mediterraneo.
Strana città, Atene. Vasta, vastissima da ogni lato la si guardi, e non potrebbe essere altrimenti, ospitando 3 dei 10 milioni di abitanti della Grecia. Dall’alto, nel suo insieme, Atene è bianca. Sembra schiuma delle onde del mare, adagiata fino alle pendici delle colline che la delimitano. Questo candore è inaspettato, perché contrasta con l’abusivismo edilizio che pure è evidente: ci si aspetterebbe piuttosto una città dalle mille e scomposte tonalità. Tra gli enormi edifici squadrati, è tuttavia possibile scorgere palazzi più piccoli ed eleganti, alcuni ristrutturati, i più lasciati al proprio destino, spesso sventrati, con terrazzini simil-liberty e raffinate decorazioni intorno a porte e finestre. In molti suoi angoli, Atene è così: una città dal fascino decadente, come altre bellissime città europee, da Palermo a Porto. Con il paradosso che trasformarla in un gioiello, le ruberebbe parte di questo fascino. Così, se la passeggiata pedonale che da Piazza Monastiraki arriva fino al Museo dell’Acropoli, è una ordinata e piacevole vetrina per i turisti con i suoi ristorantini colorati, vale soprattutto la pena perdersi per le stradine della città, soprattutto della zona di Plaka, e alzare di tanto in tanto gli occhi, non solo per guardare l’Acropoli dal basso, ma anche per scoprire tesori nascosti, magari al di sopra dei discutibili negozietti di souvenir.
La storia ad Atene si respira ovunque e non è solo questione di rovine archeologiche, ma anche di cibo e musica. Una cucina ricca, colorata, sana, ancora autentica che ci riporta agli antichi fasti del mediterraneo e all’intreccio di tradizioni diverse. È proprio il cibo, forse più di ogni altro aspetto, che ci fa sentire comunque a casa in questa città, che ci fa sentire ancora parte di uno stesso mondo. E poi le melodie, struggenti e suggestive, che si esprimono in una miriade di varianti e di strumenti sconosciuti e che con orgoglio sono riscoperte dai più giovani in ogni angolo della città.
Informazioni di viaggio:
Trascorrere qualche giorno ad Atene è certamente economico. Il biglietto a/r da Bologna costa circa 50 euro. Dall’aeroporto di Atene, la metropolitana vi porta al centro della città in 45 minuti (biglietto 10 euro, ma 18 se siete in due). La zona più strategica in cui soggiornare è probabilmente Monastiraki, collegata con l’aeroporto senza bisogno di cambi; uscendo dalla metropolitana vi troverete ai piedi dell’Acropoli (e vi mancherà il respiro!). Potete dormire al Cecil Hotel, vicino all’uscita della metro: alberghetto senza pretese, ma pulito e con bagno in camera e, soprattutto, con un’ottima e abbondante colazione (prezzo in doppia per 3 notti a marzo 160 euro). Data la grandezza della città, conviene spendere un po’ di più per l’albergo, ma evitare di perdere tempo e soldi con i trasporti. La visita all’Acropoli costa solo 10 euro tra novembre e marzo (20 in alta stagione). Bellissimo ed economico è anche il Museo dell’Acropoli (5 euro), dove potete anche fare una pausa per mangiare al ristorante con vista Acropoli (e che ha comunque prezzi abbordabilissimi). Da non mancare è anche la visita all’Antica Agorà ai piedi dell’Acropoli (4 euro) e il Tempio di Zeus (3 euro), a 10 minuti dal Museo dell’Acropoli, oltre il viale principale.
Se volete rilassarvi, salite sulla collina di Filopappo: una volta in cima, vedrete da un lato l’Acropoli, dall’altro tutta la città fino al Pireo e magari incontrerete qualche giovane greco che suona gli strumenti tradizionali sospeso sulla città. Molto piacevoli sono anche i giardini a fianco del Parlamento in Piazza Syntagma. Per il resto perdetevi per le strade della città, le sue piazzette, i resti che spuntano in ogni angolo.
La cucina greca non ha bisogno di presentazioni e troverete ristorantini ovunque. Per rapporto qualità/prezzo segnalo: Dia Tafta in Adrianou, dove alla sera si esibiscono musicisti locali; Scholarhio in Tripodon, dove vi verranno presentati i piatti tra cui scegliere su un enorme vassoio!
Che altro dire…buon viaggio!
Beatrice Collina
Bellissima descrizione delle emozioni che si provano al cospetto dell’Atene classica, della sacralità dell’Acropoli, della musica nei localini tipici e dei sapori nelle taverne. E poi il mare…, le isole dell’Egeo, una vacanza che ti rimette in pace col mondo ! Adriana