LA CULTURA DEL CIBO NEL VIAGGIO – TERZA PARTE

di Franco Mioni

LA CULTURA DEL CIBO NEL VIAGGIO – PRIMA PARTE
LA CULTURA DEL CIBO NEL VIAGGIO – SECONDA PARTE

Viaggiando con curiosità, incontrando persone e studiando interessanti documenti si può arrivare a conoscere alcuni esempi di eventi storici da cui discendono abitudini alimentari.

Nel XVI° secolo, dopo la progressiva scoperta delle Americhe da parte di vari navigatori ed esploratori, occorreranno parecchi decenni per superare le diffidenze degli europei nei confronti delle numerose nuove coltivazioni importate, tra cui cacao, pomodoro, patate, mais, peperoni, ecc. Inizialmente, per colori e sapori, quasi tutte vengono concepite come elementi nocivi o al contrario medicamentosi, ma comunque non eduli; lentamente diverranno poi tra le basi fondamentali dell’alimentazione popolare, delle cucine di corte e della tavola di tutti i giorni.

Negli anni tra il 1618 ed il 1648 la “guerra dei trent’anni” tra cattolici e protestanti produce ripetutamente pestilenze e carestie soprattutto nell’Europa centrale. Le messi vengono distrutte, quindi niente farina e niente pane. In tutta quest’area ed anche nei Paesi Bassi e in Scandinavia, pure belligeranti, per sfamare intere popolazioni allo stremo si diffonde la coltivazione della patata, divenuta poi d’uso comune più del pane sulle tavole di questi paesi.

Tra l’11 e il 12 settembre 1686 la vittoria della coalizione cristiana guidata dal re di Polonia porta alla fine del lungo assedio di Vienna. Gli Ottomani in fuga lasciano tra l’altro anche grandi quantità di sacchi di caffè, fino ad allora assai poco diffuso in Europa. Da questo episodio conseguirà la nascita dei Caffè letterari mitteleuropei nelle città principali dell’Impero Asburgico: oltre alla capitale, Praga, Budapest, Bratislava, Lubiana, Trieste… poi nelle altre principali capitali della cultura, come Parigi e Berlino, Roma e Torino. Costituiranno fino ai giorni nostri uno dei più importanti luoghi di incontro, discussione, interscambio di idee e programmazione di artisti, intellettuali, scienziati, politici, diplomatici, uomini d’affari, ecc.

All’inizio del XIX° secolo in Francia gli Chef e le grandi brigate di cucina delle corti reali e principesche, nonché quelle delle residenze nobiliari dei vari livelli e possedimenti e degli alti prelati, rimangono mano a mano disoccupati dopo i terribili avvenimenti della Rivoluzione a causa di padroni senza testa… che sono stati in gran parte ghigliottinati ed espropriati. Questi professionisti del cibo istituiscono quindi progressivamente i primi ristoranti per la nascente e poi emergente classe borghese di commercianti, impiegati, avvocati, notai, affaristi e ufficiali che possono così anche esibire il proprio status sociale ed economico. Fino ad allora esistevano in tutta Europa solo le taverne per i popolani di città (più che altro per bere) e le Stazioni di Posta per il cambio dei cavalli, frequentate da nobili e ufficiali di vario rango e dove si era in promiscuità, con spesso un solo piatto caldo a disposizione per tutti e qualche squallida camera. Solo poche locande esistevano nei secoli precedenti. ___________________________________________________ __
Il cibo è vita, conoscenza, socialità, rapporto umano, sostentamento economico, piacere del corpo e dei sensi, arricchimento culturale e, come si dice da sempre, complice fondamentale per rinsaldare le amicizie, coltivare gli amori e facilitare gli affari…

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