L’ASTROLOGIA DI METRO-POLIS: PESCI E MITO

IL MARE E I SUOI MITI

Miti nella letteratura, miti nel tempo: I Veggenti. Cassandra e Tiresia

Nei miti greci molto era implicito che per noi è perduto.  Platone ancora riconosceva i “fregi nel cielo”. E riteneva che quei fregi fossero le “immagini più belle e più precise” nell’ordine del visibile. A noi sembra invece precluso percepire un ordine, e tanto più un movimento dentro quell’ordine… Abbiamo perso la capacità, anche ottimistica, di situare i miti nel cielo… Eppure in questa stoffa tagliuzzata, in quelle storie monche degli dèi possiamo ancora avvolgerci. E dentro il mondo, come dentro alla nostra mente, quella stoffa continua a tessersi. (Calasso

1. PESCI_NETTUNOIL MARE

Oltre l’isole egee d’antichi fatti
certo udisti suonar dell’Ellesponto
i lidi, e la marea mugghiar…1

Così dice Foscolo. Immaginiamo di ascoltare anche noi il suono del mare in cui si mescolano tante voci diverse e forse è rimasta l’eco del racconto di Odisseo del suo lungo e travagliato viaggio nel Mediterraneo.  Ecco ci sembra di sentire la storia che racconta nella fiabesca Reggia dei Feaci in cui è arrivato, nudo naufrago, scampato alla furia di Poseidone.

E racconta Odisseo, racconta incontri con creature fantastiche, con mostri marini, incontri con Sirene…

Ma se ci spostiamo in un’altra Reggia greca un’altra voce, quasi nello stesso momento, narra un difficile ma più felice ritorno in patria. Siamo a Sparta dove Telemaco è giunto alla ricerca di notizie sul padre e Menelao, con accanto la bellissima regina Elena, parla del suo ritorno da Troia.

È colorito il suo racconto quando entra in scena il Vecchio del mare, Proteo. È una divinità antica, sapiente, saggia e vede attraverso il tempo il futuro degli uomini. Ha il dono della metamorfosi e prima di accettare di parlare con Menelao assume sembianze diverse: leone, drago, pantera, e persino pianta verdeggiante.

E magari il mare potrà portarci l’armonia del canto di Orfeo e il suono della sua lira. Anche lui aveva solcato le acque con la splendida nave Argo. Anche lui aveva incontrato le perturbanti Sirene, ma il poeta tracio aveva intonato una canzone dalle note allegre e dal ritmo veloce.

La cetra vinse la voce delle fanciulle: 

Zefiro e insieme le onde sospinsero
la nave, e il loro canto si fece un suono indistinto.
2

2. sirene_waterhouseLETTURA ASTROLOGICA

« Tu arriverai, prima, dalle Sirene, che tutti
gli uomini incantano, chi arriva da loro…
A colui che ignaro s’accosta e ascolta la voce
delle Sirene, mai più la moglie e i figli bambini
gli sono vicini, felici che a casa è tornato,
ma le Sirene lo incantano con limpido canto,
adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa
di uomini putridi, con la pelle che raggrinza»
(Omero, Odissea)3

Pesci: tra inverno e primavera il dodicesimo segno chiude lo Zodiaco

È il terzo segno d’Acqua. L’Acqua del Mare.

Jung affermava che il Mare è simbolo dell’inconscio, “perché sotto i riflessi brillanti della sua superficie, racchiude insospettabili profondità”.  

E dall’inconscio emergono creature minacciose. Poseidone-Nettuno scatena mostri e tempeste, le paure del nostro inconscio.

Le Sirene innanzi tutto. Il loro canto ammaliatore può portare alla rovina, alla follia, alla morte. Attirano gli uomini coi loro dolci canti, li fanno uscire di senno fino a dimenticare se stessi e la loro vita.
E le Sirene rappresentano bene i contenuti dell’inconscio.
Sono ispiratrici di desideri e distruttrici di illusioni. Desideri e illusioni chimeriche, ingannevoli certo,  ma talvolta cariche di profondo significato.

Abbiamo visto nei miti due diversi modi di affrontarle: Ulisse per ascoltare si fa legare dai compagni,  ascolta il loro canto ma è imprigionato.

3_johnwilliamwaterhouseulisseelesirene1891

Orfeo invece unisce il suo canto a quello delle Sirene e nasce una meravigliosa sinfonia. È la piena realizzazione delle possibilità creative del segno.

Progenitrice delle Sirene è Derceto. La fanciulla, secondo la leggenda, scopre di essere incinta, non lo accetta e, disperata, si getta in mare. Poseidone, per punirla, la trasforma in un essere metà donna metà pesce, dando così  inizio alla stirpe delle Sirene.

Il mito simbolizza l’urto violento con il reale quando non viene accettato e rappresenta chiaramente un  esempio di fuga davanti alla vita.

Il tipo Pesci infatti talvolta fatica ad adattarsi alla realtà. Deve quindi compiere un itinerario che lo porti dalla tendenza alla fuga dalla realtà, la fuga nell’illusione, nella fantasticheria, ad una piena comunione con il mondo. Charles Vonga dice dei Pesci che può essere il segno meno adatto alla vita ma anche quello capace di essere più in comunione con la vita perché “è in questo segno che l’essere è più psichicamente permeabile”.

La strada ce la indica il mito di Giona.

4_gionaGiona viene travolto dalla tempesta scatenata da Dio come punizione per avergli disobbedito e viene ingoiato da un grande pesce nel cui ventre rimane tre giorni e tre notti,  dopo i quali torna alla vita pronto a intraprendere la sua missione.
Rinasce quindi dal ventre della balena dopo aver compiuto un itinerario nell’inconscio. Il suo viaggio di formazione e conoscenza lo porta ad una coscienza superiore.
Lo stesso percorso di iniziazione Collodi lo fa compiere al suo burattino Pinocchio che emerge finalmente bambino dal ventre della balena.

Spesso nei Pesci sono presenti doti rare e preziose.

Aspetti che possiamo intravedere nel Vecchio del mare, è un veggente, vede cose invisibili agli altri e ha la capacità straordinaria di metamorfosi di cui sono spesso dotate le divinità marine.

Poseidone – Nettuno è il signore supremo del magnifico e immensamente ricco mondo marino.

Agita le acque, scatena tempeste. E dall’inconscio emergono illusioni e paure ma anche potenti potenzialità creative e geniali intuizioni.

Jean Bolen nel suo bel saggio Gli dei dentro l’uomo ci fa ben capire gli aspetti pericolosi e quelli arricchenti di Poseidone. “Chiunque si sia trovato sopraffatto dalle ondate di sentimenti intensi che sgorgano dal profondo” ha fatto esperienza di questo dio. Può quindi essere pericoloso quando scatena e libera le forze che dormono sotto la superficie della coscienza, l’emozione inonda allora la personalità e sommerge la razionalità. Ma Poseidone rappresenta anche l’archetipo del Sommozzatore tipico di coloro che “sono capaci di penetrare nelle profondità del regno dei sentimenti e delle emozioni”,  regno di grande profondità e bellezza. Tale archetipo trova piena espressione soprattutto in poeti, musicisti, artisti, terapeuti.

Nettuno è il Pianeta governatore del Segno dei Pesci ed è ricco di significati complessi: è legato alla spiritualità, alle emozioni ed anche ai paradisi artificiali, all’ arte e alla follia, alla genialità e alle illusioni chimeriche.

È, insomma, pianeta degli Artisti, dei Santi, dei Pazzi.

MITI NELLA LETTERATURA. MITI NEL TEMPO: VEGGENTI

5_cassandra-troje«Di nuovo mi travolge lo strazio del vedere…» (Eschilo, Agamennone)

«Perché volli a tutti i costi il dono della veggenza?» (C. Wolf, Cassandra) 

C’è in Cassandra lo strazio del Vedere.
È l’unica che vede nell’accoglienza trionfale da parte di Clitemnestra del marito Agamennone il massacro che sta preparando. Vede il tradimento. Vede il sangue.
È l’unica che vede la distruzione della sua città, del suo mondo e non viene creduta.
È figura drammatica eppure ci affascina. Non viene creduta… ma ciò che vede è la verità.
Sono fosche le sue visioni ma non è in lei la malvagità.
Christa Wolf dice di essere stata “folgorata” leggendo L’Orestea di Eschilo dal personaggio di Cassandra: «La vidi subito… si impadronì di me»4

Penso si possa dire lo stesso della Cassandra dei Sepolcri che ho incontrato spesso e amato molto.

… ivi Cassandra, allor che il Nume in petto
le fea parlar di Troia il dí mortale,
venne; e all’ombre cantò carme amoroso,
e guidava i nepoti, e l’amoroso
apprendeva lamento a’ giovinetti. 
5

Sembra di vederla questa sacerdotessa fragile e disperata mentre si aggira tra le tombe di Troia seguita dai nipoti e, ispirata dal dio, canta una litania, un “carme amoroso” e lo insegna ai giovani principi e il suo canto ha la tristezza di un sospiro.

E dicea sospirando: […]
Un dí vedrete
mendico un cieco errar sotto le vostre
antichissime ombre, […]
Il sacro vate,
placando quelle afflitte alme col canto,
i prenci argivi eternerà per quante
abbraccia terre il gran padre Oceàno.
E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane. 
5

E vede Cassandra il futuro di quel luogo e anche a noi fa vedere il momento in cui Omero si avvicinerà a quelle tombe e da lì partirà il canto immortale del suo poema.

E lo sguardo di Cassandra si apre dalla Grecia al Mondo, dal passato ad ogni tempo.

6_cassandraÈ bello pensare che siano proprio le parole di questa donna antica che chiudono il grande poema della passione civile, dell’amore per la patria e per la Poesia.
E se apparisse un veggente oggi nelle nostre città?
Nella Terra desolata di Eliot la figura unificante del poemetto è il profeta mitico Tiresia.
Tiresia che ha avuto due vite, è stato uomo e donna, cieco e visionario. Ha camminato fra i cadaveri sotto le mura di Tebe, è stato tra le umili ombre dell’Ade e ora vede l’atmosfera di squallore dei rapporti umani nelle nostre squallide città.

Io Tiresia, benché cieco, pulsante fra due vite,
Vecchio con avvizzite mammelle femminili, posso vedere
all’ora viola, l’ora della sera che volge
al ritorno, e porta a casa dal mare il marinaio,
la dattilografa a casa all’ora del tè, sparecchia la colazione,
accende il fornello e tira fuori il cibo in scatola.
Io Tiresia, vecchio con poppe avvizzite,
percepii la scena e predissi il resto
anch’io attesi l’ospite aspettato.
Lui, il giovane pustoloso arriva,
impiegato in una piccola agenzia di locazione…
Il momento è propizio, come lui congettura,
il pranzo è finito, lei è annoiata e stanca
Cerca di impegnarla in carezze
che non sono respinte, anche se indesiderate.
Eccitato e deciso, lui assale subito;
mani esploranti non incontrano difesa;
La sua vanità non richiede risposta
e prende come un benvenuto l’indifferenza. 

(E io Tiresia ho presofferto tutto
Che è fatto su questo stesso divano o letto;
io che sedetti sotto le mura di Tebe
e camminai fra i più umili morti)

Concede un ultimo bacio condiscendente
E va via tentoni, trovando le scale al buio.6

E allora basta con la domanda “La veggenza è dono o punizione?”

Ma perché piuttosto non può divenire grande risorsa?

 La risorsa del vedere per trasformare.

Rosalba Granata

Note

  1. Foscolo, Sepolcri
  2. Apollonio Rodio: Argonautiche
  3. Omero, Odissea XII, 39-46
  4. Christa Wolf: Premesse a Cassandra. Della Cassandra di C.W. ho parlato in Rubrica Astrologica: Pesci
  5. Foscolo, Sepolcri
  6. Eliot: La terra desolata

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