TUTTO È POLITICA. CANCRO, L’INASPETTATA TENACIA

di Rosalba Granata 

«Era sera tarda quando K. arrivò. Il paese era sprofondato nella neve. Il colle non si vedeva, nebbia e tenebre lo circondavano, non il più debole chiarore rivelava il grande castello. K. sostò a lungo sul ponte di legno che dalla strada maestra conduceva al paese e guardò su nel vuoto apparente.

Poi andò a cercare un alloggio per la notte […].

Il giovane si scusò molto gentilmente di aver svegliato K., si presentò come figlio del custode del castello, poi disse: “Questo paese appartiene al castello, chi vi abita o pernotta in certo modo abita e pernotta nel castello. Nessuno può farlo senza il permesso del conte. Ma lei questo permesso non ce l’ha, o almeno non l’ha esibito”.

K., che si era levato a sedere, si ravviò i capelli, guardò i due dal basso in alto e disse: “In che paese mi sono perso? C’è un castello qui?”.

“Certo”, disse lentamente il giovane, mentre qualcuno, qua e là, scuoteva la testa all’indirizzo di K., “il castello del conte Westwest”.

“E ci vuole il permesso per passare qui la notte?”, chiese K. come per convincersi di non aver magari sognato quello che gli era appena stato detto.

“Ci vuole il permesso”, fu la risposta […].

Là in alto il castello, già stranamente scuro, quel castello che K. aveva sperato di raggiungere prima della fine della giornata, si allontanava di nuovo».

(Kafka, Il Castello, cap I)

Franz Kafka(1) è sicuramente uno dei maggiori interpreti della crisi delle certezze del primo Novecento. Nelle sue opere vediamo rispecchiate le angosce, le inquietudini e l’alienazione dell’uomo contemporaneo. Tra gli elementi costitutivi del suo universo i meccanismi di un potere oppressivo. 

Il Castello, suo ultimo romanzo, è sicuramente una potente metafora del potere.

Un potere arcano, pressoché inaccessibile, rappresentato attraverso simbologie oscure e inquietanti.

 «Non c’è scrittore che sia più esperto del potere di Kafka» afferma Canetti.

Il protagonista, K., viene chiamato a lavorare come agrimensore, tenta invano di arrivare alle misteriose autorità, i «signori del castello», che governano il paese. Ogni sua azione e ogni suo pensiero sono rivolti a quell’incombente castello. La sua unica aspirazione è mettersi al servizio del Conte che vi dimora.

Ma le difficoltà sono insormontabili. I potenti arroccati nel Castello appaiono inaccessibili, e viene escluso dagli stessi sottoposti del conte e dagli abitanti del villaggio. Anche questi si sentono depositari di un ruolo imprecisato nei confronti del potere e respingono K., lo straniero.

Del resto tutti i personaggi dei romanzi di Kafka avvertono il peso di qualcosa di grande e potente, ma soprattutto indecifrabile e incomprensibile, che li schiaccia.

Anche nel romanzo precedente Il processo, il protagonista deve confrontarsi con una misteriosa struttura autoritaria. È la storia dell’impiegato Josef K. che, il giorno del suo trentesimo compleanno, viene dichiarato in arresto sulla base di una colpa a lui sconosciuta e, al termine di un assurdo iter processuale, viene condannato a morte.

 La prosa di Kafka è disadorna, sobria, asciutta. Potrebbe quasi apparire naturalistica per la precisione dei dettagli, ma oggetti, personaggi, spazi divengono metafore che creano sensi enigmatici e ambivalenti.

Proprio tale enigmaticità ha consentito le più diverse interpretazioni.

Innanzitutto c’è stata quella di tipo metafisico-religioso di Max Brod, amico dello scrittore. Sono seguite molte altre: quelle di tipo esistenzialistico di Camus e Sartre, quelle di tipo sociologico e psicanalitico, con tutti gli indirizzi, freudiano, junghiano e lacaniano. Si potrebbe affermare che quasi ogni pensatore del Novecento abbia voluto fornire la propria lettura. Lukács, per esempio, vi ha visto una critica al mondo del capitalismo rappresentato come un inferno. 

Hannah Arendt, secondo cui la libertà coincide con l’imprevedibilità dell’azione umana che fa irruzione nel mondo come l’assolutamente nuovo, ha analizzato e interpretato l’opera dello scrittore praghese vedendo nei suoi personaggi l’incarnazione letteraria della lotta contro ogni concezione deterministica delle sorti umane e del mondo.

Per Fortini Kafka è giudice e profeta della nostra epoca.

Cosa ci lascia oggi?

Il termine “kafkiano è entrato pienamente nel nostro linguaggio e lo utilizziamo ogni volta che vogliamo indicare l’assurdità di una esperienza, di un accadimento.

Abbiamo elencato alcune delle innumerevoli interpretazioni.

Sappiamo quindi di poterci avvalere di diversi spunti critici, che ci aiutano a riflettere su un’opera tanto complessa.

Soprattutto credo che la lettura delle opere di questo scrittore sia arricchente proprio perché è una sfida a vedere la realtà al di fuori degli schemi consueti.

A me colpisce la figura dell’agrimensore che, al contrario di altri personaggi di Kafka, non si arrende, continua, nella società incomprensibile e assurda, a rivendicare i suoi diritti. Non accetta di sottomettersi al potere tirannico e oscuro. 

Sicuramente Kafka ha molte caratteristiche del segno del Cancro, l’originalità, la sensibilità, il rapporto conflittuale con l’autorità paterna che si estende al potere in generale. E il suo agrimensore ci mostra un aspetto del segno che non sempre viene sottolineato: la tenacia. Una tenacia non violenta ma spesso ostinata.  

Politici oggi

In generale gli individui del Cancro, segno d’acqua con domicilio della luna, sono amabili, dolci, gentili, vulnerabili, sensibili, a proprio agio nell’irrazionale.

Sembrerebbero quindi poco portati per la politica, ma piuttosto per l’arte, la poesia, il sogno.

Invece oggi troviamo molti politici di questo segno.

In Zodiaco elettorale del 2018 ho fatto riferimento a esponenti dei Cinque stelle: Grillo e Di Maio innanzitutto.

Beppe Grillo, del quale vi sono bei ritratti astrologici in vari siti, è Cancro con Ascendente Gemelli e Luna in Capricorno. Del segno d’acqua ha evidentemente la capacità di empatia con il pubblico, riesce a captare gli umori sotterranei della popolazione. L’Ascendente Gemelli vivacizza decisamente il morbido Cancro.

Di Maio, l’attuale leader politico dei 5 stelle, ha Sole e Luna Cancro, Ascendente Sagittario e due importanti pianeti, Mercurio e Venere, nell’ambizioso Leone. 

Anche nel recente passato troviamo politici del Cancro che hanno ricoperto posizioni importanti come Veltroni e Napolitano. 

In Veltroni mi pare si evidenzino varie caratteristiche del Segno. La capacità di visione da segno d’acqua ma anche spesso la difficoltà di concretizzare, di farsi valere. Molti pianeti in Gemelli (Ascendente, Mercurio, Venere) rispecchiano un terreno a lui congeniale, quello della comunicazione, del giornalismo, del cinema. La Luna in Sagittario richiama la forza dell’ideale.

Ho trovato interessante un’analisi di qualche anno fa di Luca Telese(2) in cui sottolineava che, a esclusione della direzione de l’Unità e la stagione da sindaco di Roma, le altre sue esperienze, malgrado lo sforzo inventivo, siano state fallimenti o opere incompiute. «Sa parlare, pubblica libri di successo, sa creare un immaginario come pochi, è certamente onesto e limpido, ma non mette radici». Ma il suo, per Telese, non è stato solo un fallimento personale, quanto piuttosto un fallimento generazionale. I post comunisti hanno infatti cercato una nuova identità senza riuscire a trovarla. Veltroni col suo “Kennedismo nazional-popolare” con un tratto eclettico, creativo e un filo di continuità nuovista e oltrista. D’Alema ha invece perseguito, per il giornalista, un profilo “social democratismo posticcio”. Hanno giocato e hanno perso. Sono stati modernizzatori mancati. Si sono combattuti con sorrisi e pugnali, senza mai una battaglia in campo aperto. 

Artemisia Gentileschi, Allegoria dell’inclinazione

 Molto interessante mi pare il discorso sulle donne del Cancro. 

Sono, in generale, tra le più femminili dello zodiaco. Vengono descritte come dolci, materne, sognatrici, sentimentali, fragili. Ma poi, volendo illustrare con esempi di donne celebri, si hanno delle sorprese. Troviamo George Sand, Oriana Fallaci, Angela Merkel. Donne forti, volitive. Dovremmo quindi vedere più da vicino il loro tema natale. Sia George Sand sia Oriana Fallaci hanno, per esempio, la Luna in Ariete, il segno più maschile dello zodiaco. La Merkel ha la Luna in Acquario e un combattivo Marte in Sagittario.

 

 


Note: 

  1. Di Kafka ho parlato in Il gioco delle coppie per quanto riguarda i suoi rapporti con le donne 
  2. Da Il fatto quotidiano (2012). 

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