GENITORI OGGI: UN DIALOGO TRA DIRITTI E IMMAGINI

di Rosalba Granata

In occasione dell’aperitivo a tema di giovedì 20 giugno proponiamo un breve percorso di opere di pittrici sul tema della maternità dall’Ottocento ad oggi. 

1. LA CULLA 1872 – BERTHE MORISOT

Berthe Morisot è stata l’artista donna più significativa del gruppo parigino degli impressionisti. 

Nel quadro La culla, il suo più famoso, è ritratta la sorella mentre contempla con pensosa tenerezza la neonata figlia Blanche che intravediamo attraverso il velo della culla. Edma era la sorella maggiore, avevano condiviso la passione per la pittura e, appartenendo alla borghesia agiata e colta, avevano seguito lezioni private presso importanti pittori. 

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RINO

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

Qualche settimana prima, Rino e Sergio stanno attraversando un ponticello di legno, è poco più di una passerella molto instabile, sentono sparare e vedono dei proiettili passargli vicino al viso, capiscono che sono sotto il tiro di un cecchino, non possono correre, avanzano camminando sperando di non essere colpiti. Pochi metri che sembrano chilometri, finalmente arrivano dall’altra parte, Rino è bianco come un cencio. Noi ragazzi, quando sentivamo questo racconto protestavamo: Ma Rino non aveva paura di nulla!

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ASTRI E PITTRICI – GEMELLI (2)

VANESSA STEPHEN BELL, APE REGINA DI BLOOMSBURY (seconda parte)

di Rosalba Granata

ASTRI E PITTRICI – GEMELLI (PRIMA PARTE)

Virginia Woolf and Vanessa Bell children

Vivo in un mondo di forme e colori

Vanessa Bell fu pittrice vitale e innovativa, ma la sua vita da romanzo, ricca di avventure e colpi di scena, le sue illustri amicizie e parentele fanno sì che quasi sempre si focalizzi su esse tutta l’attenzione mettendo la sua attività artistica in secondo piano.

La sua passione per la pittura l’aveva portata a frequentare la Royal Academy School dove fu anche allieva di John Singer Sargent.

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ASTRI E PITTRICI – GEMELLI

VANESSA STEPHEN BELL, APE REGINA DI BLOOMSBURY

di Rosalba Granata

Natura morta sull’angolo della mensola del camino, 1914, Londra – Tate Gallery

Molte sono le pittrici che attualmente vengono riscoperte e rivalutate. Tra queste c’è anche Vanessa Stephen Bell, una delle figure più moderne e affascinanti dell’Inghilterra del primo novecento.

Era un’artista innovativa, fu in prima fila a recepire l’arte di avanguardia che arrivava dalla Francia e, con il coraggio della sperimentatrice, a mettere a punto un linguaggio artistico nuovo rispetto al passato accademico inglese. Nel 2017 le è stata dedicata a Londra, alla Dulwich Picture Gallery, la prima retrospettiva per fare conoscere e apprezzare i suoi lavori.

Anche la sua vita è stata controcorrente rispetto alla rigida morale vittoriana dell’epoca. Una vita lunga e intensa. Gli amici, gli amori, i figli e l’arte, tutto vi ebbe un ruolo importante.

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ALL’ARMI!!! I TEDESCHI!

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

Il grido d’allarme risuona all’alba: “All’armi! All’armi, i tedeschi!”.

Comincia così una lunga e drammatica giornata per dodici partigiani italiani e ventiquattro paracadutisti canadesi. Sono in una casa colonica nelle campagne vicino ad Alfonsine di Ravenna. Dormono tutti tranne un paio che fanno la guardia. La casa è isolata nella pianura della bassa ravennate che è piatta che più piatta non si può, è inverno ’44 -’45.

Assonnati saltano in piedi dai loro giacigli, sono giovani, scattanti, l’allarme non si dà a caso, dev’essere una roba seria, guardano dalle finestre, e quello che vedono non è bello.

E’ l’alba, c’è la nebbiolina del primo mattino. Attorno alla casa sembrano esserci tante spighe di grano, quando le piantine sono alte una decina di centimetri, e le si distinguono le une dalle altre. Italiani e canadesi guardano increduli: “Ma cos’è?”, si chiedono , ma la risposta già la sanno: “Sono fanti tedeschi che avanzano a raggiera verso la casa tutt’attorno”.

Sono tanti, centinaia, troppi.

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ASTRI E PITTRICI – TORO

DUE IMMAGINI FEMMINILI: TAMARA DE LEMPICKA E CARLA MAGGI

di Rosalba Granata

Tamara De Lempicka, Autoritratto sulla Bugatti verde, 1929
autoritratto di Carla Maggi
Carla Maggi,
Autoritratto, 1937

Nei due quadri troviamo due immagini femminili. Sono autoritratti di due pittrici della stessa epoca ma dalla vita e personalità diversissima.

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DASÌI LA MOLA! DASÌI LA MOLA!! (LIBERATELI, LIBERATELI)

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

Nella piazza di Alfonsine di Ravenna, come un boato, risuonano le urla di un gruppo di donne: “Dasìi la móla!” (Lasciateli andare).

Quella mattina all’alba era scattata un’operazione di rastrellamento, da parte della milizia repubblichina, alla ricerca di renitenti alla leva obbligatoria.

La guerra andava male, per i più era persa, e l’idea di andare a morire per una guerra persa non trovava molto entusiasmo, inoltre il consenso al fascismo, un tempo molto diffuso, si stava sfaldando sotto i bombardamenti degli alleati.

L’antifascismo stava dilagando, il risultato era che molti giovani, quando gli arrivava la cartolina di precetto dell’amministrazione militare, non si presentavano e si davano alla macchia, per lo più nascondendosi a casa, in case di amici di famiglia, scappando in montagna o unendosi ai gruppi partigiani, sempre più forti e organizzati.

Quella mattina il rastrellamento ebbe un buon risultato ed un folto gruppo di giovani era stato arrestato e portato alla casa del fascio. Va detto che la renitenza alla leva generalmente era punita con la fucilazione.

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LA MUSICA RITROVATA

Terzo appuntamento: AGRICANTUS

di Gaetano Barchitta

Salve, pregiatissima gente di Metro Polis, scusate il lungo silenzio ma c’è stata una battuta d’arresto a causa della grave perdita di un caro amico e, vi assicuro, non è stato facile riemergere e rimettersi in carreggiata.  
Veniamo a noi e alla musica ritrovata: in questo terzo appuntamento cercherò di guidarvi  attraverso esperienze musicali della mia terra; vi presenterò una band siciliana di Palermo, Agricantus.

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LA BIBLIOTECA DI BABELE LEGGE: SIRENE, DI LAURA PUGNO

di Rosalba Granata

Samuel salì sulla piattaforma che sovrastava le vasche e aprì uno degli armadietti. Si tolse la tuta col logo western standard della yakuza – una y stilizzata in un cerchio enso, che sembrava tracciata col sangue – e indossò la muta di neoprene.
Il bordo vasca era deserto, non c’era nessun altro nell’allevamento. Con l’epidemia di cancro nero, c’erano stati tagli al personale. Erano rimasti solo due sorveglianti, Samuel e Ken’nosuke, che lavoravano su turni, i tecnici veterinari e gli addetti alla macellazione della carne. Quello era uno degli impianti più piccoli, uno dei primi. C’erano stabilimenti più grandi e moderni in altri punti della riserva marina yakuza.
La monta delle sirene stava per iniziare. Subito dopo, dal pannello di controllo del sistema di svuotamento delle vasche, Samuel avrebbe attivato il ricambio dell’acqua. Era una delle cose che gli piaceva fare.

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FIAMET

tratto dal libro di Maurizio Casali MO I TIRA A TE – RACCONTI DI GUERRA E DI FAMIGLIA

U jera on ch’il ciaméva Fiamet. (C’era uno che lo chiamavano Fiammetta).

Il soprannome gli derivava dalla sua abilità con gli esplosivi, era l’artificiere della banda, e aveva una tale confidenza con le bombe che, addirittura, preparava e lavorava esplosivi con la sigaretta in bocca. Gli altri lo consideravano un po’ matto e quando gli vedevano accendere una sigaretta, con gli esplosivi in mano, si tenevano a debita distanza, ma come artificiere godeva della massima stima.

Era stato deciso, in accordo con il comando della ventottesima, di fare un attentato alla sede del Fascio di Alfonsine, un attentato molto distruttivo, che doveva avvenire durante una riunione del partito.

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