di Rossana Cappucci
Questo articolo di Rossana Cappucci è stato originariamente pubblicato sul sito Luce per la didattica in data 28 febbraio 2023 Ospitiamo il contributo sul nostro blog col consenso dell’autrice, come introduzione all’Aperitivo a Tema Metro-Polis incontra il corso Doc del 15 giugno 2023.

La riflessione sull’attualità del fascismo ha suscitato negli studenti un forte interesse verso le ragioni del consenso. Il percorso di ricerca-azione alla base del documentario Non facciamo di tutta l’erba il Fascio, realizzato dalla classe II G del Corso doc del Liceo “Laura Bassi” di Bologna e da me coordinato, parte dalla considerazione di come i diari scolastici oggi rispecchino gli stereotipi e i falsi desideri omologanti dettati dal consumismo. Si è scelto quindi di analizzare il ventennio fascista in cui il diario era lo strumento più efficace per trasmettere principi ai giovani e alle loro famiglie per operare poi un confronto con la scuola attuale.
La riflessione storiografica, cominciata nell’anno scolastico 2019-20, quando gli studenti frequentavano la classe I G, coincide con la prima fase del lavoro. È stato privilegiato il metodo di ricerca storica che ha permesso agli allievi di delimitare il campo di indagine e di analizzare e interpretare i documenti. Dopo aver inquadrato la storia del Fascismo attraverso la scuola (provvedimenti, legislazione, documentazione scolastica, consultata anche attraverso il sito Indire), gli studenti hanno ricercato materiale, prima in ambito familiare e poi in quello d’archivio (Istituto Storico “Ferruccio Parri” di Bologna) e da collezione. Inoltre, si sono impegnati a schedare e a fotografare le fonti: quaderni, diari, manuali, fotografie, tessere, pagelle scolastiche, filmati dell’Archivio Storico Luce. Gli allievi hanno partecipato successivamente alla mostra organizzata dall’Istituto Parri Che razza di storia in cui i documenti relativi alle politiche razziali del Fascismo venivano proposti insieme a reportage sui nuovi “esclusi” di oggi, profughi e rom.
Tale attività ha permesso di proseguire il lavoro di ricerca in una prospettiva critica e “scientifica”. Analizzare le copertine dei quaderni e dei diari, prima ancora che i contenuti della didattica, ha permesso di indagare sulla funzione iconografica del messaggio di regime. I quaderni e i diari del ventennio fascista e i testimoni ci raccontano come la scuola fosse uno strumento di controllo delle coscienze attraverso un processo di omologazione, promosso, in particolare, dalle politiche razziali (dopo la fondazione dell’impero in Etiopia) e dagli stereotipi di genere sul ruolo della donna all’interno della famiglia e dello Stato. Il metodo di ricerca storico ha lasciato spazio anche ad elaborati di scrittura creativa, grazie ai quali gli studenti si sono immedesimati in ragazzi che frequentavano la scuola fascista attraverso indizi contenuti nei loro diari. Quando i ragazzi si sono sentiti “dentro” la storia, si è passati alla stesura del soggetto e all’individuazione dei testimoni per documentare filmicamente il percorso.
I testimoni sono stati individuati all’interno delle famiglie degli studenti: nonni e bisnonni. Dopo aver svolto la prima intervista nel febbraio 2020 a Gianfranco Petrucci sulla sua esperienza scolastica ad Asmara, testimonianza diretta delle politiche razziali in Etiopia, il lavoro di riprese si è dovuto interrompere a causa della pandemia. Nell’anno scolastico 2020-21 la lavorazione del documentario ha subito grandi mutamenti di scrittura rispetto al soggetto ipotizzato l’anno precedente che sono stati il frutto delle esperienze dei ragazzi e delle ragazze nell’anno di emergenza sanitaria. Le riflessioni sul sistema scolastico fascista hanno dato il via ad una serie di pensieri e di testimonianze sulla scuola contemporanea, sulla didattica a distanza e sulle criticità della scuola emerse con forza a causa della pandemia. Ci siamo chiesti: “Si riconosce oggi alla scuola la dignità di formare cittadini liberi e consapevoli? Quanto si investe nell’istruzione pubblica?”
Nella prima parte dell’anno gli sforzi si sono concentrati sulla scrittura e sulla determinazione del nuovo impianto narrativo. Si sono ipotizzati percorsi interconnessi attraverso testimonianze e interviste che portassero alla riflessione contemporanea partendo dall’impianto della scuola fascista. Sotto la guida del tutor Simone Fratini, esperto della Cineteca di Bologna, nella seconda parte dell’anno scolastico sono state effettuate le riprese a testimoni, collezionisti e studenti di oggi sui temi attuali della scuola che hanno fornito lo spunto per la struttura narrativa e per il percorso di senso del film tra passato, presente e ipotesi di futuro per la scuola italiana. La scrittura definitiva è stata affrontata in maniera collettiva a partire dalla trascrizione di tutte le interviste, dalle quali è stato fatto un montaggio “su carta” delle varie sezioni del film attraverso una revisione e un ampliamento costante della sceneggiatura.
La creazione documentaristico-cinematografica come metodo di ricerca e di azione sociopolitica ha senz’altro innovato una didattica tradizionale riportando lo studente al centro del complesso rapporto insegnamento-apprendimento. Se da una parte i filmati dell’Archivio Storico Luce hanno testimoniato l’uso che il fascismo faceva della narrazione visiva, funzione che è stata individuata anche in servizi televisivi attuali, dall’altra, scegliere di raccontare la storia e la “propria” storia attraverso il linguaggio del documentario si è rivelato per i ragazzi un modo efficace per dar voce al loro punto di vista e per esprimere il pensiero critico. Ne è emersa una riflessione su come la scuola debba essere luogo di confronto, di aggregazione ma non di omologazione, di rispetto delle differenze di razza, di religione, di genere, di condizioni personali e sociali. Il percorso ha quindi costantemente messo a confronto nei contenuti, nei metodi e negli strumenti, il passato e il presente.
Si potrebbe definire un percorso metascolastico perchè la scuola (nella componente di studenti e docenti, con il coinvolgimento dei familiari) ha dialogato sulla e con la scuola attraverso testimonianze scritte e orali di epoche diverse. Partire da un tema che riguarda l’ambiente di appartenenza degli studenti per riflettere su come la scuola possa essere la misura della storia e delle scelte politiche e sociali ha portato a considerazioni sulla circolarità della memoria e della conoscenza e sulla consapevolezza che ogni cittadino è responsabile nella costruzione dei valori democratici. La scuola, quindi, come misura dei valori di una società. Gli studenti hanno quindi colto l’importanza della memoria e del dialogo tra generazioni per comprendere la realtà contemporanea ma, nello stesso tempo, anche attraverso un lavoro di cooperazione (che ha valorizzato le diverse competenze), hanno maturato la consapevolezza di poter incidere, con la loro voce, sul presente, soprattutto per quanto riguarda le esigenze relative alla scuola. Dopo la realizzazione del documentario, l’esperienza è stata condivisa e valorizzata in eventi destinati a tutta la scuola, promossi anche sui canali social dell’Associazione Corso doc e sul sito della Festa della Storia 2021, dove il lavoro è stato presentato ed è tuttora disponibile. Il documentario ha ricevuto inoltre la menzione speciale al Festival del corto storico di Mentana del 2021 e la menzione per il “Premio Luce per la Didattica” nell’ultima edizione di Filmare la storia.