LA BIBLIOTECA DI BABELE LEGGE: SIRENE, DI LAURA PUGNO

di Rosalba Granata

Samuel salì sulla piattaforma che sovrastava le vasche e aprì uno degli armadietti. Si tolse la tuta col logo western standard della yakuza – una y stilizzata in un cerchio enso, che sembrava tracciata col sangue – e indossò la muta di neoprene.
Il bordo vasca era deserto, non c’era nessun altro nell’allevamento. Con l’epidemia di cancro nero, c’erano stati tagli al personale. Erano rimasti solo due sorveglianti, Samuel e Ken’nosuke, che lavoravano su turni, i tecnici veterinari e gli addetti alla macellazione della carne. Quello era uno degli impianti più piccoli, uno dei primi. C’erano stabilimenti più grandi e moderni in altri punti della riserva marina yakuza.
La monta delle sirene stava per iniziare. Subito dopo, dal pannello di controllo del sistema di svuotamento delle vasche, Samuel avrebbe attivato il ricambio dell’acqua. Era una delle cose che gli piaceva fare.

È stato definito come un libro apocalittico, spaventoso e indimenticabile. Bellissimo ma straziante.

Queste sono alcune delle definizioni utilizzate per questa distopia del nuovo millennio, narrata, come scrive Angelo Guglielmi, «in un linguaggio secco, lucido e fermo e insieme percorso da una strana vibrazione di natura segreta e inudibile».

È ambientato in un futuro abbastanza vicino nel quale gli uomini sono costretti ad abbandonare la terra e costruire rifugi sotto all’Oceano per sottrarsi alla luce del sole ormai divenuta mortale.

È allora che viene scoperta negli abissi una nuova specie, quella delle sirene. Sono però creature diverse da quelle leggendarie della mitologia e vengono imprigionate e utilizzate, tra inaudite violenze, per soddisfare i “bisogni” della degradata umanità.

L’autrice, Laura Pugno, ha dichiarato che « Sirene è un romanzo che in qualche modo “si è scritto da solo”, in una sorta di stato di flusso. Ho scritto la prima stesura in tre giorni. Con l’esperienza ho appreso che questi processi, apparentemente spontanei, accadono invece alla fine di una lunghissima elaborazione interiore, in parte cosciente e in parte no … In quanto alle sirene, erano al centro di tutto sin dall’inizio: la prima scena che ho scritto, che è l’incipit del romanzo, contiene già in nuce l’ultima, le aperture di speranza toccano le promesse di distruzione».

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