di Rosalba Granata
«Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l’hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l’ultima cosa che vide… Vicine, oggi come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino: verso la porta dal cui fondo non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola.
Con questo racconto vado nella morte…»
Questo è il suggestivo Incipit di Cassandra, la protagonista aspetta la morte davanti alla Porta dei Leoni di Micene e in quel momento si dipana davanti a lei tutto il suo passato.
È l’unica che vede nell’accoglienza trionfale da parte di Clitemnestra del marito Agamennone il massacro che sta preparando. Vede il tradimento. Vede il sangue.
Christa Wolf racconta di essere stata «folgorata» leggendo L’Orestea di Eschilo dal personaggio di Cassandra «La vidi subito… si impadronì di me»
C’è in Cassandra lo strazio del Vedere. Perché siamo ancora tanto affascinati da questo personaggio? E perché la Wolf utilizza questo mito per parlare del nostro tempo, per parlare del nostro stare nella polis?
Tra tempi antichi e moderni la Biblioteca di Babele, il club del libro di Metro-Polis, si incontrerà il 2 febbraio per inaugurare il nuovo anno di letture. Tra le visioni della Wolf culminate nella sua Cassandra e Le troiane di Euripide, il gruppo cercherà di restituire ai nostri giorni tutta la portata di una figura così iconica e immortale. Alle 18:00 al Centro Socio Ricreativo Culturale Stella, in via Ludovico Savioli 3.