PRIMO GIORNO DI RIAPERTURA DELLE SCUOLE: UN’OCCASIONE PREZIOSA

Per scoprire che la conoscenza ci riguarda

di Angelo Errani

Riprendere il percorso scolastico, un percorso interrotto nella primavera scorsa da un ostacolo, un’epidemia assai seria che continua a colpire salute e condizioni di vita, comporta la responsabilità di ideare e di promuovere i cambiamenti necessari per aggirare l’ostacolo incontrato. L’aggiramento di questo ostacolo ne descrive lo scopo: salvaguardare la vita e la salute nostra e degli altri, regolando i nostri ambienti e i nostri comportamenti.

Le regole indicate dalla comunità scientifica che guidano la riorganizzazione degli spazi, dei tempi e delle relazioni non possono che essere generali, mentre la realtà si articola necessariamente in un’infinità di situazioni particolari. Noi, studenti e insegnanti, che conosciamo lo specifico della nostra situazione, possiamo adattare regole e comportamenti alla particolarità degli spazi, dei tempi e delle relazioni della quotidianità che ci riguarda.

E, vista la pervasività e l’aggressività dell’ostacolo, avremo bisogno di alleati.

L’alleato che ci vuol più bene è la conoscenza, perché ci permette di capire e quindi di partecipare a decidere che cosa fare e come farlo. Potremo interrogarci, assieme ai nostri insegnanti, e scoprire che le conoscenze da ricercare per affrontare l’epidemia che caratterizza i nostri giorni sono collegate necessariamente a quelle previste dai programmi scolastici: la storia, le scienze umane, la chimica, la fisica ecc. Un altro alleato è la tecnologia che ci mette a disposizione strumenti che possiamo utilizzare per la ricerca, per gli scambi di conoscenze e per le relazioni interpersonali.

Occorre poi una modalità di vivere la scuola come palestra di responsabilità. Responsabilità è una parola che ci è stata rubata. Per convincerci a farcela portar via si è fatto ricorso allo stravolgimento del suo significato, facendola apparire di volta in volta come un peso, un sacrificio da sopportare e da lasciare volentieri ad altri, i quali poi così, altrettanto volentieri, decideranno anche per noi.

La parola responsabilità significa rispondere. Rispondere a chi? Si risponde a ciò che ci interroga e che ci riguarda. Oggi siamo chiamati a rispondere alla possibilità di riprendere i nostri percorsi scolastici curando le condizioni necessarie alla sicurezza delle nostre vite.

Possiamo fare la nostra parte anche se siamo piccoli? Essere piccoli non significa non essere adeguati, cioè degli esseri che debbono ancora crescere per diventare capaci. Assieme ai nostri insegnanti possiamo allenarci alla responsabilità, attraverso la progettazione, l’organizzazione e la riflessione critica riguardo alle attività quotidiane, aggiungendo le nostre alle proposte dei compagni e degli adulti.

Non sprechiamo questa occasione. La scuola può perdere quella connotazione di mancanza di senso e di tempo della noia che, forse, molti bambini e ragazzi hanno provato. Il cambiamento degli spazi e dei tempi renderanno infatti più difficile la vita alle lezioni-conferenza. Abbiamo l’occasione per scoprire che, se la scuola diventa ricerca partecipata, può essere molto interessante e può consentire di far incontrare i contenuti degli studi con le nostre curiosità e passioni. Può inoltre consentire a tutti di dare il proprio contributo, dimostrando che siamo tutti indispensabili gli uni agli altri e che, quindi, non ci sono scarti.

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