METTERE E TOGLIERE

di Ottorino Tonelli

A chi volesse cimentarsi nell’arte della scultura si porrebbe l’alternativa di fare un’opera «mettendo» o «togliendo».

Si elabora la scultura del «mettere» aggiungendo creta su creta fino a raggiungere la forma desiderata per fare un’opera che sarà poi di terracotta, di bronzo, o per valersene come semplice modello; si può invece creare una scultura partendo da un blocco informe di marmo, di legno o altro, «togliendo», con adeguati strumenti, il materiale in eccesso fino a farne scaturire la forma desiderata. Continue reading

EVOLUZIONE DELL’ARTE

di Ottorino Tonelli

Nessuno ci toglie dalla testa che esista un processo evolutivo nell’arte. Ma non nel senso che l’arte bizantina è bella, e poi viene l’arte romanica che è più bella, e poi arriva il Rinascimento che fa le scarpe a tutti perché è ancora più bello, e così via. Continue reading

EDITORIALE – I SENSI PROFONDI DEL REALE

L’11/03/2016 è stata una data importante per Metro-Polis: l’occasione per tornare a parlare di arte, per gettare l’occhio curioso in quella dimensione meravigliosa fatta di regole e fantasia. In questo Aperitivo a Tema è stato nostro ospite Ottorino Tonelli: nato a Carrara nel ’48, ha frequentato l’Accademia di Pittura di Firenze dove si è diplomato nel 1970; la prima mostra personale è stata proprio a Carrara nel 1974, ad essa ne sono seguite altre in città come Sarzana, La Spezia, Trieste, Firenze, Heidelberg, Ingolstadt, Norimberga e Bologna, dove, al Museo Bargellini, è presente una sua scultura citata in ‹‹Storia dell’arte del ‘900, Generazione anni Quaranta›› di G. Di Genova.

11935088_897513693701048_720180138800936833_nAsciutto ed evocativo, Ottorino Tonelli ci ha narrato le proprie opere, mostrandocele sia in video, sia dal vivo; conducendoci così alle soglie di un mistero semplice e profondo: gli oggetti scarni della sua scultura, privi di fronzoli retorici, schietti, immediatamente vivi nella loro solidità. Continue reading

I SENSI PROFONDI DEL REALE

L’11 Marzo prossimo dedicheremo l’Aperitivo a Tema di Metro-Polis alla scultura, in particolare all’arte di Ottorino Tonelli, scultore di Carrara che sarà nostro ospite della serata. Patrizia Arcesilai e Rosalba Granata hanno scritto per il nostro blog un articolo a quattro mani in cui ci presentano l’artista, i materiali con i quali lavora, i suoi soggetti e le sue ispirazioni, riportando anche alcune parole dello stesso Ottorino. Conosciamo insieme più da vicino Ottorino Tonelli.

I sensi profondi del reale 1

28279-ALBERO_IN_CASA_legno_raku_e_ceramica_dipinta_11x30x25_h_cm_2012Materiali d’anima

I sensi storditi,
materiali d’anima.
Le forme sognate
Aprono a gesti antichi
Il ricordo della pietra,
l’alchimia della ceramica
la gioia del legno
e la tenacia del marmo
si fanno vita
senza tempo
(Lauro Serra)2 Continue reading

IL VOLTO UMANO DI BRUNO BANDOLI

autoritrattoL’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (Via Belle Arti 54) ospita dal 12 Ottobre al 9 Novembre 2014 la mostra dedicata al bolognese Bruno Bandoli. Tale mostra è stata inaugurata sabato 11 Ottobre e presentata da una conferenza stampa tenutasi giovedì 9 Ottobre in cui sono intervenuti il Professor Eugenio Riccomini, il Professor Antonio Faeti e l’attore e regista teatrale Vittorio Franceschi per parlare del loro AMICO Bruno, non soltanto come artista (o artigiano, come egli stesso preferiva definirsi) ma anche e soprattutto come UOMO. Bruno Bandoli (Bologna 10/12/1936 – 15/11/1994) fin da piccolo manifestò una forte passione per il modellato che lo portò a prediligere la scultura come forma espressiva a lui più congeniale. Egli scolpiva le sue teste di terracotta in un momento storico-artistico in cui il FIGURATIVO stava avendo la meglio: mai in altri secoli si sono viste tante FIGURE come nel Novecento. Dunque Bruno si trovò a sperimentare una crisi, una frattura, e dovette fare una scelta che lo portò a prediligere il FARE, la destrezza dell’USARE I POLLICI. Il risultato è straordinario: basta guardare le sue opere per rendersi conto che, ad esempio, «le sue teste di terracotta non tremano di fronte a quelle dell’antichità che ci hanno insegnato la bellezza» (Prof. Riccomini).Schermata 2014-10-14 alle 10.58.35 Bruno avrebbe continuato ad utilizzare i suoi pollici, ma se n’è andato troppo presto, alla soglia dei 58 anni. Visitando la mostra abbiamo l’opportunità di cogliere la sua straordinaria espressività che veniva dal profondo. Eugenio Riccomini alla conferenza stampa ricorda di Bruno il «chiarore che emanava il suo sguardo nell’esercitare un mestiere che, ahimè, non suscitava plauso». A questo proposito Antonio Faeti ha proposto una riflessione sull’essere IGNOTO degli artisti ai quali capita di essere poco capiti perché troppo recensiti, oppure troppo poco: quest’ultimo è il caso di Bruno, che non si allineava ai più, detestava le mode, aveva una personalità complicatissima e tormentata all’interno e tutto ciò fa parte della sua poetica. Secondo Faeti, «Bruno era grande, perché possedeva un dono di mani senza limite». Finalmente, dunque, con questa mostra gli si rende il giusto omaggio.

«Chi mi conosce sa che io più che parlare gesticolo, agitando molto le mani… brancolo nell’aria (ma non è lo spazio?), finché non trovo un appoggio (ma non è un piano?), sia di creta, di gesso, di legno o di metallo; lì mi sento più sicuro. […] Poi pian piano, proprio perché a me piace stare in mezzo alla gente, cominciai a vedere quelle mie forme incarnarsi in facce: facce sì, ma con quei piani, quei volumi “puri”. (Bruno Bandoli, Bologna 1993)

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