I RISCHI DI CHI CRESCE IN QUESTI ANNI: VIVERE IN UN PRESENTE AUTOREFERENZIALE REGOLATO DAL MERCATO

Angelo Errani continua ad accompagnarci alla scoperta dei momenti e delle fasi cruciali di una corretta relazione educativa. In questa puntata indaghiamo le ragioni della svalorizzazione della memoria, che sono da collegare alla logica del mercato che ha preso il sopravvento nella cultura corrente.

di Angelo Errani

Potremmo pensare che i riti appartengano a un mondo che non c’è più, che essi avessero un significato in epoche in cui la cultura delle comunità umane, incontrando ostacoli e problemi e non disponendo di strumenti di conoscenza adeguati per farvi fronte, era costretta a rivolgersi al magico e all’immaginario.

Così confiniamo nel poetico le narrazioni, l’immane lavoro di documentazione delle generazioni che ci hanno preceduto, tramandato oralmente, con la scrittura, con le immagini, con la musica, con la preghiera: la storia dell’umanità, quella sacra e quella profana, le guerre con vittorie e sconfitte, i fasti delle corti e la vita dei contadini, l’alternarsi delle stagioni, i mestieri, i costumi, le ricchezze e le miserie, le gioie e i dolori, la vita e la morte degli uomini.

Culture vecchie? Culture morte? Continue reading

SOCIAL STREET

Un po’ di tempo fa pensando ai Social Network mi veniva in mente un mezzo utile, ma quanto mai alienante; un paio di click e in qualunque momento si è in contatto con amici in tutto il mondo come se fossero al tuo fianco, nello stesso momento capita di isolarsi e ignorare le persone che fisicamente sono più vicine.

Questa mia immagine é stata scardinata quando nel Novembre 2013 mi sono imbattuto in un articolo che raccontava di come, tramite Facebook, vicini di casa, che non si erano mai parlati, si fossero messi in contatto virtualmente e poi conosciuti fisicamente. Federico Bastiani era da poco arrivato a Bologna e in Via Fondazza, dove abita, non conosceva nessuno, ha pertanto pensato di creare un “gruppo chiuso” dei residenti della sua strada e poiché non sapeva chi invitare, ha utilizzato dei volantini cartacei che appesi sotto i portici hanno carpito l’attenzione dei più curiosi che si sono quindi iscritti. Da lì a poco si sono incontrati per la prima volta, da quel momento é nata Social Street, che é poi via via cresciuta e nelle sue più svariate declinazioni oggi sta contagiando tutti i continenti.

La sera stessa in cui ho visto l’articolo non ho potuto resistere e ho voluto creare la Social Street della mia strada o meglio del mio “villaggio”, quindi ho aperto il gruppo Facebook. Anche io, come Federico, non conoscevo nessuno dei miei vicini, mia sorella, che invece é “più radicata sul territorio” mi ha aiutato a invitare le prime persone, da lì è seguita una lunga fase di volantinaggio: per tre volte da Novembre fino a Giugno ho distribuito volantini ai portoni del “villaggio” raccogliendo in totale una ventina di nuovi iscritti. Non decollava come pensavo, nessuno interveniva sul gruppo, però non mi sono perso d’animo e ho voluto provare ad accelerare, ho voluto passare dal virtuale al reale: ho organizzato il primo incontro. Per pubblicizzarlo ho fatto un altro giro di volantinaggio e ho contattato alcuni dei membri già iscritti via posta privata. Con grande sorpresa a inizio luglio in “piazzetta” Pieve di Cadore eravamo una dozzina di persone, che detta così vi sembrerà un numero esiguo, ma viste le premesse, per me, fu un grande successo. Continue reading