Il lato oscuro della Scienza: parte I. Tra ibridi uomo-animale e omicidi.

Aprire Facebook. Guardare la home. Scorrere tra le notizie. Vedere foto, stati, qualche articolo giornalistico, qualche blog. Ormai tutti, chi più raramente chi più volte al giorno, facciamo queste azioni. Fanno parte della nostra voglia di sentirci collegati, parte di un grande mondo. Sentirci un po’ meno piccoli. Facebook è una di quelle scorie della democrazia che ho citato nel mio precedente intervento: come tutti i social network è una fonte preziosa per esprimere il proprio pensiero, diffondere idee. Già: diffonderle nel bene e nel male. Perché le idee non sono sempre preziose o buone. Alcune possono essere più deleterie di un termitaio nelle fondamenta di una casa di legno. Una di quelle scocciature che si notano solo quando il danno è ormai evidente.
Ultimamente, cercando tra i termitai che si celano dietro Internet, ho trovato numerose notizie su moderni esperimenti terribili, cruenti, eticamente inaccettabili. Esperimenti che farebbero rabbrividire persino Mengele. Chiaramente si tratta di fatti inventati, partoriti dalla mente complottista di qualche autore a digiuno di scienza (o forse semplicemente allergico alla realtà). Dopo una sana risata iniziale, ho però percepito il sinistro tocco delle zampette biancastre della termite, che dal computer ha risalito la mia mano, il braccio, la spalla, fino ad entrare nell’orecchio. E il termitaio era ormai anche nella mia mente: e se la scienza non fosse buona? Se fosse una dichiarazione spavalda di superbia umana incontrollata? Chiaramente la risposta razionale è no: la scienza nasce per cercare di conoscere il mondo, per inseguire un equilibrio tra creato e uomo, e non per offrire un campo d’azione a sadici e pazzi. Ma siamo poi così certi non nasconda nessun angolo buio?
Dalla sua nascita, la scienza ha mostrato talvolta anche un suo lato oscuro. Diciamocelo: ce lo dovevamo aspettare! Essendo stata partorita dall’uomo, come tutte le figlie, eredita sempre qualcosa dal padre. E in questo caso, oltre agli innumerevoli lati positivi, ha ereditato anche il gene della doppia personalità. Non a caso, una delle immagini più riuscite nella storia letteraria orrorifica, è quella del personaggio di Stevenson: il Dottor Jekyll/ Signor Hyde. E, soprattutto ai suoi albori, la scienza è stata molto spesso Signor Hyde.
Insomma, la scienza è un po’ come la caricatura del tipico uomo politico: a tratti geniale e a tratti egoisticamente ottusa; carismatica, ma sempre con qualche scheletro nell’armadio. In questo caso, sarebbe più corretto dire “con qualche cadavere sul tavolo anatomico”, tanto per ricollegarci alla tetra vicenda degli Assassini di West Port. Simpatico il film del 2010 di John Landis, “Ladri di cadaveri- Burke & Hare”, che descrive con il tipico humour nero inglese il fatto di cronaca realmente avvenuto che ha sconvolto la Scozia del XIX secolo. Come tutti sappiamo, l’autopsia di cadaveri a scopo scientifico è da sempre uno strumento utile per istruire futuri medici e, ancor prima, per studiare l’anatomia del corpo umano. Osteggiata da sempre dalla Chiesa, fu nel Medioevo una pratica proibita, solitamente effettuata segretamente su cadaveri riesumati. Ma innegabilmente utile. Non a caso lo stesso Leonardo da Vinci pare si dilettasse in gran segreto a dissezionare cadaveri rubati alla sepoltura. Con i decenni tale pratica venne accettata, purché effettuata su cadaveri di giustiziati. Ma con la diminuzione delle esecuzioni, e la sempre maggior richiesta delle università brulicanti di giovani studenti, la medicina del 1800 riesumò l’antica pratica della “resurrezione” dei cadaveri. Ora, vogliamo forse paragonare l’utilità di un corpo già intaccato dalla mortifera decadenza con quella di un cadavere ancora caldo, fresco di esecuzione? E così, William Burke e William Hare, due criminali di provincia giunti nei primi anni del 1800 nell’universitaria Edimburgo, fiutarono il profumo del facile guadagno.burke-and-hare-edinburgh-bodysnatchers Si trasformarono in breve tempo nei due serial killer che terrorizzarono e sconvolsero l’opinione pubblica scozzese: 17 omicidi, tutti commessi allo scopo di vendere i cadaveri ai più importanti dottori delle università, che chiaramente evitarono qualsiasi domanda sulla provenienza dei “pezzi” sul mercato, soffocando la loro moralità pur di ottenere il corpo migliore da mostrare ai facoltosi studenti. 

Talvolta Signor Hyde, e talvolta mostro del dottor Frankenstein, qualche volta la scienza- e la mente dell’uomo- crea sogni più rassomiglianti a incubi. In questo caso, il sogno del biologo russo Ilya Ivanov, vissuto tra ‘800 e ‘900, fu la creazione di un ibrido tra uomo e scimmia. Ilya_ivanov
Pioniere nell’uso dell’inseminazione artificiale, Ivanov fu il primo ad ottenere ibridi interspecifici tra zebra e asino, bisonte e mucca, antilope e mucca, ratto e topo. I suoi studi venivano osservati con grande interesse dall’Unione Sovietica, che sperava di ottenere nuove specie animali adatte all’allevamento, e che promuovessero la zootecnia delle campagne sovietiche. Ma per Ivanov non era abbastanza. L’ibrido che tanto desiderava era un altro. Si cimentò per il resto della sua vita nel tentativo di ottenere nuovi ibridi, nati dalla fecondazione di femmine di scimpanzé con seme umano e di donne con seme di orango. Eticamente raccapriccianti, e di dubbia utilità, fortunatamente tutte le inseminazioni artificiali effettuate su primati e donne non diedero vita ad alcuna nascita. Il sogno di Ivanov, che tanto aveva esaltato Stalin, morì insieme al biologo russo nel 1932, in esilio ad Alma-Ata, in Kazakistan, allontanato dopo un rivolgimento politico nell’ambiente scientifico. Scomparso prima della sua riabilitazione nell’ambiente accademico, ne scrisse la commemorazione il fisiologo e psicologo premio Nobel Ivan Pavlov. Morì così il suo sogno- più simile a un incubo- ma anche il suo genio.

 

Martina Zappaterra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.