EDITORIALE: IL FUOCO DI PROMETEO

Durante il percorso che ha portato Metro-Polis ad inaugurare un nuovo triennio associativo, abbiamo riservato un intero incontro alla riflessone sulla nostra associazione: un’autoriflessività critica, capace di cogliere potenzialità e limiti del passato, una fotografia del presente, un momento propositivo nei confronti del futuro. Tra le proposte operative inerenti le iniziative future, è stata accolta con particolare entusiasmo quella relativa alla possibilità di organizzare un Aperitivo a Tema sulla scienza e su come questa interagisca con la nostra quotidianità.
Un secondo dato rilevante, in questo senso, è emerso durante la Festa di tesseramento di gennaio 2017. Abbiamo sottoposto a socie e soci un breve questionario con alcune proposte tematiche per organizzare piccoli corsi: dei Percorsi «capaci di aprirsi alle modalità della nostra vita associativa, […] dalla struttura fluida, in cui l’orizzontalità dialogica rimanga la stella polare del nostro agire, proprio come avviene in occasione degli Aperitivi a Tema. Continue reading

UN LUOGO DI TUTTI, UN LUOGO PER TUTTI

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La pazza avventura di Metro-Polis è cominciata ormai due anni orsono… ma questa è un’altra storia! Il ventidue di gennaio abbiamo festeggiato il secondo compleanno della nostra associazione, organizzando uno dei nostri Aperitivi a Tema presso il Centro Sociale, Ricreativo e Culturale Giorgio Costa; una serata all’insegna del nostro slogan: “Il divertimento è una cosa seria”. È proprio questo motto, mutuato senza troppi pudori da Italo Calvino, il motore propulsivo e invisibile che muove anche l’identità profonda del nostro Blog: la voglia di creare un luogo in cui le passioni possano dialogare, una finestra sui fecondi mondi che popolano Metro-Polis, uno spazio virtuale in cui la vita collettiva sia un toccarsi di cuori e cervelli.
Da un anno, ormai, il blog di Metro-Polis vive di articoli, suggestioni, recensioni e commenti: lo abbiamo voluto costruire come una sorta di piazza dialogica in cui tutti i soci abbiano la possibilità di scrivere e confrontarsi sui più svariati ambiti del sapere e del sentire. Partendo dai propri interessi, dalle proprie viscere emotive, dai propri pruriti intellettuali, ciascuno di noi ha e può avere in Metro-Polis un referente: un contenitore votato all’ascolto e impegnato a dar voce ai singoli che ne compongono la comunità. In questa prospettiva, il nostro blog assume su di sé l’importante onore di costituirsi come luogo non fisico del confronto, di essere il braccio virtuale di Metro-Polis, in un continuo scambio dinamico con la realtà tattile dell’associazione.

Nello statuto di questa nostra associazione troviamo scritto: ‹‹Metro-Polis è un progetto aperto, in divenire, e il sottotitolo “cittadinanza attiva” rivela anche la prospettiva civica dell’associazione: non si intende esprimersi nella scelta di un partito politico, ma si vuole l’apertura al confronto caratterizzato dalla tolleranza per le differenti posizioni, alla discussione consapevole del fatto che la diversità è sinonimo di ricchezza. Esiste al di là delle appartenenze individuali un sentire comune cui intendiamo dare voce: la necessità di una politica rinnovata che si basi sui valori di onestà e trasparenza. La cultura, da intendersi come bene comune e primario, può essere anche un piacevole strumento di trasformazione››. Rispettando l’impulso civico che soggiace all’intera attività dell’associazione, il blog di Metro-Polis vuole essere anche una lente d’ingrandimento per quelle realtà associative che agiscono sul nostro territorio, un piccolo focus su quei movimenti di socialità originale che muovono dal basso e di cui poco si sente parlare. Metro-Polis ha nella volontà di farsi rete uno dei propri pilastri identitari e statutari: il nostro blog non può che riconoscersi in tale identità profonda, contribuendo con interviste e presentazioni di realtà differenti dalla nostra ma a noi contigue. Continue reading

Guida scientifica per la sopravvivenza al complottismo post-moderno

Sul treno, al bar, in autobus, dalla parrucchiera, negli spogliatoi della palestra:

«Il mondo sta andando a rotoli, non vedete? Inquiniamo, uccidiamo tutto, e moriamo sempre più spesso di tumori e altre malattie che in passato i nostri bis-nonni non hanno mai avuto!»

Chi di noi non ha mai sentito pronunciare frasi simili da un amico o un conoscente? Una di quelle affermazioni che tutti prima o poi sentiamo, o che noi stessi pronunciamo. Quelle frasi al limite del complottismo e del catastrofismo che alla fine tanto ci piacciono e ci attraggono. E lo ammetto, faccio io stessa pubblica ammenda: le teorie complottiste mi affascinano. Ma a parte l’iniziale stupore, e magari qualche lontano fondo di verità, comprendo perché riscontrino tanto successo nell’opinione pubblica. L’uomo ama incolpare qualcuno dei propri sbagli. E urlare al complotto è un ottimo modo per sollevare dalla propria coscienza qualsiasi briciolo di colpevolezza. Ma alla fine è davvero tutto qui? L’uomo ha creato solo catastrofi, genocidi, estinzioni, inquinamento? Certo la storia è costellata di fatti terribili. Quindi ammettiamolo: l’uomo non sempre agisce per il meglio, come abbiamo già detto nei mesi precedenti durante la nostra escursione nei risvolti sanguinosi della Scienza. Mostratasi solo nei suoi risvolti più cupi, stavolta la Scienza si presenterà nel suo lato più rassicurante. Questo mese il viaggio sarà diverso. Perché si è sposati e si ama “nel bene e nel male, in buona e in cattiva sorte”. E stavolta il viaggio sarà nella “buona sorte”. Già, perché la Scienza ci ha dato un ottimo argomento con cui controbattere anche ai più “miscredenti”. Ora immaginate… immaginate di essere nati 200 anni fa. Innanzitutto mi spiace ma io non sarei qui a guidarvi in questo viaggio temporale: in quanto donna sarei stata estromessa dagli studi scientifici, mondo considerato allora prettamente maschile; in più sarei certamente morta alla giovane età di 18 anni per un’infezione alla gola sfociata, senza antibiotici, in setticemia. Ma non rattristatevi troppo, sarei stata in buona compagnia: circa un terzo dei lettori di questo blog sarebbe morto alla nascita o nei primi dieci anni di vita, un altro terzo non avrebbe toccato i 30 anni di età, e i restanti sarebbero arrivati a fatica a 50 anni, con qualche fortunato a 70. Infatti nel 1810 l’aspettativa di vita media era di 40 anni, con qualche punta a 50 anni in alcune regioni del Regno Unito e dei Paesi Bassi. Durante il corso del XIX secolo le speranze di vita iniziarono a salire, incoraggiate dalla rivoluzione industriale, dalla crescente occupazione, dalla dieta più ricca, arrivando “addirittura” a poco più di 50 anni di età. Fino ad oggi: l’Italia è il quarto paese a livello mondiale per aspettativa di vita. I nostri 82 anni (in continua crescita) sono infatti al di sotto solo di Giappone, Macao e Andorra (84, 82 e 83 rispettivamente). Quindi ecco il primo, ottimo, punto con cui controbattere a complottisti e detrattori della Scienza: tutti noi oggi siamo in grado di vivere in media quarant’anni in più rispetto ai nostri trisnonni. E se vi sembra poco, provate a pensare da quante migliaia di anni l’uomo vive sulla Terra: la nostra comparsa nell’ecosistema Terra è datata circa a 250.000 anni fa, e in soli 200 anni l’aspettativa di vita è raddoppiata, toccando vette mai raggiunte prima nella storia. E questo repentino miglioramento nell’aspettativa di vita è dovuto a scoperte essenziali, che oggi diamo per scontate. Continue reading

Il lato oscuro della scienza: parte II. Gli abomini del ‘900.

– “Ciao, sono Martina.”

– “Ciao Martina.”

– “E sono dipendente dai telefilm”.

Ebbene sì, sono affetta da una grave forma di telefilm-dipendenza. O almeno lo ero. Già, perché ora la mia vita da pendolare-dottoranda colpita da stanchezza cronica e stakanovismo ossessivo-compulsivo limita la mia telefilm-dipendenza. Perciò, come nelle peggiori dipendenze, non ho fatto altro che sostituire l’oggetto del desiderio: dai telefilm alla scienza. E da lì a una rubrica scientifica a puntate il passo è breve. Da qui l’idea di iniziare un viaggio all’interno del lato più angosciante, eticamente inammissibile e riprovevole della scienza. Tra omicidi e ibridi antropomorfi del mese passato, questo mese ci muoviamo tra i deplorevoli ed aberranti esperimenti di massa dell’ultimo secolo, per il secondo e ultimo appuntamento sui retroscena più agghiaccianti del mondo scientifico.
Tutti conosciamo la sorte sventurata della famiglia Kennedy: gli attentati, gli incidenti aerei, le droghe e l’alcohol hanno lasciato non poche macchie nella genealogia della famiglia più amata d’America. Scomparse premature, casuali o premeditate; in un caso una scomparsa voluta dallo stesso patriarca Joseph Kennedy. Tra i tanti rami spezzati della famiglia, uno è ai più sconosciuto. Una scoria da nascondere sotto il tappeto insieme alla polvere: Rosemary Kennedy, sorella del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, e figlia di Joseph. Rimossa dalla storia con un taglio di bisturi. Creativa, esuberante, libertina. O meglio, troppo libertina per il padre. Che per non minare la carriera dei fratelli, le troncò ogni appetito sessuale ed esuberanza con una lobotomia. Rosemary è solo un’esponente di spicco delle tante vittime di questa pratica, barbaramente messa in atto tra gli anni ’40 e la fine degli anni ’70 in tutti i paesi “civilizzati”: spacciata come cura per ogni malattia e disagio psicologico, in realtà operata per spezzare la voce di chiunque lottasse per una diversità. Di pensiero. Di sessualità. Di concezione della vita. Non solo oltreoceano, ma anche più vicino a noi: la maggior parte dei manicomi lobotomizzava i pazienti, spesso appositamente dimenticati dalle famiglie. E tra i lobotomizzatori di spicco, il Dott. Walter Freeman Jr. era certamente il più conosciuto. Di tale pratica fece un’attività economica redditizia, viaggiando per gli Stati Uniti e lobotomizzando, per una lauta ricompensa, chiunque fosse condotto al suo cospetto.

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Il lato oscuro della Scienza: parte I. Tra ibridi uomo-animale e omicidi.

Aprire Facebook. Guardare la home. Scorrere tra le notizie. Vedere foto, stati, qualche articolo giornalistico, qualche blog. Ormai tutti, chi più raramente chi più volte al giorno, facciamo queste azioni. Fanno parte della nostra voglia di sentirci collegati, parte di un grande mondo. Sentirci un po’ meno piccoli. Facebook è una di quelle scorie della democrazia che ho citato nel mio precedente intervento: come tutti i social network è una fonte preziosa per esprimere il proprio pensiero, diffondere idee. Già: diffonderle nel bene e nel male. Perché le idee non sono sempre preziose o buone. Alcune possono essere più deleterie di un termitaio nelle fondamenta di una casa di legno. Una di quelle scocciature che si notano solo quando il danno è ormai evidente.
Ultimamente, cercando tra i termitai che si celano dietro Internet, ho trovato numerose notizie su moderni esperimenti terribili, cruenti, eticamente inaccettabili. Esperimenti che farebbero rabbrividire persino Mengele. Chiaramente si tratta di fatti inventati, partoriti dalla mente complottista di qualche autore a digiuno di scienza (o forse semplicemente allergico alla realtà). Dopo una sana risata iniziale, ho però percepito il sinistro tocco delle zampette biancastre della termite, che dal computer ha risalito la mia mano, il braccio, la spalla, fino ad entrare nell’orecchio. E il termitaio era ormai anche nella mia mente: e se la scienza non fosse buona? Se fosse una dichiarazione spavalda di superbia umana incontrollata? Chiaramente la risposta razionale è no: la scienza nasce per cercare di conoscere il mondo, per inseguire un equilibrio tra creato e uomo, e non per offrire un campo d’azione a sadici e pazzi. Ma siamo poi così certi non nasconda nessun angolo buio? Continue reading

BODY WORLDS – Al cuore della vita!

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La sala maggiore del quartiere fieristico di Bologna -Piazza Costituzione 3- ospita dal 6 novembre 2013 al 16 febbraio 2014
la mostra Body Worlds, un’affascinante
esposizione anatomica di veri corpi !
-umani ed animali- che è già stata visitata nel mondo da 38 milioni di persone. ! Autore della mostra, nonché inventore della tecnica di plastinazione (1) con la quale vengono trattati i corpi esposti, è il medico e anatomista Gunther von Hagens.

Tutti i preparati dell’esposizione sono autentici, appartengono a persone che in vita hanno disposto con la firma di un modulo che i loro corpi, al decesso, potessero essere utilizzati per questa esposizione. La generosità dei donatori ci offre un punto di osservazione unico sui corpi umani, finora riservato soltanto a medici e specialisti del settore. Scopo dell’autore è mostrare ai visitatori la meravigliosa complessità del corpo umano e animale per poter illuminare il mistero della vita; per fare ciò egli deve paradossalmente ricorrere alla morte: il plastinato ci ricorda la nostra mortalità, ma ci rende anche consapevoli di ciò che è il miracoloso dono della vita. Punto di partenza, nonché filo conduttore della mostra, è il cuore: organo centrale e motore del nostro organismo, ma anche sismografo dei nostri sentimenti, batte regolarmente quando ci sentiamo sicuri, all’impazzata quando esplodiamo dalla gioia. Attraverso la visita della mostra ci caliamo all’interno della struttura più profonda del nostro corpo, ma veniamo invitati anche ad una riflessione intensa sulle emozioni, sulle abitudini quotidiane, sulla vita in generale. Il cuore viene considerato, quindi, in un contesto anatomico e cardiologico, ma anche storico, culturale e umanistico. Continue reading

Iniziamo!

Benvenuti e benvenute nel blog di Metro-Polis,

nato nello spirito dell’associazione bolognese ‘il divertimento è una cosa seria’, questo spazio di scrittura lascerà carta bianca a chiunque si diverta a recensire, commentare, raccontare e spiegare le proprie passioni, i propri hobby e i propri interessi.

Spazierà dalla politica al cinema, dalla scienza all’antichità, dalla scrittura creativa ai report dall’estero, dai telefilm all’oroscopo e agli eventi culturali che la città di Bologna offre nel corso dell’anno.

Non resta che iniziare a scrivere, pubblicare e, soprattutto, commentare!

A prestissimo con i primi articoli!

Irene Pasini