ASTROLOGIA – ALTRI MONDI. GEMELLI, LE NEBBIE DI AVALON

Le nebbie di Avalon racconta in chiave femminista e matriarcale la storia del leggendario Re Artù. L’ascesa e la caduta di Camelot è narrata dal punto di vista di personaggi femminili e soprattutto è vista dagli occhi di Morgana, sacerdotessa della Dea Madre, detentrice dell’antico sapere.

L’autrice, Zimmer Bradley, è Gemelli e molte sono le caratteristiche del segno che possiamo trovare nel romanzo: la tensione continua verso la conoscenza, la forza del pensiero e della parola. E soprattutto la tematica del doppio che si collega a quella della comunicazione: sdoppiamento di mondi che tra loro comunicano.

Morgana avverte che il mondo sta cambiando. Camelot si disgrega, i cavalieri della tavola rotonda si disperdono, parallelamente si dimentica la dea e si va affermando il cristianesimo, non quello delle origini basato sull’amore ma quello intollerante rispetto a ogni altra fede di nuovi preti fanatici.

E Avalon si allontana nella nebbia, si stacca sempre più dalla realtà degli uomini.

Dal Prologo. Parla Morgana:

«Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina…
Il mondo della magia si allontana sempre più dal mondo dove regna il Cristo…
Il mondo è mutato. Un tempo un viaggiatore, se aveva la volontà e conosceva il segreto, poteva avventurarsi con la barca nel Mare dell’Estate e giungere all’Isola Sacra di Avalon; allora le porte tra i mondi fluttuavano con la nebbia e si aprivano al volere del viaggiatore»

Frederick Sandys, Morgana 1864.

Marion Zimmer Bradley può essere considerata la madre del fantasy al femminile. Prima di lei era infatti un genere basato prevalentemente su muscoli e lotte e dove le donne, quando c’erano, avevano un ruolo puramente decorativo. La Bradley inserisce tra amori, avventure, magie anche le tematiche forti del femminismo dagli anni Sessanta in poi, autodeterminazione, indipendenza, omosessualità. Inoltre riscopre e ripropone miti antichi, come Amazzoni, Atlantide, maghe e streghe.

Michela Murgia racconta il suo primo incontro con Le nebbie di Avalon(1) e ci spiega perché questo libro è tanto importante per lei al punto che afferma che le ha tracciato un vero e proprio percorso esistenziale lasciandole un segno indelebile.

«Salii sulla nave con in borsa quel librone da viaggio con avventure cavalleresche un tanto al chilo senza immaginare che si trattava di uno degli atti di militanza più forti che mi sarebbe capitato di vedere nella vita…

Tuttora non sono certa di aver misurato la portata esatta dell’impronta che quel romanzo ha lasciato nella mia vita, sulla mia scrittura e sulla mia visione politica, femminista e di fede».

«Prima ancora che un romanzo, Le nebbie di Avalon è un atto di rivolta narrativa, un ribaltamento agito su uno dei punti più fermi della cultura a cui appartengo, quelli in cui si radica l’arbitraria definizione di Occidente»

Viaggio di Re Artu, Morgana e le fate verso Avalon

L’intera serie, di cui il romanzo fa parte, è ambientata nell’isola di Avalon, estremo rifugio delle sacerdotesse della Dea. Zimmer Bradley immagina il passaggio dall’antico mondo matriarcale a un nuovo ordine di stampo patriarcale. E quando Artù muore è sancita la fine di un’era. Excalibur, la spada del potere del Re Sacro, è scagliata nel lago. È la stessa mano della Dama del Lago che emerge dalle acque e la porta sul fondo.

Il mondo di Avalon si allontana da quello della realtà. Ma anche se quel mondo è perduto Morgana è pienamente consapevole che la Dea non è solo nell’isola. «La dea è ovunque. E coloro che hanno bisogno di un segno nel mondo la vedranno sempre.»

NOTE

  1. Michela Murgia, L’inferno è una buona memoria. Visioni dalle Nebbie di Avalon.

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