BILANCIA: MONTALE, LA MOGLIE E…
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
La Bilancia è governata da Venere. È il Segno dell’amore, della coppia, del matrimonio. Per questo parto da una delle più belle poesie dedicate da un poeta alla moglie: Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale.
In questa lirica Montale si rivolge alla moglie con tono colloquiale, prosastico, per rappresentare il lungo cammino insieme usa la metafora del viaggio compiuto scendendo almeno un milione di scale e in questo percorso afferma che la vera guida è stata in realtà la moglie che, nonostante la forte miopia, aveva la capacità di vedere oltre le apparenze.
La lirica, scritta dopo la morte della moglie, fa parte della raccolta Xenia1 nella quale il poeta, rompendo un lungo silenzio, abbandona i toni più ricercati della poesia precedente per esprimersi in un linguaggio più colloquiale e quotidiano che dà voce alla malinconia e al ricordo.
Pur amando le poesie di Montale (o proprio per questo) non avevo mai indagato sulla sua vita privata. Ma questa Rubrica Il gioco delle coppie è, seppure spero con leggerezza, un pò “voyeristica”. Effettivamente devo confessare che mi sono divertita a cercare risvolti e segreti del rapporto di Montale con le donne.
La moglie quindi …
Montale conosce Drusilla Tanzi (detta Mosca per gli occhiali spessi) nel 1929, quando viene nominato direttore a Firenze del Gabinetto G.P. Vieusseux, lei era sposata con il critico d’arte Matteo Marangoni, ma diviene ben presto la sua compagna. Durante la loro relazione Montale conoscerà e frequenterà altre donne alle quali dedicherà alcuni suoi versi, ma il rapporto con Drusilla Tanzi non sarà mai interrotto. Si sposano nel 1962 e lei muore l’anno seguente.
Ma allora, avendo iniziato questo viaggio tra le figure femminili presenti nella poesia e la vita di Montale, mi chiedo Clizia chi è? Figura immaginaria? Donna idealizzata?
La frangia dei capelli che ti vela
la fronte puerile, tu distrarla
con la mano non devi. Anch’essa parla
di te, sulla mia strada è tutto il cielo,
la sola luce che le giade ch’ài
accerchiate sul polso, nel tumulto
del sonno la cortina che gl’indulti
tuoi distendono, l’ala d’onde tu vai,
trasmigratrice Artemide ed illesa,
tra le guerre dei nati-morti; e s’ora
d’aeree lanugini s’infiora
quel fondo, a marezzarlo sei tu,scesa
d’un balzo, e irrequieta la tua fronte
si confonde con l’alba, la nasconde.
La poesia parte da un dato realistico: la frangia dei capelli di Irma che però va trasformandosi con una serie di ardite metafore fino a che la donna diventa divinità salvifica alla maniera stilnovistica.
Clizia2 è, potremmo dire, l’altra faccia della medaglia rispetto alla compagna della quotidianità, è la donna angelicata, la dea…
Pensavo fosse esistita solo nella sua immaginazione o che dall’incontro con la giovane americana Irma Brandeis avesse immaginato la donna ideale perfetta invece, vent’anni dopo la morte del poeta, è uscito un libro che raccoglie più di cento lettere indirizzatele da Montale fra il 1933 e il 1939 che porta a rivedere molte delle certezze che sembravano acquisite su questa relazione. Di sicuro sapevamo solo che vi era stato poco più di un mese di rapporto diretto e che il legame era stato soprattutto epistolare e molti ritenevano che fosse stato del tutto platonico, e in base al ritratto proposto dalle poesie, si pensava che fosse lei a sottrarsi a un rapporto duraturo e costante. E invece le lettere mostrano una storia ben diversa.
Irma ed Eugenio si erano incontrati per la prima volta nel luglio 1933. Lei, giovane italianista americana ben introdotta nell’ambiente intellettuale fiorentino, era rimasta folgorata da alcune poesie degli Ossi di seppia. E quel fatidico 5 luglio 1933 aveva portato un innamoramento rapido e reciproco.
In una lettera del 2 agosto, mentre Montale era in vacanza a Parigi con Drusilla, le scriveva: «Mi manchi terribilmente», firmandosi Arsenio, e addirittura prospettava soluzioni per poter vivere insieme o in Europa o negli Usa.“ Scegli, mia carissima Irma”.
Poi, essendo la giovane tornata in America, segue un anno di intensa corrispondenza, nella quale accanto a appassionate dichiarazioni d’ amore sono presenti anche notizie su amici e commenti letterari; quello di cui non si parla mai è del legame con Drusilla.
Il primo accenno alle difficoltà è solo nel giugno del 1934, quando Irma è già sulla nave che la riporta in Europa. «Accanto ai mille e uno motivi che mi fanno pazzamente desiderare di riaverti qui, ce n’è uno, o mezzo, che mi preoccupa e mi fa temere. Ma quest’uno, o questo mezzo, si riferisce a cosa che non può assolutamente dirsi per lettera, e che non tocca per nulla i miei sentimenti per te, che sono, semmai, ingigantiti. E nulla ho fatto che possa neppur lontanamente, neppure con l’intenzione, rendermi meno degno di te. Quando saprai capirai».
Ma in realtà il periodo in Italia diviene un susseguirsi di conflitti e amarezze. L’anno successivo poi, in una lettera disperata, Montale la informa che Drusilla (chiamata sempre X) minaccia il suicidio se lui la lascerà, e che lui non riesce in definitiva a districarsi “da una situazione tanto vischiosa quanto orribile”. Nell’estate del 1938 c’è un ultimo incontro tra i due. Anche in quell’occasione Montale ricomincia a fare progetti di vita insieme, ma Irma è ormai consapevole che la separazione sarebbe stata definitiva.
Intanto Irma va via via trasformandosi in Clizia, va quindi disincarnandosi, diventando immagine poetica ideale di angelo salvifico. E con la lontananza fisica, resa ancora più netta con l’inizio della guerra, diventa ormai innocua per i conflitti del poeta che può abbandonarsi ai sogni, ai ricordi, al rimpianto.
A lei nel 1949, con le iniziali I.B., dedicherà Le occasioni.
E infine, dopo oltre quarant’anni di silenzio, l’ultimo messaggio è quello in cui le manda l’edizione einaudiana dell’Opera in versi, accompagnata da un biglietto su carta intestata del Senato3, in cui con grafia tremolante e quasi illeggibile le scrive, un pò in inglese e un pò in italiano, poche struggenti parole: «Irma, sei tuttora la mia Dea, la mia divinità. Prego per te, per me. Perdona la mia prosa. Quando, come ci rivedremo? Ti abbraccia il tuo Montale». Tre mesi dopo Eugenio Montale moriva.
OROSCOPI
Montale ha Sole e Mercurio in Bilancia, Venere in Scorpione congiunto a Saturno, la Luna in Capricorno. Non ho l’ora di nascita ma posso ipotizzare una Bilancia orientata verso il rigore saturniano. (Luna in Capricorno e la stessa Venere scorpionica tenuta a freno dal severo Saturno.). E questo corrisponde bene alla personalità dell’intellettuale Montale che, in difficili anni del fascismo, ci lascia una lezione di coerenza e rigore morale, una lezione di decenza (Armellini); l’uomo Montale, invece, con le sue oscillazioni, mi comunica una certa tenerezza.
L’oroscopo di Drusilla Tanzi, al contrario, appare quello di una vera amazzone. In Ariete oltre al Sole si trovano Venere e Marte, e anche la Luna è in un segno di fuoco, il vitale Sagittario. Mercurio è nel solido e tenace Toro.
Bilancia lui, Ariete lei.
Bilancia e Ariete sono segni opposti. Ariete, primo segno dello zodiaco, governato da Marte è segno maschile dai colori accesi, passionali e violenti. La Bilancia, governata da Venere, è segno femminile, alla ricerca continua di equilibrio, i suoi colori sono sfumati.
E Montale ha avuto come compagna della vita una donna fortemente caratterizzata dall’Ariete.
Ma è stato felice con lei? Forse per le suggestioni delle lettere a Irma (purtroppo non ho trovato la sua data di nascita. Mi dispiace molto!) mi sembra piuttosto “schiacciato” dalla personalità di Drusilla. Poi rileggo le tenerissime poesie che le ha dedicato dopo la sua morte e mi rendo conto di quanto non sia facile l’interpretazione del loro complesso rapporto forse ben rivelata da questi versi: “Non ho mai capito se io fossi/il tuo cane fedele e incimurrito/o tu lo fossi per me”.
Il poeta la ricorda come una donna vitale, sempre sorridente, spontanea. Determinazione, forza ed autenticità sono per lui le sue qualità e soprattutto riconosce che è stata per lui una guida nella vita quotidiana per la sua capacità di guardare “dentro” gli altri schernendo caparbiamente la superbia e l’ipocrisia “dell’alta società”.
Ed è grazie a lei che ritiene di essere riuscito a far fronte alla “crisi” intellettuale degli anni ’60 e alla sua personale crisi interiore, solo grazie ad un coraggio che gli è stato dato “in prestito” dalla sua compagna:
il mio coraggio fu il primo
dei tuoi prestiti e forse non l’hai mai saputo.
Rosalba Granata
NOTE
- Drusilla Tanzi è stata una scrittrice italiana, moglie di Eugenio Montale che a lei avrebbe dedicato due sezioni, Xenia I e Xenia II, della raccolta poetica Satura. Nel 1964 dopo un anno dalla morte di Drusilla Tanzi, chiamata Mosca forse per le spesse lenti, il poeta compose sei liriche a lei dedicate, che avrebbero fatto parte delle due sezioni intitolate Xenia . Gli xenia negli epigrammi dello scrittore latino Marziale sono i “doni da inviare all’ospite”; non a caso Montale sigilla sotto questo nome le ventotto poesie dedicate a Drusilla: piccoli doni da inviare alla sua donna scomparsa, ormai “ospite” dell’aldilà.
- Clizia nel mito raccolto da Montale era innamorata di Apollo e quando fu da lui abbandonata fu trasformata in girasole.
- Montale era infatti stato nominato Senatore a vita.