BIBLIOTECA DI BABELE: UNA CASSANDRA FEMMINISTA

Christa Wolf racconta il suo primo incontro con Cassandra. Stava leggendo l’Orestea di Eschilo.

«Cassandra. La vidi subito… si impadronì di me»(1)

La Wolf la vede davanti alla porta dei Leoni. Sente il suo grido drammatico: «Di nuovo mi travolge lo strazio del vedere…»

È come se affogasse nella figura di Cassandra. La cerca nei luoghi, la cerca nei testi… la cerca in se stessa. La voce della scrittrice si mescola con quella della veggente troiana.

Ed è davanti alla porta dei Leoni che la colloca nell’incipit del suo romanzo. Cassandra vede nell’accoglienza trionfale da parte di Clitemnestra il massacro che sta preparando. Vede il tradimento. Vede il sangue.

Il passato si dipana davanti a lei di fronte alla città, si dipana davanti a lei di fronte alla morte. Rivede scene, personaggi, immagini del suo passato, immagini che ci parlano del nostro presente. Immagini che ci fanno comprendere come il vedere non sia dono divino, il vedere è interpretare i segni del mondo reale intorno a noi, i segni che i poteri costituiti vogliono nascondere.

E Cassandra vede come sono inventate le cause della guerra, vede come si trasforma la città durante il conflitto, come vengano emarginate le donne, vede la stessa regina scacciata dal consiglio e tutto il potere passare ai militari, passare alle costrizioni autoritarie.

Cassandra ricorda l’opposizione serena di Anchise, ricorda l’amore dolce con Enea. E ricorda la comunità delle donne che si ritrovano nelle caverne del monte Ida, ricorda il loro vivere insieme. Parlando, cantando, svelando i meccanismi della violenza patriarcale.

Rivive nella memoria i modelli alternativi di società.

Sì, la Wolf con questa immagine drammatica della sacerdotessa troiana ci dice che una possibilità alternativa esiste. E Cassandra ci lascia questo messaggio:

«Disponi che quello che ascolterà da me possa ripeterlo a sua figlia. La quale a sua volta lo ripeta a sua figlia, e via di seguito. Sicchè, accanto al fiume delle gesta degli eroi, questo minuscolo rigagnolo, a fatica, possa raggiungere la gente lontana, forse più felice, che un giorno verrà»

NOTE

  1. Premesse a Cassandra, C. Wolf

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