EDITORIALE – REFERENDUM COSTITUZIONALE

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Quello del referendum costituzionale è un tema entrato con forza, quasi con invadenza, nella vita quotidiana di italiane e italiani. Per fortuna. Scrivo ‹‹per fortuna›› perché, nel segreto di quell’urna, non siamo invitati solamente a esprimere una preferenza, banalmente un ‹‹SÌ›› o un ‹‹NO››; il 4 dicembre 2016 saremo chiamati a ragionare sull’architettura complessiva della nostra democrazia parlamentare, sui meccanismi vitali della Repubblica che ci troviamo ad abitare, sul senso ultimo del nostro essere cittadine e cittadini. Questo tipo di referendum spinge, o dovrebbe spingere, il dibattito ben oltre le contingenze politico-partitiche: dovrebbe farsi promotore di una riflessione di più ampio respiro, capace di mettere in gioco quella complessità inesauribile che le è connaturata.

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I soci e le socie della nostra associazione, durante la prima tappa degli incontri dal titolo ‹‹Costruire Metro-Polis››, hanno manifestato la volontà di dedicare uno dei nostri Aperitivi a Tema proprio alla tematica del referendum e alla variegata mole di questioni che pone in essere.
Nell’accogliere quest’esigenza, abbiamo voluto organizzare un incontro che potesse rendere giustizia a una tematica così impegnativa senza tradire quella leggerezza che contraddistingue il nostro modo di fare cultura e di fare politica. Sono ben spiegate le motivazioni che ci hanno spinto ad agire in ‹‹La Costituzione della Repubblica italiana››, l’interessante articolo introduttivo alla serata scritto per l’occasione da Beatrice Collina. La volontà di comprendere, la voglia di andare oltre generiche semplificazioni, la necessità di porre domande come esigenza primaria, prioritaria persino, anche rispetto a quella di ottenere risposte. Quello che si è cercato di fare è stato impegnarsi nel tentativo di realizzare uno spazio confortevole in cui ospiti e partecipanti potessero sentirsi a proprio agio nell’esprimere il proprio sapere e il proprio sentire. La dimensione dialogica del confronto, anche di quel confronto-scontro che aiuta criticamente la maturazione, è stata la stella polare dei nostri sforzi organizzativi. La rotta era già tracciata, anche grazie alle precedenti esperienze in cui Metro-Polis si è approcciata alla politica in maniera più pragmatica e meno ideale. L’Aperitivo a Tema del novembre 2015 in cui è stato nostro ospite Roberto Grandi, innanzitutto, in cui abbiamo discusso di comunicazione politica e ci siamo interrogati su come sia possibile vincere o perdere le elezioni; esperienza di cui troviamo traccia nel significativo articolo di Rosalba Granata dal titolo ‹‹Metro-Polis e l’impegno civile››. In secondo luogo si è rivelata paradigmatica l’esperienza di avvicinamento alle elezioni comunali bolognesi e la successiva organizzazione di un Aperitivo a Tema ad esse dedicato; un percorso che possiamo rivivere attraverso gli articoli ‹‹Un passo verso le elezioni comunali›› ed ‹‹Editoriale – Elezioni Comunali››.

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Così, il 20 settembre 2016, abbiamo organizzato, anche grazie all’ospitalità del Centro Socio Ricreativo Culturale Stella, un Aperitivo a Tema esclusivamente dedicato ai temi messi in movimento dalla riforma costituzionale oggetto del referendum. Hanno accettato il nostro invito Salvatore Vassallo, professore universitario, politologo e politico, in rappresentanza delle ragioni del SÌ; Ugo Mazza, politico e vice presidente del Comitato per il NO “Alessandro Baldini” di Bologna. Grazie alla generosità con cui i nostri ospiti si sono dati disponibili, è stato possibile realizzare un dibattito serio e articolato, in cui si sono toccati alcuni dei punti dirimenti della riforma in oggetto: i poteri del nuovo Senato, come muta il rapporto tra le due Camere, quali saranno le competenze dello Stato e quali quelle delle regioni, come cambia l’istituto del referendum, la comprensibilità degli articoli della nuova riforma e molto altro ancora.

Le modalità, come sempre, sono state quelle informali e conviviali di Metro-Polis: a seguito di una presentazione iniziale delle due posizioni, si è proceduto a rivolgere a Mazza e Vassallo alcune domande anonime, raccolte per iscritto tra i partecipanti alla serata; un buon modo per rompere il ghiaccio e per dare anche alle persone più timide la possibilità di interagire. L’incontro è poi proseguito con un dibattito più tradizionale, in cui tutte e tutti hanno avuto la possibilità di intervenire.
La dimensione giocosa è irrinunciabile per Metro-Polis: il gioco come strumento di problematizzazione del reale, come antidoto alla rigidità, il gioco come euristica della cultura. Abbiamo allora voluto giocare anche in questa situazione, un po’ per non ingessare una serata dedicata a un tema serio e complesso, un po’ per non tradire l’identità profonda e leggera della nostra associazione. Abbiamo così sottoposto a chi ha deciso di partecipare a questo incontro una fittizia scheda elettorale, recante la scritta ‹‹Referendum Costituzionale›› e tre opzioni di risposta: sì, no, non so. Un piccolo esercizio per testare l’umore iniziale dei nostri avventori, uno strumento per capire quante persone fossero già convinte della propria scelta e quante ancora quelle indecise. La maggioranza di ‹‹non so›› si è rivelata, così, un dato interessante per il dibattito sviluppatosi: sintomo di un’inesausta ricerca di chiarezza, sinonimo della volontà di non fermarsi alla superficie del problema, dell’intenzione di sviscerarlo per comprenderlo appieno.

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Nel ringraziare nuovamente Salvatore Vassallo e Ugo Mazza per la generosità con cui si sono resi disponibili a partecipare a quel mondo un po’ pazzo che è Metro-Polis, desidero estendere questi ringraziamenti anche a tutte quelle persone che hanno reso possibile questa serata: organizzando, preparando o partecipando. Metro-Polis è e continua ad essere in questa collettività che, cammin facendo, si fa sempre più comunità.
Come sottolineato all’inizio dell’articolo, lo scopo di questo Aperitivo a Tema era quello di trasformarci in speleologi costituzionali, scavando nella complessità alla ricerca di risposte non semplicistiche. Se qualcuno è uscito da questa serata con una posizione solida, con un sì o un no nelle tasche, potremo dire di aver svolto bene la nostra funzione civica. Se qualcuno, invece, ne è uscito con ancora più dubbi, allora potremo dirci pienamente soddisfatti: l’esercizio maieutico di cui ci facciamo interpreti non è un processo lineare, è un viaggio fatto di balzi, retromarce, curve cieche e corse improvvise. L’attitudine al dubbio come antidoto al dogmatismo non è che un prendersi cura del nostro essere cittadine e cittadini.

Mattia Macchiavelli

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