L’ASTROLOGIA DI METRO-POLIS: TORO E MITO

0_astri_mitiPerché i Miti? E soprattutto perché collegati all’Astrologia? 

Astrologia e Miti sono uniti dall’antichità. L’uomo guardava il cielo, e lo popolava di dei ed eroi…
E oggi? Credo che i Miti risuonino ancora dentro di noi, ci parlino.
Raccontarli, comprenderli ci mette a contatto con una parte interiore di noi stessi. E l’Astrologia ci dà una chiave interpretativa, non l’unica, mai definitiva, sempre problematica.

 «Le storie non vivono mai solitarie: sono rami di una famiglia, che occorre risalire all’indietro e in avanti. Nell’ebrezza della traversata marina in groppa al toro bianco, Europa cela in sé, come potenze ancora inavvertite, i destini delle sue nipoti pazze d’amore, Fedra e Arianna… E fra le radici celesti di questo albero di storie troviamo l’errare della giovenca pazza, l’antenata Io, che a sua volta include in sé l’immagine di un’altra giovenca pazza, madre di Fedra e Arianna: Pasifae». (Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia)  

1_europa2PRIMO ATTO: Zeus seduce Europa sotto le sembianze di un Toro

La spiaggia, illuminata dal sole in un giorno splendente di primavera, è animata dalle grida gioiose di fanciulle che giocano, si rincorrono, raccolgono fiori. Fra queste è Europa… La più bella. Zeus la vede, rimane incantato e decide di sedurla. Prende le sembianze di un toro e si stende sulla spiaggia. Europa si avvicina, lo accarezza e, colpita dalla sua mansuetudine, gli sale in groppa. Immediatamente il toro abbandona la sua quieta placidità, velocissimo si lancia nei flutti e porta con sé la fanciulla.
Un’isola li attende, la “verdeggiante Creta”.

SECONDO ATTO:  Parsifae si innamora di un bellissimo Toro

Minosse è il figlio di Zeus ed Europa. Nella seconda parte della storia lo troviamo adulto, è il potente re di Creta. Ha sposato Pasifae dalla quale ha avuto la figlia Arianna. Ma Minosse un giorno inganna ed “offende” Poseidone. Il dio irato per vendetta rende folle Pasifae, la fa innamorare di un toro bellissimo uscito dal mare. E Pasifae, presa da folle passione, convince  Dedalo a costruire una giovenca in cui entrare per poter avere con il toro un rapporto sessuale.
È così che viene concepito il Minotauro, essere mostruoso metà uomo e metà ragazzo che viene rinchiuso in un immenso palazzo-prigione: il Labirinto. Ogni  anno gli vengono sacrificati sette giovani e sette fanciulle ateniesi.

TERZO ATTO: Teseo uccide il Toro mostruoso

Ed un giorno arriva a Creta Teseo il valoroso figlio di Egeo, re di Atene. Giunge con i giovani che devono essere sacrificati al Minotauro, vuole liberare la sua città da questa atrocità. È bello Teseo, i suoi ricci fulvi risplendono al sole, i suoi occhi sono come braci ardenti. È bello Teseo ed è sotto la protezione di Afrodite. Arianna appena lo vede rimane “folgorata”. Dove lo ha incontrato la prima volta? Forse al Porto quando Teseo è sbarcato dalla nave o forse lo ha visto lottare nell’arena. Sicuramente dal primo momento desidera partire con lui, essere sua sposa, per questo non esita a tradire il padre, il fratello, la sua terra. Da lei Teseo riceve la spada per colpire il mostro e il gomitolo rosso che guiderà i suoi passi per uscire dal Labirinto.

2_teseo_minLETTURA ASTROLOGICA

La stagione del Toro è la Primavera. È lo sbocciare della fioritura. È lo sbocciare di intensi desideri. Toro è il segno della fertilità, è la grande Madre Terra, è il Materno protettivo. Il pianeta del Toro è Venere, non la greca Afrodite ma Venere Astarte,  divinità primitiva, sensuale e generatrice.
Sono storie bellissime di amore e sessualità quelle dei Miti che ruotano attorno al Toro. Le donne poi, Europa e Arianna, sono difficili da dimenticare. Del resto la donna del Toro è tra le più intense e sensuali dello Zodiaco.

Nei primi due atti del Mito è prevalente l’aspetto potentemente istintivo  tipico del segno.
Nel terzo atto appare Teseo, l’eroe che si offre per la difficile sfida con il Mostro. Ha il sostegno dell’Amore, rappresentato da Afrodite e da Arianna. Ed è proprio con il filo fornito da Arianna, la sua Anima, che riesce ad uscire dal labirinto del terrore, il labirinto dell’inconscio…

Il Toro nel 2015 

Amici del Toro con l’inizio dell’anno siete finalmente usciti dal Labirinto in cui l’opposizione di Saturno vi aveva confinati per due lunghi anni. Un labirinto di difficili prove ma anche di opportunità di conoscenza. Siete sicuramente usciti arricchiti e rafforzati. Nell’estate Giove entrerà nella Vergine, godrete quindi per un anno di uno splendido “Trigono” e a quel punto potrete davvero “raccogliere” il frutto di quanto avete seminato.

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MITI  NELLA LETTERATURA. MITI NEL TEMPO  

Il Minotauro e Il Labirinto 

Nel labirinto non ci si perde
Nel labirinto ci si trova
Nel labirinto non si incontra il Minotauro
Nel labirinto si incontra se stessi  (H. Kern) 

Il labirinto è un simbolo ricorrente presso moltissimi popoli antichi: un percorso intricato nel quale si compie un viaggio iniziatico all’interno di un mondo in miniatura.
Nelle Metamorfosi, Ovidio ci presenta un luogo nel quale è impossibile orientarsi in quanto gli intricati sentieri fanno perdere i punti di riferimento rendendo impossibile trovare la strada per uscire.
È qui che viene imprigionato il Minotauro, la vergogna della famiglia.

Ma intanto l’obbrobrio della famiglia era cresciuto:
il mostro biforme, mai visto, dimostrazione vivente dell’immondo adulterio di Pasifae.
Minosse decide di allontanare dalla casa quest’essere che infama il suo matrimonio,
e di rinchiuderlo nei ciechi corridoi di un complicato edificio.
Dedalo, famosissimo per il suo talento nell’arte dell’architettura,
esegue quest’opera scompigliando punti di riferimento, e inducendo l’occhio
in errore con rigiri tortuosi di molte vie. (Metamorfosi – Libro VIIIv. 155)

Questo mito non è solo relegato nell’antichità, i potenti archetipi del passato continuano a vivere nel nostro inconscio, nei nostri sogni, nelle nostre opere d’arte.
«Fino al Rinascimento era una struttura in cui si arrivava sempre al centro. Dopo diviene luogo della perdita» afferma Borgesstrada_klee
E, soprattutto nel  Novecento con la perdita delle certezze e con l’affermarsi di  una visione della realtà difficile e contraddittoria, il labirinto è la principale metafora del disorientamento e molte sono le opere letterarie e artistiche che ruotano su tale tematica.
Per esempio Umberto Eco nel romanzo Il nome della rosa, immagina una misteriosa biblioteca labirinto del sapere e Borges utilizza frequentemente il labirinto come metafora del mondo, dell’esistenza, della letteratura.
Anche nell’ambito artistico all’ordine della rappresentazione tradizionale si sostituisce un disordine labirintico che caratterizza le opere di molti pittori come Balla, Klee, Magritte, De Chirico.

E al centro del Labirinto c’è il Minotauro, Mostro ancora presente negli incubi dell’uomo contemporaneo.
Picasso, si è concentrato in vari dipinti sulla simbologia del Minotauro e ne ha rappresentato la duplicità della natura nella quale vede coesistere aggressività e tenerezza.
Il rovesciamento del mito è al centro di due grandi racconti del Novecento: La casa di Asterione di Jorge Luis Borges e Il Minotauro di Durrenmatt.
L’Asterione di Borges, non è  un mostro crudele e sanguinario, ma piuttosto un essere triste e solitario, un diverso che soffre per la solitudine a cui è condannato.
Io narrante è lo stesso Minotauro, scelta che porta noi lettori  alla condivisione della sua sofferenza.

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Ma forse l’immagine più efficace per rappresentare le lacerazioni dell’uomo contemporaneo è quella della “ballata” di  Durrenmatt.
Lo scrittore immagina il labirinto come costruzione enorme e complessa, rivestita di specchi in cui il Minotauro vede moltiplicata all’infinito la propria immagine. Non si rende conto che sono  immagini riflesse ma le crede creature come lui, con loro danza e gli specchi replicano danza e movimenti. Imprigionato in questo luogo illusorio il feroce Minotauro è per lo scrittore una vittima innocente in quanto  totalmente inconsapevole della sua  animalità “distruttiva”.

«Lo avevano confinato in un labirinto di specchi dove ogni parete moltiplicava il suo riflesso e non sapeva di essere solo. Ovunque si girasse vedeva un’infinità di creature come lui, che facevano le medesime cose che faceva lui. Si accovacciava e loro si accovacciavano, balzava in piedi e loro balzavano, salutava e loro agitavano la mano. Invischiato nell’infinità del doppio, pensava di vivere in mezzo a tanti esseri che gli erano gemelli. Così danzava e faceva capriole e tutti quei se stesso lo imitavano ballando e capriolando». (Durrenmatt) 

Poi la sua solitudine ha fine, ma l’incontro con l’altro gli porterà dolore e morte.
Un giorno si trova davanti all’improvviso una fanciulla, è stupito ma la accoglie con gioia, vorrebbe danzare con lei, vorrebbe amarla, ma nel suo ardore la uccide. Poi vede che altri giovani tremanti di paura sono nel labirinto, quasi subito si rende conto che non lo amano, anzi vogliono ucciderlo, allora esplode la sua rabbia, violenta e omicida.
Infine appare Teseo, il suo volto è coperto da una maschera da toro. Ingannato pensa di non essere più solo, pensa di aver trovato finalmente un suo simile. Esplode di nuovo la gioia, e la gioia si fa danza.

«Danzò la danza della fratellanza, la danza dell’amicizia, la danza della sicurezza, la danza dell’amore, la danza della vicinanza, la danza del calore. Danzò la sua felicità, danzò la sua dualità, danzò la sua liberazione. (Borges) 

6_escher_1953Concludo con Calvino.
Per lui il labirinto è figura emblematica della contemporaneità ed è necessario accettare la sfida del labirinto, non si può negarlo rifugiandosi in visioni semplicistiche della realtà, bisogna invece avere piena consapevolezza della problematicità e della complessità del reale. Dobbiamo però evitare di lasciarci sedurre dal fascino del labirinto rimanendone prigionieri, ci si deve sforzare invece di conoscerlo e di uscirne. La letteratura può fornirci una mappa da utilizzare per trovare l’uscita dal labirinto, consapevoli però che sarà provvisoria e ci porterà ad un altro labirinto.

Rosalba Granata

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