GIORNALI SCADUTI – CIBO E POLITICA

GIORNALI SCADUTI(1)

Il cibo non è mai stato così di moda” affermava Serra nel 2013(2). E la situazione si è accentuata in questi ultimi anni. Molti i programmi televisivi, prove del cuoco, consigli di chef, gare di cucina.
Per non parlare, e Bologna è sicuramente in prima fila, dell’apertura di sempre nuovi locali, fiere del cioccolato, sfogline… E il 15 Novembre apre FICO.

L’articolo di Michele Serra era dedicato all’uscita del libro: Cibo e Libertà. Slow food. Storie di gastronomia per la liberazione. Un titolo orgogliosamente politico questo di Carlo Petrini. E infatti il suo impegno è sempre stato vivo, caratterizzato dalla volontà di liberare il cibo dalla sua “alienazione”, di restituirgli umanità, significato, socialità e anche dall’impegno in battaglie a favore della biodiversità e dei diritti dei contadini contro l’agricoltura dominata dalla speculazione finanziaria. Molte sono le organizzazioni da lui fondate: Arci gola, Slow food, Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, Terra madre.

In un’ intervista del 2010(3) Petrini denunciava la carestia di idee della sinistra, e chiedeva battaglie coraggiose contro la “pervasività delle multinazionali” che parlano un unico linguaggio, quello del potere e del profitto.
Affermava inoltre che se si vuole un vero cambiamento è necessario capire le nuove sfide. In passato le bandiere della sinistra sono state il suffragio universale, la scuola pubblica, i diritti delle donne e quelli dei lavoratori. Oggi? Qual è la nuova bandiera universale nelle nostre democrazie? Petrini rispondeva con nettezza: Il diritto al buono e al bello. E questo non è, come molti accusano, badare al superfluo, ed essere incantati dalle élite, giudizi come questi per lui sono assurdità, sono “balle”. Non siamo più ai tempi di Tommaso d’Aquino con la dicotomia necessario e superfluo. Buono e bello sono diritti universali. Mangiare bene non vuol dire mangiare caviale, ma sano e pulito. Vuol dire cura della buona agricoltura, tutela delle risorse, vuol dire anche difesa del nostro paesaggio, radice della memoria e dell’identità.

E lo Slogan di Slow food è appunto buono pulito e giusto.

Rosalba Granata

Note:

  1. PREMESSA: Riordino ritagli. Mille frammenti di articoli, immagini che ho accumulato. La motivazione era sempre che mi potevano essere “utili”…La scuola, i ragazzi, nuovi spunti da utilizzare. Una mostra sui Futuristi, un articolo su cinema letteratura e cibo, un personaggio che veniva “celebrato” da Obama, a Berlinguer, da Pertini a Job…e poi un avvenimento di attualità, magari una catastrofe naturale o uno scandalo, la fame nel mondo, l’elogio della gentilezza e della mitezza, della democrazia, i diritti, un commento di Rodotà, e poi don Ciotti o Petrini che “fanno più politica dell’intero gruppo dirigente PD…” e gli articoli, le immagini si accumulavano una sull’altra…Il senso della storia, la strumentalizzazione della storia, memorie della Resistenza…Sì questo lo devo assolutamente utilizzare domani in classe…E poi venivano ricoperti da altri articoli, appunti, progetti, verifiche su Foscolo con o senza crocette…fogli fogli che si accumulavano. Che mi sembravano essenziali, e poi…dimenticavo. E poi ho cercato di mettere ordine. Butto, poco, rileggo, tanto. E ritrovo qualche “perla”. Almeno per me. Ricollego. Non vengono discorsi sistematici ma flash. Ricordi. Che si possono collegare al presente o aiutare la memoria di un recente passato.

  2. Michele Serra, 2013, in uscita del libro di Petrini.

  3. Intervista a Petrini di Pino Corrias, giugno 2010 su D di Repubblica.

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