IO E I MIEI NONNI: ESPERIENZE E RIFLESSIONI

di Alessandro Licciardello

Che cosa ci viene in mente quando pensiamo ai nonni? Figure, attimi, sensazioni, amore, personaggi accoglienti e aiutanti di una favola, di una favola fantastica che sembra prendere corpo, accompagnandoci durante tutto l’arco della nostra vita.

Ma sono veramente “solo” questo?

Dobbiamo addentrarci maggiormente negli oscuri meandri della loro infinita conoscenza per imparare e immagazzinare ciò che la loro storia ha da insegnarci, invocandoli come le Muse omeriche.

Fin da piccolo ho sempre adorato i miei nonni, ho passato con loro diverso tempo coccolato e seguito in ogni momento. Ciò che più mi stupiva in tenera età erano le storie lontane e vicine che, attraverso libri di mastodontica taglia, poggiavano sulle mie gambe, mi intimorivano attraverso le loro figure mentre negli impervi aneddoti e intrecci mi facevano volare sulle magiche ali della fantasia.

Non so dire tuttora se quelle storie siano state inventate per me. So solo che esse mi hanno cambiato, aiutandomi a crescere.

Le loro erano infatti anche storie di vita, formative e di insegnamento, non solo derivante dal fatto che mia nonna era una maestra, ma anche perché ogni aneddoto della loro vita passata conservava qualcosa di unico, irripetibile.

Diversi racconti mi sono giunti da loro. Certo, non sempre belli e felici: morti di parenti, guerre, incidenti, storie di politiche corrotte. Ricordo ad esempio la storia del bisnonno scappato sulle montagne all’avvento del Nazismo e costretto a nascondere oggetti di valore in fessure del muro; o la storia di lontani parenti morti a causa di proiettili vaganti durante la guerra. Seduto sulle loro ginocchia, scorrevo foto antiche impregnate di ricordi, ammirando volti sconosciuti, ma al tempo stesso noti. Questo grazie a loro, i nonni.

Inutile dire che anche grazie ai racconti riguardanti la loro personale esistenza venivo a conoscenza di esperienze lavorative e romantiche che, raggruppate, svolgono il nastro del racconto della loro intensa avventura in questo viaggio chiamato vita.

E sono storie meravigliose storie anche quelle raccontate dai loro oggetti personali, qualcosa che per loro magari non vale molto ma che per te sono una sorta di macchina del tempo. Mi viene in mente una collezione di macchinine: ogni volta che la guardo, mio nonno, sguardo fiero e attento, appare come per magia al mio fianco. E cosa dire della maschera antigas trovata nella mia casa di montagna? Della cartella di legno e degli zoccoli di mio nonno, del fucile giocattolo con il quale mi diceva di aver combattuto contro i compagni; e poi spazzole, bambole e giochi appartenuti alla nonna. Mostratemi tante volte con orgoglio, nostalgia e tenerezza, tutte queste cose sono diventate anche parte della mia di storia. Perché loro, i nonni, sono la nostra storia, ma anche i nostri migliori amici. Loro passano la vita ad aiutarci, a sostenerci senza mai arrendersi, volendoci sempre bene. Poi, quando la loro mission impossible è finalmente portata a termine, stanchi ma soddisfatti ti passano il testimone e senza neanche accorgertene diventi tu il cantastorie e, tramite il racconto delle tue improbabili avventure-disavventure di adolescente inquieto, ravvivi la loro giornata. Basta poco e ciò che guadagni, anche solo un abbraccio, vale più di tutto l’oro del mondo.

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