METRO-POLIS E IL FASCINO DEL NUMERO TRE

Il numero TRE rappresenta l’armonia. I pitagorici lo consideravano sacro perché permette di tracciare il triangolo, figura perfetta… Possiamo definirlo il primo prodotto del pensiero che si moltiplica e si espande; racchiude in sé sia il concetto di unione sia quello di espansione.
Inoltre, rappresenta la facoltà di adoperare al meglio la conoscenza acquisita e di elaborare nuovi sistemi di comunicazione.

TRE sono le GRAZIE. Le Cariti greche

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Aglaia, l’Ornamento ovvero lo Splendore, Eufrosine la Gioia o la Letizia, Talia, la Pienezza ovvero la Prosperità e Portatrice di fiori. Queste Dee benefiche sono ritenute figlie di Zeus.
Quali immagini delle Grazie conoscete? Probabilmente vi verranno in mente le più famose… quella di Botticelli,  quella di Canova  e quella di Raffaello.

Canova  ha voluto rifarsi all’immagine tradizionale delle Grazie di ascendenza greco-romana, poi ripresa dall’arte del Rinascimento. Nella scultura le tre figure femminili simboleggiano lo splendore, la gioia e la prosperità. L’opera neoclassica segue perfettamente le teorie di Winckelmann per la grazia, l’armonia di forme, la delicatezza e la leggiadria di posture.

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Nella Primavera di Botticelli le tre Grazie simboleggiano allegoricamente Castità, Bellezza e Amore. Coperte da veli trasparenti danzano seguendo un ritmo lento e melodioso.

Le tre Grazie di Raffaello Sanzio, tengono in mano i pomi delle Esperidi, anche le loro figure emanano un senso di armonia e di bellezza tipico dell’età umanistico – rinascimentale

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Alle Grazie immortali
le tre di Citerea figlie gemelle
è sacro il tempio, e son d’Amor sorelle;
nate il dì che a’ mortali
beltà ingegno virtù concesse Giove,
onde perpetue sempre e sempre nuove
le tre doti celesti
e più lodate e più modeste ognora
le Dee serbino al mondo. Entra ed adora. (Foscolo, Le Grazie) 

Nel componimento poetico di Ugo Foscolo sono le Grazie che hanno portato la civiltà fra uomini prima di allora rozzi e incivili. Sono considerate dal poeta delle divinità che stanno tra il cielo e la terra e hanno il compito di attuare nel mondo l’armonia per mezzo di quelle arti che rendono l’animo degli uomini più nobile.

Ma attenzione!

TRE sono anche le fiere che ostacolano il cammino di Dante: una “lonza leggera e presta molto, che di pel macolato era coverta; un leone “con la test’alta e con rabbiosa fame”;  ed una lupa che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza”.

Nel  Poema di Dante ogni particolare, che sia un animale o un oggetto, ha un significato allegorico.

Ma cosa rappresentano quindi queste tre fiere?

Sono le disposizioni peccaminose che impediscono all’umanità di raggiungere la salvezza.

La lonza, dal pelo macchiato e dal corpo flessuoso, è il simbolo della lussuria, peccato causato dal  desiderio che sottomette la ragione; il leone è l’allegoria della superbia, infine la lupa, simbolo della cupidigia e dell’insaziabile avidità degli uomini di onori e i beni materiali.

È la più pericolosa perché coinvolge la corruzione dell’intera società. E non ci sarà salvezza finché non giungerà un “veltro”che la sconfiggerà salvando l’Italia. Lo stiamo ancora aspettando…

Le tre fiere, le tre Grazie, ma tanti altri ancora sono gli esempi che possiamo trarre dalla Letteratura dall’Arte, dalle Fiabe…

E TRE sono gli ANNI di METRO-POLIS!

Giochiamo con il numero tre. Quali altri esempi proponete?

Rosalba Granata

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