EDITORIALE – TRANSESSUALITÀ E TRANSIZIONE

Tra le colonne portanti dell’azione di Metro-Polis vi è la manifesta intenzione di fuoriuscire dai propri confini alla scoperta di ciò che ci circonda, per esplorare ed essere esplorati, per incontrarsi nell’altro. Fermamente convinti che  ‹‹Il faut cultiver notre jardin›› sia, sì, una citazione ad effetto per salotti raffinati, ma contestualmente anche una pessima linea di condotta associativa, i nostri sforzi sono tesi il più possibile verso un’apertura totale e sincera: Metro-Polis come piazza in cui è possibile annusare un antico odore di convivialità e democrazia, Metro-Polis come casa per tutti.

Immagine 1L’Aperitivo a Tema del ventisei ottobre 2015 si è svolto proprio all’insegna di questa fame d’incontro e di questa voglia d’aprirsi.

Il nostro presente ci interroga costantemente  su questioni dirimenti: chi sono? Quanto sono libero? Quali sono i miei diritti?… Massimi sistemi, penseranno alcuni, ma in realtà sono pochi i quesiti che come questi ci toccano così nell’intimo, andando a scuotere le fondamenta più profonde di quel fragile edificio che è la costruzione di sé. Abbiamo voluto, in questa prospettiva, andare a indagare una dimensione particolare, una porzione precisa dell’intero campo investito da queste domande, ovvero la transessualità. Parlare di transessualità, a Bologna, assume un sapore del tutto particolare, che meraviglia e inorgoglisce: è proprio nella nostra città, infatti, che nel 1979 viene fondato l’allora Movimento Italiano Transessuale, oggi Movimento Identità Transessuale. Un primato di cui Bologna dovrebbe farsi vanto, riscoprendo un’avanguardia civica che oggi sembra essersi tristemente assopita.

Ospiti di questo Aperitivo a Tema sono stati i ragazzi della classe III O del Liceo Laura Bassi di Bologna, alunni del corso in scienze umane con potenziamento corso DOC. Sotto la supervisione di Roberto Guglielmi e Rossana Cappucci e grazie alla collaborazione con istituzioni come D.E-R (documentaristi Emilia Romagna), Cassero lgbt center, Mit e ConCittadini, la classe ha realizzato il documentario ‹‹Siamo tutti in transizione››. I ragazzi e il professor Guglielmi ci hanno raccontato come, in completa autonomia, siano giunti alla definizione della tematica che volevano trattare nel loro progetto, come siano state successivamente messe loro a disposizione le competenze necessarie per potersi approcciare in maniera solida a un tema complesso come quello della transessualità. Anche questo un lavoro di sinergia, di ampliamento dei confini e di dialogo tra realtà diverse, in cui una scuola superiore della nostra città ha saputo dimostrarsi centro d’avanguardia civica.
Di seguito il trailer di questo interessante documentario:

Hanno accettato il nostro invito anche Milena Bargiacchi e Christian Leonardo Cristalli, tra i protagonisti del documentario ‹‹Siamo tutti in transizione›› e da anni attivisti in prima linea nel panorama lgbt bolognese e non. L’estrema generosità con cui si sono donati ha arricchito Metro-Polis e toccato profondamente i partecipanti alla serata: le loro voci, schiette e puntuali, hanno parlato direttamente all’intimità di ciascuno di noi e il loro vissuto è rimbombato nei nostri, con forza e verità.
Spogliandosi di ogni distanza e raccontandosi, Milena e Christian hanno dimostrato come il processo di transizione nasca dalla profonda esigenza di un benessere psicofisico: in una condizione in cui il proprio sesso biologico non corrisponde alla propria identità di genere, il percorso di transizione si configura come un vero e proprio scoprire e riscoprire chi si è. Questa transizione investe tutti gli ambiti della vita di una persona: quello più intimo e privato della strutturazione della propria identità; quello dei rapporti con la famiglia e gli amici; quello delle interazioni con estranei a cui si è costretti, per esempio, a mostrare i propri documenti. Pensiamo, per un attimo, a quante volte ci viene chiesto di mostrare un documento d’identità: un controllo delle forze dell’ordine per strada, la richiesta di un modulo per l’università, una visita medica, etc… Situazioni quotidiane per la maggior parte di noi, banali persino, ma decisamente impegnative per le persone in transizione. Quando l’aspetto fisico non corrisponde al nome scritto sui documenti è inevitabile una richiesta di chiarimento, così diviene ineludibile per la persona transessuale dar conto di chi si è, squadernare il proprio vissuto. L’Italia, infatti, è l’unico paese in Europa a chiedere la sterilizzazione forzata ai fini del cambiamento dei documenti anagrafici: un’interpretazione rigida e pregna di gravi conseguenze della legge 164 del 1982, la legge che permette il cambio di sesso. A questo proposito, recentemente, proprio Milena Bargiacchi ha riportato una significativa vittoria per lo sviluppo civile del nostro paese: lo scorso 5 novembre la Consulta ha posto fine alla libertà di interpretazione della legge 164 del 1982, dichiarando che l’operazione non è più necessaria ai fini del cambio dei documenti anagrafici. Così, dopo un lungo ed estenuante percorso giudiziario, il tribunale di Modena ha riconosciuto a Milena il diritto ad avere un documento conforme alla propria identità di genere.

Immagine 2L’iter previsto per la transizione è un percorso lungo e doloroso, fatto di sedute psicologiche, visite endocrinologiche, sentenze giudiziarie e, qualora lo si scelga, interventi chirurgici. Alla base di tutto il processo deve esserci la diagnosi di Disforia di genere o Disturbo dell’identità di genere, un fatto, questo, che apre una dimensione dalle non semplici sfumature: la transessualità deve essere diagnosticata come fosse una malattia ma di fatto non può essere considerata tale; le persone transessuali non sono malate ma hanno bisogno di costanti cure mediche. L’unico modo per uscire da questo impasse senza cadere in semplicistiche facilonerie è quello di porre l’accento sul benessere psicofisico delle persone in transizione: questa deve essere la chiave di volta dell’intero sistema e questa deve essere la stella polare che permetta un approccio razionale a tutto ciò, sempre nel rispetto dell’assoluta  soggettività di ciascun individuo.

Nulla può mai prevalere su quel nucleo esclusivo di autodeterminazione che qualifica ognuno di noi come essere umano. Nel ringraziare tutti i nostri ospiti per questa importante lezione, non possiamo che accogliere l’invito a non chiudersi all’interno di una definizione rigida e schematica: ogni recinto divide un fuori da un dentro, ogni barriera crea uno straniero da temere. E allora accettiamo un dato di fatto tanto semplice quanto straordinario: siamo tutti in transizione.
Voglio lasciarvi in compagnia di un altro documentario, avente come protagonisti sempre Milena e Christian: vi invito a guardarlo fino in fondo perché in quella corsa finale vi è un abisso di bellezza e speranza.

http://it.dplay.com/boats/stagione-1-chris-mil/

Mattia Macchiavelli

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